Francia
La Commissione Affari culturali del Senato francese ha perfezionato con una serie di emendamenti il sistema sanzionatorio per i downloader illegali, stilando una nuova versione del disegno di legge Hadopi.
In base alle nuove disposizioni, s’è deciso che se un abbonato consente a un terzo di usare il proprio accesso internet, per piratare opere protette da diritto d’autore, rischierà fino a 1.500 euro di multa e un mese massimo di sospensione del proprio abbonamento.
Nel caso in cui detto abbonato ricorresse a vie traverse, pagando per esempio un altro fornitore d’accesso, incorrerebbe in una sanzione di 3.750 euro. Il testo originale prevedeva fino a un anno di prigione.
L’Isp avrà 15 giorni di tempo per intervenire col taglio della connessione dopo la decisione del giudice, qualora non desse seguito alla sentenza, dovrebbe versare allo Stato 5.000 euro.
Jean-Marc Thiolière (UMP), illustrando alla stampa le modifiche apportate al testo, ha spiegato che “…si sono rese le pene proporzionate, efficaci e umanamente accettabili”.
Il giudice potrà decidere per tre tipi di sanzione: sospensione dell’abbonamento per una durata massima di un anno; multa che può arrivare fino a 300.000 euro; due anni di galera.
Le ultime due condanne, che puniscono il reato di contraffazione, erano già previste dal codice penale ma difficilmente utilizzate.
Tra i 15 emendamenti adottati dalla Commissione, figura la non iscrizione della condanna di sospensione dell’abbonamento internet nel casellario giudiziario.
L’Hadopi (Alta Autorità per la Protezione del Copyright su Internet) dovrà eliminare i dati personali dell’utente sanzionato una volta che il suo accesso sarà ripristinato.
I due Ministri incaricati d’occuparsi della revisione del testo, Michèle Alliot-Marie (Giustizia) e Frédéric Mitterrand (Cultura), hanno già espresso parere favorevole a questi emendamenti.
I deputati socialisti hanno tuttavia chiesto a Mitterand una moratoria sulla nuova legge cosiddetta Hadopi 2.
Le modifiche apportate si sono rese necessarie dopo l’intervento di censura del Consiglio costituzionale sul dispositivo sanzionatorio del precedente Ddl.
Si tratta delle norme che affidavano all’Hadopi la comminazione delle sanzioni a carico degli utenti colpevoli.
Il nuovo provvedimento affida infatti al giudice, e non più all’autorità amministrativa, la possibilità di intervenire con il taglio della linea internet ai pirati. L’Hadopi sarà invece chiamata a trasmettere ai giudici i dati sui quali sarà pronunciata la sentenza.
Nei giorni scorsi, il presidente Nicolas Sarkozy, forte sostenitore della Legge Hadopi, ha risposto a una lettera indirizzatagli dalle maggiori associazioni degli editori librari, musicali, dei produttori audiovisivi e dei discografici italiane che avevano espresso soddisfazione per l’approvazione della legge di contrasto al downloading illegale delle opere protette da diritto d’autore.
Sarkozy, nella missiva di risposta a Enzo Mazza , presidente di Fimi e Fpm (Federazione industria musicale italiana e Federazione contro la pirateria musicale), ringrazia per il “sostegno e l’incoraggiamento nella battaglia che stiamo portando avanti per lo sviluppo della cultura su internet” e contro la pirateria delle opere.
“Il progetto di legge – ha scritto ancora il presidente – è sicuramente francese, ma come da voi evidenziato, persegue un obiettivo che è di interesse generale, universale, quello di proteggere il patrimonio culturale e morale di tutti i produttori”.
“Proteggere il lavoro degli autori e le opere – ha concluso Sarkozy – è indispensabile alla diffusione artistica della nostra civilizzazione nell’era digitale. Speriamo anche che altri Paesi intraprendano questa impresa, in particolare i nostri partner europei”.
Le associazioni – nella loro lettera dello scorso 13 maggio siglata da Afi, Aie, Anem, Aesvi, Fem, Fimi, Fpm, Pmi, Unemia, Univideo, Sistema Cultura Italia, e inviata per conoscenza anche al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – avevano ribadito: “Siamo convinti che tale intervento risponda pienamente all’obiettivo di contrastare in radice l’assunto che tutto in rete deve essere solo gratis e liberamente accessibile”.