Stati Uniti
Gli Usa passano alla controffensiva. Basta attacchi alle reti digitali. Il Pentagono, facendo seguito a un ordine firmato dal ministro della Difesa Robert Gates, ha annunciato la creazione di un cyber-command, che sarà affidato all’autorità dello Stratcom (United States Strategic Command).
Il Pentagono ha informato che il nuovo quartier generale, che probabilmente avrà sede a Fort Meade (Maryland), non lontano da Washington, sarà operativo dal prossimo autunno, precisando che i propri ambiti operativi riguarderanno solo i sistemi militari Usa, ma non altre reti private o governative.
Alla domanda se il comando sarà in grado di operazioni offensive oltre a proteggere il dipartimento della Difesa, il portavoce del Pentagono Bryan Whitman ha evitato di rispondere direttamente.
“Questo comando si focalizzerà sulla protezione della reti del dipartimento”, ha commentato. “Farà quello che è necessario per adempiere al compito”.
In un recente Rapporto, la Casa Bianca , che considera questo problema una priorità nazionale, affermava che “…I rischi legati al la cyber-sicurezza figurano tra le sfide economiche e di sicurezza nazionale più serie del XXI secolo”.
L’iniziativa del Pentagono arriva dopo un forte aumento del numero di attacchi alle 15.000 reti digitali militari, lanciati da potenti cyber-criminali, spesso a servizio di Paesi stranieri come Russia e Cina.
“…Sappiamo che Russia e Cina hanno la tendenza a penetrare le infrastrutture di informazione di altre nazioni”, ha commentato alcuni giorni fa William Lynn, viceministro Usa alla Difesa.
Lynn ha evidenziato che quotidianamente si registrano migliaia di tentativi di intrusione nelle reti militari americane e la “frequenza e sofisticazione degli attacchi aumenta in modo esponenziale“. Negli ultimi sei mesi il ministero ha speso più di 100 milioni di dollari per intervenire sui danni causati da questi pirati.
Alcuni gironi fa, il Wall Street Journal riportava che recentemente l’America ha subito gravi attacchi ai sistemi di gestione delle reti elettriche e di altri servizi oltre che al progetto dei caccia F-35, il più costoso programma d’armamenti del Pentagono (vale 300 miliardi di dollari).
Un ex responsabile dei sistemi di sicurezza americani, citato dal WSJ, ha puntato il dito contro la Cina.
Un Rapporto del Pentagono evidenzia che la cyber-war rientra nelle priorità di Pechino, sostenendo che negli ultimi tempi sono stati sferrati attacchi alle reti di pc del governo americano e di altri Paesi del mondo. E si presume che siano partiti proprio dalla Cina.
“I software pirata rappresentano oggi un’economia sotterranea che porta grossi proventi e coinvolge anche la criminalità organizzata”, ha dichiarato Philip Reitinger, direttore del National Cyber Security Center (NCSC).
I cyber-attacchi condotti attraverso le botnet – reti di computer privati collegate da hacker per attacchi di tipo dos o per inviare spam – costerebbero all’economia americana quasi 8 miliardi di dollari l’anno, alcune stime includono anche il furto di proprietà intellettuale arrivando a stimare 1.000 miliardi di dollari.
Si parla di un’economia latente che coinvolge anche la criminalità e che implica non solo l’installazione di botnet ma pure la vendita.
“Siamo in momento cruciale per la sicurezza nazionale“, ha sottolineato Reitinger, ex responsabile per la sicurezza delle infrastrutture di Microsoft.
Mai come oggi le minacce sono aumentate e, anche se sono migliorate le competenze a livello governativo e internazionale, è chiaro che lo stato attuale “risulta ancora insufficiente” per fronteggiare le minacce provenienti dal cyber-spazio.
Toccherà al generale Keith Alexander, a capo della National Security Agency (NSA), la direzione del nuovo organismo di sicurezza.
“…Mantenere la libertà d’azione nel cyber-spazio nel XXI secolo – ha dichiarato Alexander – è importante per gli interessi americani quanto lo era la libertà di navigazione nel XIX secondo e l’accesso allo spazio nel XX secolo“.
Durante la sua campagna elettorale, Barack Obama aveva messo in guardia dai rischi informatici, ritenendoli pericolosi quanto la minaccia nucleare o biologica.
Arrivato alla Casa Bianca, ha promesso “un nuovo approccio globale” per proteggere i network, non solo pubblici ma anche privati, e la creazione di un organismo per vigilare su eventuali attacchi alle istituzioni.
Ha tuttavia assicurato più volte che gli Stati Uniti difenderanno le loro reti informatiche rispettando le libertà individuali, mentre l’amministrazione Bush era stata accusata d’aver messo in discussione questi diritti fondamentali, rafforzando il controllo dei network di tlc e internet.
Leggi anche: