Europa digitale: la Reding invita gli Stati membri ad accelerare lo switch-off e ad adottare norme non repressive contro la pirateria

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Viviane Reding

“L’Europa sta attraversando la più profonda crisi economica dal 1930 , ha commentato Viviane Reding, Commissario Ue per la Società dell’informazione e Media, in occasione dell’annuale “Ludwig Erhard Lecture”.

Nell’ambito di un ampio discorso, il Commissario si è soffermato sull’mercato digitale europeo, dove “gli investitori pubblici e privati possono aspettarsi un buon ritorno di investimenti”.

 

“Questo innovativo settore – ha sottolineato – produce già oggi notevoli entrate” attraverso internet, la telefonia mobile e in particolare grazie ai nuovi servizi che permettono di scaricare contenuti digitali.

Il potenziale è enorme con un tasso di penetrazione della telefonia mobile del 119% (rispetto al 84% nel 2004). Oggi, ha informato la Reding, ci sono più abbonamenti alla telefonia mobile di cittadini dell’Unione europea.

Il 60% dei nuclei familiari sono connessi a Internet (da 41% a cinque anni fa). E mentre nel 2004, solo il 33% di queste famiglie aveva un collegamento a banda larga ad alta velocità, negli ultimi cinque anni il tasso è arrivato all’80%.

“Tutto questo è solo il punto di partenza. L’Europa ha tutte le premesse per diventare ancora più digitale negli anni a venire”.

 

Secondo i dati di una recente indagine, negli ultimi tre mesi solo il 35% della popolazione totale dell’Unione europea ha fatto uso di servizi internet avanzati.

Cifre diverse tra i giovani con età compresa tra i 16 e i 24 anni: il 73% usa il web per la trasmissione-dati, in particolare per il downloading di contenuti e per i social network.

Vi è una generazione digitale pronta ad adattarsi alle innovazioni del web 2.0 sia per il lavoro che nella vita pubblica. Ed è grazie a loro, ha commentato la Reding, che si intravede il “potenziale di crescita dell’Europa“.

Questa è una delle ragioni per cui la Commissione Ue è convinta che lo sviluppo dell’high speed broadband – fissa e mobile o tramite connessioni wireless – potrebbe creare circa un milione di posti di lavoro in Europa, e stimolare la crescita della banda larga e generare uno sviluppo economico delle attività correlate per 850 miliardi di euro”.

Secondo uno Studio della Banca Mondiale, infatti, ogni ulteriore 10% di penetrazione della banda larga produce una crescita dell’1,3%.

 

Per il Commissario Ue, questa situazione evidenzia la necessità di creare il giusto quadro normativo che permetta di garantire l’effettiva concorrenza e comprenda degli incentivi per l’innovazione tecnologica. Solo così questa generazione di giovani potrà diventare driver della crescita dell’economia digitale.

“Per ottenere questa radicale trasformazione, nelle scorse settimane ho lavorato con il mio team a una strategia per una Digital Europe”

 

Il Piano si articola in due parti: in primo luogo, l’azione che le istituzioni potranno realizzare quest’anno sulla base del lavoro già avviato; in secondo luogo, l’individuazione delle priorità per i prossimi cinque anni.

 

L’obiettivo della Ue è riuscire a portare la banda larga a tutti gli europei entro il 2010 e l’high speed broadband entro il 2013.

 

Alcuni Paesi si sono già mossi in questo senso: il governo francese, con il suo piano Francia Numérique 2012, persegue l’obiettivo di dotare tutte le famiglie di una connessione internet di almeno 512 Kbit/s entro la fine del 2012; il Regno Unito di servire tutte le famiglie britanniche di reti di almeno 2 Mbit/s entro la fine del 2012; la Germania si è prefissata di portare connessioni da 50 Mbit/s per servire il 75% della popolazione entro il 2014; la Finlandia è impegnata a sostegno di un servizio universale per la banda larga da 100 Mbit/s.

 

Bruxelles, dalla sua, continuerà a incoraggiare tutti i Paesi a convertirsi al digitale. Come?

Innanzitutto mettendo in atto la riforma delle tlc che comprende un pacchetto di 160 articoli con 750 comma. Purtroppo la discussione s’è arenata su un emendamento che riguarda il downloading illegale.

La Reding ha invitato gli Stati membri a trovare presto una soluzione in quanto la riforma dovrebbe spianare la strada a una migliore regolamentazione e coordinazione delle norme di telecomunicazioni nel mercato unico europeo. Oltre a migliorare la gestione dello spettro radio e rafforzare i diritti dei consumatori.

Bisogna inoltre incoraggiare una concorrenza efficace e sostenibile, gli investimenti in reti di nuova generazione – in particolare le reti di fibre, invece di quelle di rame – poiché l’evoluzione del settore delle telecomunicazioni rappresenta il migliore strumento per la sostenibilità degli investimenti.

Si può dare un’ulteriore spinta attraverso regimi di co-investimento sul mercato della fibra e rendere più flessibili le regole.

 

Passando al mercato audiovisivo, la Reding ha sottolineato l’importanza di accelerare il passaggio al digitale terrestre.

Processo già completato, in Germania, Finlandia, Lussemburgo, Svezia, Paesi Bassi, Fiandre, nonché nelle principali aree d’Austria.

Secondo la Commissione il valore dello spettro liberato dallo switch-off per il wireless sarà tra i 150-200 miliardi di euro.

L’opportuno coordinamento degli Stati membri aumenterebbe il potenziale impatto economico del dividendo digitale di almeno 50 miliardi di euro entro il 2015 senza alcun costo aggiuntivo per il contribuente.

 

Il Commissario Ue ha quindi ricordato che gli Stati Uniti hanno effettuato lo scorso mese lo switch-off e invitato i Paesi della Ue a non aspettare la deadline del 2012 e accelerare questo passaggio nell’interesse delle imprese e dei cittadini.

Ha quindi informato che domani presenterà un pacchetto di misure per agevolare in tempi rapidi il passaggio al digitale, auspicando che vengano prontamente accolte dagli Stati membri.

 

Passaggio anche sull’importanza di offrire contenuti di forte appeal per i consumatori finali, sostenendo anche un quadro regolamentare solido, specie per affrontare il problema della pirateria molto diffusa tra i giovani.

I dati Eurostat mostrano che il 60% di questi ha scaricato contenuti audiovisivi da Internet negli ultimi mesi senza pagare. E il 28% dichiara di non essere disposto a pagare.

 

Queste cifre rivelano le gravi carenze del sistema attuale. Per cui “E’ necessario punire coloro che violano la legge. Ma al momento ci sono sul mercato offerte legali, attraenti e vantaggiose, per gli utenti? Il nostro attuale sistema giuridico sui diritti di proprietà intellettuale è veramente adatto alla internet generation? Abbiamo considerato tutte le opzioni alternative alle misure più repressive? Abbiamo esaminato la situazione con gli occhi di un sedicenne o solo dal punto di vista dei professori di diritto cresciuti nell’era di Gutenberg? Ritengo che la crescente pirateria è dovuta a una non-fiducia negli attuali modelli di business e nelle soluzioni giuridiche. E dovrebbe essere un campanello d’allarme per i politici”.

 

La Reding ha quindi invitato a prendere rapide soluzioni che consentano agli utenti di accedere a offerte interessanti, altrimenti si rischia di perdere un’intera generazione (“e sarebbe una tragedia”) che potrebbe invece sostenere la creazione artistica e l’uso di servizi digitali.

Bisogna agevolare la concessione di licenze di diritti di proprietà intellettuale per i servizi online che coprono il territorio di tutti i 27 Stati membri. Oggi, i titolari dei diritti e i fornitori di servizi online spendono troppo tempo e denaro per la gestione dei diritti, invece di investire questo denaro in servizi attraenti. E i consumatori tante volte non possono accedere a contenuti messi online in uno Stato membro diverso dal proprio. Quindi norme più flessibile che tengano conto e rispettino gli interessi di tutte le parti coinvolte.

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