Tlc: refarming delle frequenze e dividendo digitale nuova opportunità di sviluppo per 3G e 4G

di Alessandra Talarico |

Europa


Spettro radio

Il settore europeo delle telecomunicazioni si appresta a vivere un significativo cambiamento regolamentare, forse il più importante da 20 anni a questa parte, rappresentato dalla riassegnazione delle frequenze.

Le frequenze radio (900 MHz e 1800 MHz) – finora utilizzate esclusivamente per i servizi Gsm – potrebbero infatti essere presto usate anche per quelli di terza generazione.

I servizi 3G utilizzano attualmente la banda intorno ai 2GHz e la possibilità di usare le frequenze più basse dedicate al GSM – che presentano caratteristiche di propagazione in grado di coprire distanze maggiori – potrebbe rappresentare un modo per estendere la copertura fino a 4 volte gli attuali livelli, oltre che per migliorare la ricezione indoor.

 

Dall’introduzione delle prime data card 3G, tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008, il numero di utenti è aumentato in maniera esponenziale: alla fine dello scorso anno se ne contavano in Europa 22 milioni e, secondo un’analisi condotta da Pyramid Research, fra 5 anni si supererà quota 100 milioni.

La crescente competizione tra gli operatori – che continuano a espandere i servizi e ad abbassare i prezzi per attrarre nuovi clienti – sta però spingendo al limite la capacità delle reti. Per questo molti regolatori nazionali hanno iniziato a lanciare consultazioni per valutare la possibilità di consentire agli operatori 3G di usare le bande finora riservate ai servizi GSM da una direttiva del 1987.

 

La Commissione europea, anche in vista del passaggio dalla Tv analogica alle trasmissioni digitali, ha quindi deciso di introdurre nuove misure volte a garantire una maggiore flessibilità e un approccio armonizzato a livello europeo nell’utilizzo dello spettro radio, oltre che a rispondere all’evoluzione dei bisogni del mercato delle comunicazioni wireless, sfruttando a pieno i vantaggi dello switch off.

 

Secondo le valutazioni di Bruxelles, su un periodo di 5 anni, l’industria mobile europea potrebbe ottenere, grazie al refarming delle frequenze, riduzioni cumulative delle spese di capitale fino al 40% dei costi di rete.

 

Gli operatori Gsm, però, si considerano minacciati da questa decisione, che potrebbe avere, dicono, conseguenze negative sia sulla competitività che sulla qualità delle reti.

Secondo gli analisti di Pyramid Research, però, “l’opportunità di espandere la copertura e ridurre i costi deve contare più di qualsiasi di esitazione” relativa alla prospettiva di perdere le attuali risorse frequenziali o qualche punto percentuale di market share.

 

La possibilità di utilizzare le frequenze Gsm, sottolinea inoltre la società di analisi, non deve essere però considerata come la ‘fine dei giochi’: gli operatori dovranno iniziare fin da subito a esaminare l’opportunità di implementare servizi 4G sulle frequenze del dividendo digitale, appena esse saranno disponibili.

 

Per il commissario Ue ai media e alla società dell’informazione, Viviane Reding, lo spettro radio “è una risorsa cruciale” che deve essere gestita correttamente in tutta Europa “per liberare il potenziale del settore delle telecomunicazioni”.

 

Per favorire lo sviluppo di nuovi servizi wireless in vista dello spegnimento definitivo delle trasmissioni televisive terrestri, la Ue ha preparato una serie di provvedimenti – posti a consultazione fino a settembre – per evidenziare i vantaggi di un approccio coordinato, garantendo, nel contempo, ai regolatori nazionali, la flessibilità necessaria ad affrontare le specificità locali.

 

La diversità delle condizioni di accesso allo spettro radio aumenta infatti i costi di produzione e crea rischi di interferenze dannose con altre applicazioni o servizi radioelettrici.

Lo standard europeo GSM per la telefonia mobile rappresenta un ottimo esempio, secondo la Commissione, per illustrare i benefici che una politica coordinata per lo spettro radio può apportare allo sviluppo del mercato e alla società in generale.

 

Se infatti ora diamo per scontato il fatto di poter utilizzare il cellulare in tutta Europa senza problemi, questo non sarebbe stato possibile senza un intervento della Ue sulla gestione delle risorse frequenziali.

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