Italia
Era da un po’ che non si sentiva più parlare del sistema di radionavigazione satellitare europeo Galileo, la cui realizzazione ‘naviga’ in deciso ritardo rispetto ai piani iniziali della Ue.
L’Italia dovrebbe avere un ruolo centrale nella gestione del sistema: l’infrastruttura che ospiterà uno dei Centri di Controllo della costellazione satellitare Galileo sorge infatti presso il Centro Spaziale del Fucino, gestito da Telespazio. Il secondo centro è a Oberpfaffenhofen (Monaco) e sarà gestito dall’agenzia spaziale tedesca (DLR).
Ieri, ha reso noto la società, l’infrastruttura è stata consegnata ufficialmente e dovrebbe essere inaugurata, nella sua configurazione finale, entro l’autunno.
Il Centro del Fucino ha un’estensione di circa 5 mila metri quadrati ed è stato realizzato grazie a un Accordo Quadro siglato nel dicembre 2005 tra la Regione Abruzzo e Finmeccanica allo scopo di favorire lo sviluppo e la crescita del tessuto industriale abruzzese.
Telespazio – che si occuperà di cablare l’intera struttura e di installare e integrare tutti i sistemi e gli apparati necessari al sistema di controllo della costellazione dei satelliti e al controllo della missione, tra i principali operatori mondiali nel settore delle operazioni spaziali – svolge un ruolo chiave anche nello sviluppo del Programma Galileo. Il 13 settembre 2007, a Parigi, l’Agenzia Spaziale Europea, attraverso l’ESNIS (European Satellite Navigation Industries), ha infatti conferito al raggruppamento “Network of Centers”, guidato dalla DLR con Telespazio partner di riferimento, il contratto per la preparazione delle operazioni per la fase IOV (In Orbit Validation) del Programma spaziale.
La società italo-francese – nata il 1 luglio 2005 dalla fusione di Telespazio SpA con la divisione di servizi spaziali della francese Alcatel – ha il suo quartier generale a Roma e dispone di diversi centri operativi dislocati sul territorio italiano: Centro Spaziale del Fucino, in Abruzzo, MARS Center di Napoli, Centro Spaziale di Gera Lario, in Lombardia, Centro Spaziale di Scanzano, in Sicilia, Centro Spaziale di Matera, in Basilicata.
Il sistema di radionavigazione satellitare Galileo dovrebbe essere operativo nel 2013 – in ritardo di 5 anni rispetto alle prospettive iniziali – e comprende una costellazione di 30 satelliti, posizionati in orbita a 24.000 chilometri di altitudine che, secondo i progetti, dovrebbero coprire l’intera superficie terrestre grazie ad una rete di stazioni di controllo. Ciascun satellite sarà provvisto di un orologio atomico che permetterà di localizzare ogni oggetto, fermo o in movimento, con un margine di errore di un metro.
Il sistema europeo è quindi superiore al Gps che, progettato con obiettivi militari è usato anche per scopi civili, ma ha un mediocre livello di precisione, dimostrando scarsa affidabilità, soprattutto nelle regioni ad estreme latitudini.
Il sistema permetterà la fornitura di cinque servizi base: l’Open Service (OS), il cui principale utilizzo è nel settore della mobilità generale e di massa, il Commercial Service (CS) che avrà invece un forte impatto sulle applicazioni commerciali specializzate per diversi clienti e mercati, il Safety-of-Life Service (SoL) le cui applicazioni sono la navigazione aerea e marittima, il Search and Rescue (SAR) per il soccorso aereo e marittimo su scala globale ed infine il Public Regulated Service (PRS) il cui utilizzo principale è l’uso governativo da parte dei corpi di Polizia, Vigili del Fuoco, Difesa, etc.
Il lancio di Galileo è stato più volte rimandato, ma la Ue ha sempre creduto nelle potenzialità del progetto e, dopo il dietrofront del consorzio privato che ne avrebbe dovuto gestire costruzione, installazione e funzionamento, è stato deciso che il suo finanziamento passasse in toto sulle spalle del bilancio dell’Ue.
Il budget finale stanziato per la messa in orbita i 30 satelliti della costellazione si attesta a 3,4 miliardi di euro per il periodo 2007-2013.