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Digitale terrestre: negli Usa migliaia di famiglie rinunciano alla Tv, mentre in Italia Tavolo ad hoc per problemi del Lazio

Italia


L’Italia, dopo lo switch-over del Lazio, prosegue la sua marcia verso il digitale terrestre. Ma dagli Stati Uniti arriva una doccia fredda per l’industria televisiva: centinaia di migliaia di famiglie hanno deciso di fare a meno della Tv, rinunciando ad acquistare il decoder digitale.

 

Le stime diffuse dall’osservatorio sulle Tv locali e nazionali Usa Nielsen – che con un sistema simile al nostro Auditel registra dal vivo, tramite diari da compilarsi a mano, quello che un campione statistico della gente negli Usa guarda in Tv – e rilanciate dal Media Daily News, a una settimana dalla disattivazione del sistema analogico, sono ancora più preoccupanti per il piccolo schermo se si considera che oltre il 2,2% (circa un milione mezzo di persone) del proprio campione di telespettatori Usa non ha utilizzato affatto il televisore nei giorni seguenti al passaggio al digitale.

E, a quanto pare, non ha nemmeno protestato più di tanto: una rilevazione della National Association of Broadcasters (Nab) ha infatti registrato un “moderato” volume di richieste di informazioni o reclami di utenti turbati dall’oscuramento del proprio televisore.

 

Nel settore televisivo – riporta il sito specializzato Usa Mediapost – si prevedeva che la maggior parte dei teleutenti che erano rimasti con un ricevitore analogico, avrebbe aspettato fino all’ultimo per dotarsi di un ricevitore digitale o che avrebbe avuto l’impulso definitivo dal momento dello switch-over in cui non sarebbe stato più possibile ricevere alcun segnale analogico. Ma non sembra che sia andata così.

 

“…Il numero di richieste – ha spiegato la Nab nel giorno dello switch-over, venerdì scorso – è considerevolmente basso considerando che la transizione riguarda 14 milioni di famiglie utenti in bacini d’utenza dove almeno una stazione passa completamente al digitale“. Non considerando il fatto che la maggior parte delle chiamate ricevute dalle emittenti locali veniva chi si era già attrezzato per il digitale, e aveva solo bisogno di assistenza per trovare i canali.

 

L’associazione delle emittenti Usa non ha diffuso dati su quante famiglie abbiano oscurato il piccolo schermo. Ma i dati Nielsen fanno supporre che o milioni di telespettatori si disinteressano del digitale terrestre, oppure restano perplessi. Malgrado i miliardi di dollari investiti dalle emittenti Usa per convincerli.

 

Succederà lo stesso anche in Italia?

 

Per il responsabile comunicazione del Partito Democratico, Paolo Gentiloni, “…Il passaggio al digitale terrestre nell’area romana va seguito con grande attenzione, ho visto un eccessivo trionfalismo”.

 

“I primi dati Auditel dei primi due giorni dopo lo switch-over, il trasferimento di RAI2 e Rete 4 sul digitale, sembrano testimoniare una certa difficoltà tra i telespettatori romani nei confronti della nuova tecnologia”.

“Gli ascolti dell’intera giornata parlano chiaro“, ha riassunto il responsabile comunicazione del Pd: “RAI2 nella media tra il 16 e il 17 giugno ha totalizzato a livello nazionale il 7.2 e nel Lazio il 3.8, mentre Rete4 ha totalizzato in Italia il 7.8 e nel Lazio il 3.7. La differenza tra Lazio e Italia è, dunque, ha sottolineato Gentiloni, del meno 47% per RAI2 e del meno 52% per Rete4.

 

“Il passaggio al digitale è una grande opportunità positiva per la televisione, ma va condotto con tempi e modalità che mettano in condizione tutti i telespettatori, anche quelli tecnologicamente meno avvertiti, di affrontare il cambiamento”.

“Su questo – ha concluso Gentiloni – ci aspettiamo un maggiore impegno dal Governo e dagli operatori televisivi”.

 

E proprio per fare il punto della situazione, affrontare le problematiche emerse e avviare tutte le politiche necessarie per tutelare i cittadini e gli operatori del settore, l’assessore alla Tutela dei Consumatori e Semplificazione Amministrativa della Regione Lazio, Vincenzo Maruccio (Idv), di concerto con il Corecom, ha convocato il tavolo di confronto con le associazioni dei consumatori, i rappresentanti del consorzio Dgtvi, delle emittenti locali e degli antennisti, inaugurato ad hoc la notte fra il 15 e il 16 giugno.

 

Intanto il Codacons ha avvertito i consumatori: “…Chi deciderà di non acquistare il decoder e quindi di non passare al digitale terrestre non dovrà più sostenere la spesa relativa al canone Rai”. Aggiungendo: “Quando tutti i canali televisivi passeranno al digitale, il canone Rai non potrà più essere richiesto a quei cittadini che non acquisteranno il decoder, in quanto di fatto è lo stesso Stato che oscura a costoro la televisione, impedendogli di vedere qualsiasi canale. Già da adesso chi non si è dotato del decoder dovrebbe riavere indietro 1/3 di quanto pagato per il canone, non potendo vedere uno dei tre canali Rai”.

Inoltre, “vogliamo sapere – ha detto ancora l’associazione – che fine faranno i fondi inutilizzati relativi al contributo da 50 euro, istituito per l’acquisto del decoder. Molti cittadini, infatti, non essendo in regola con il pagamento del canone Rai, non faranno richiesta del contributo, e molti soldi rimarranno inutilizzati”.

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