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Nortel: in Francia situazione ‘esplosiva’. Fiom chiede ‘soluzioni condivise’ per evitare che la situazione degeneri anche in Italia

Italia


Ieri pomeriggio si è svolto il primo incontro chiesto dalle organizzazioni sindacali per discutere della procedura di licenziamento collettivo avviata dalla Nortel all’inizio di luglio.

L’incontro è avvenuto all’indomani dell’iniziativa dei lavoratori Nortel in Francia, che per protestare contro la decisione della multinazionale di voler procedere al licenziamento di 480 lavoratrici e lavoratori francesi, hanno minacciato di far esplodere la fabbrica con delle bombole di gas.

 

Il gruppo Nortel, multinazionale canadese delle tecnologie per le reti di comunicazione voce dati fisse e mobili, tra i primi e più avanzati produttori al mondo nel settore, ha iniziato lo scorso gennaio la procedura di protezione dai creditori (Credit Protection) – nota negli Stati Uniti come Chapter 11- allo scopo di procedere ad una rapida ristrutturazione che vede Ernst & Young (E&Y) nel ruolo di Amministratore delle società del gruppo in Canada e nei principali paesi europei tra cui l’Italia.

 

La ricetta che propone E&Y – ha spiegato la Fiom Romasud – “è però qualcosa di già visto: senza alcun tipo di visione e di politica industriale si sta decimando l’azienda come anticamera ad uno spezzatino in un’ottica di vendita degli asset e di massimizzazione del prezzo, calpestando le opportunità di mercato, i clienti, le competenze e la dignità delle persone, scaricate come merce”.

 

“Abbiamo chiesto alla Nortel di trovare soluzioni condivise con il sindacato, se non vogliono che la situazione degeneri anche in Italia”, ha spiegato l’organizzazione.

“I lavoratori sono molto preoccupati: la Nortel, infatti, non sta neppure pagando i tfr a chi ha deciso di dimettersi. Abbiamo chiesto di utilizzare strumenti alternativi al licenziamento, quali i contratti di solidarietà e la cassa integrazione. Non si possono licenziare brutalmente lavoratrici e lavoratori con competenze importanti e qualificate, soprattutto nel momento in cui questo governo annuncia di voler investire da subito 800 milioni per le nuove reti broadband e quelle di nuova generazione NGN2”.

 

L’azienda, ha aggiunto l’organizzazione sindacale, ha però mantenuto la sua posizione, anche perché il potere decisionale in questo momento, in virtù della procedura di insolvenza avviata in base alla legislazione inglese, è in capo al joint administrator che risiede a Londra e che sarà presente al prossimo incontro, fissato per il 24 luglio.

 

“Ci auguriamo – conclude la nota di Fiom Roma Sud – che la Nortel decida di cambiare rotta e di avere un comportamento corretto con il sindacato. La pessima gestione della ristrutturazione in Francia sicuramente non ha giovato all’immagine della multinazionale nel mondo. Il 24 luglio, giorno del prossimo incontro, i lavoratori di Roma sciopereranno 8 ore per convincere l’azienda al negoziato.”

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