Unione Europea
Il passaggio dalla Tv analogica alla Tv digitale libererà frequenze radio che potranno essere utilizzate per nuovi servizi wireless, ma per coglierne appieno i vantaggi bisognerà adottare un approccio coordinato in tutta la Ue, affinché si realizzino le adeguate economie di scala e si garantiscano, nel contempo, la competitività e l’accesso alla banda larga mobile.
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La Commissione europea intende sfruttare appieno i vantaggi del passaggio al digitale e garantire un utilizzo efficiente dello spettro, e ha perciò messo a consultazione una serie di provvedimenti volti a evidenziare i benefici del coordinamento dello spettro, assicurando comunque agli Stati membri “la flessibilità necessaria per far fronte alle specificità locali e nazionali, ad esempio in materia di radiodiffusione”.
Si tratta di un’opportunità “unica”, spiega la Commissione, per “migliorare il modo in cui comunichiamo e accediamo ai contenuti audiovisivi” che garantirà non solo una trasmissione di alta qualità e una più ampia scelta per i consumatori, ma anche decisivi vantaggi economici che potrebbero essere massimizzati o vanificati a secondo dell’approccio scelto.
Lo spettro radio è utilizzato da tantissime aziende europee per servizi che vanno dalle comunicazioni senza fili, alla telefonia mobile e alla radiodiffusione televisiva, fino ai sistemi di guida per aerei, navi, satelliti e alla difesa.
Le regole attualmente in vigore, però, sono del tutto inadeguate e non consentono di tenere il passo con la convergenza dei servizi mobili, televisivi e internet.
Bisogna perciò mettere a punto nuove regole “chiare e prevedibili” per consentire a operatori, fornitori di servizi e vendor di apparecchiature di raggiungere le adeguate economie di scala, funzionali a far scendere i prezzi e a stimolare la domanda.
Secondo le valutazioni di Bruxelles, infatti, se le risorse radio fossero utilizzate con la massima efficienza in tutta la Ue e se servizi e dispositivi fossero disponibili e facilmente accessibili in tutta Europa piuttosto che solo in alcuni Stati il potenziale impatto economico del dividendo digitale “aumenterebbe di ulteriori 20-50 miliardi di euro tra adesso e il 2015 e a lungo termine potrebbe dare luogo ad un incremento aggiuntivo di 30 miliardi di euro”.
La Ue insiste molto sulla ‘indispensabilità’ del coordinamento poiché lo spettro radio è in grado di trasmettere ben al di là dei confini nazionali e per questo le decisioni dei singoli Stati membri hanno conseguenze in aree lontane anche centinaia di chilometri.
Pubblico, broadcaster, operatori mobili e tutte le altre parti interessate potranno esprimere la loro opinione fino al 4 settembre, dopodiché la Commissione presenterà una proposta finale.
La consultazione sul dividendo digitale lanciata oggi.