Stati Uniti
In questi tempi di crisi, internet si dimostra un valido aiuto per chi è alla ricerca di consigli per far fronte ai problemi economici personali e informazioni per approfondire i motivi che hanno portato al collasso l’economia mondiale.
Secondo un sondaggio effettuato negli Usa da Pew internet & American Life Project, la stragrande maggioranza degli utenti internet americani (88%) ha cercato su internet non solo consigli pratici su come sopravvivere, letteralmente, ma anche informazioni sulle reali origini della crisi e sulle eventuali vie d’uscita, e sono in molti (34%) anche quelli che cercano di contribuire al dibattito, andando a caccia di luoghi virtuali (come social network e forum) in cui confrontarsi con esperti ed esprimere idee e opinioni – e perché no, anche invettive – sul difficile momento che stiamo vivendo.
Il 52% degli americani adulti, spiega lo studio, è stato colpito in qualche modo dalla recessione: moltissimi hanno perso il posto di lavoro, altri hanno visto crollare il valore degli investimenti e degli immobili o hanno subito una decurtazione dello stipendio.
C’è, dunque, chi cerca sui siti di comparazione quale sia il negozio che vende un determinato prodotto al prezzo più vantaggioso, chi cerca un nuovo lavoro e chi consigli su come spendere meno o proteggere meglio le proprie finanze: per ciascuno di questi obiettivi, internet si dimostra la fonte d’informazione più accessibile, anche se la TV resta il media più accreditato per conoscere lo stato dell’economia nazionale.
Anche se gli americani, spiega la ricerca, tendono a fare riferimento a diverse fonti di informazione per comprendere meglio le attuali questioni economiche e come esse impattano sulle loro finanze personali, i più ‘tecnologici’ tra loro fanno molto affidamento sul loro network di amici e familiari per ‘navigare’ nella recessione e contestualizzare il materiale raccolto online.
Pew chiama definisce queste persone “online economic users” e spiega che si tratta di “individui in rete che usano informazioni in rete”. Non esiste, insomma, per loro, una singola fonte di informazione, e molti – ha concluso il co-autore dello studio, Aaron Smith – “cercano aggressivamente su una varietà di fonti e comunicano con una serie di persone per tentare restare a galla in questo periodo di acque agitate”.