iPhone: i senatori Usa contro i contratti esclusivi, ‘Limitano la concorrenza e la scelta dei consumatori’

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


iPhone

I senatori americani hanno chiesto alla FCC di indagare sulla questione dei contratti esclusivi che legano i produttori di telefonini e gli operatori, come quelli richiesti ad esempio dai rivenditori dell’iPhone, che costringono i clienti a sottoscrivere un abbonamento a un determinato operatore se non vogliono pagare il telefonino molto di più.

 

In una lettera del 15 giugno al presidente FCC Michael Copps i senatori John Kerry, Byron Dorgan Amy Klobuchar e Roger Wicker si sono detti preoccupati per la questione dell’esclusività dei contratti tlc, opzione che “limiterebbe ingiustamente la scelta dei consumatori e avrebbe un impatto negativo sulla concorrenza nel mercato wireless”, finendo, in ultima analisi, per indebolire la capacità di innovare delle aziende.

 

La Rural Cellular Association , che rappresenta più di 80 operatori ha recentemente presentato una petizione per chiedere alla FCC di analizzare l’impatto sulla scelta dei consumatori di accordi quali quelli stipulati da Apple con AT&T per l’iPhone o da LG con Verizon per il Voyager.

 

Il conflitto riguarda il ‘legame’ esclusivo che questo tipo di accordo commerciale crea con i clienti. Molti Paesi europei hanno leggi che impediscono di obbligare i consumatori ad acquistare un prodotto con la condizione di doverne acquistare anche un altro e anche in Europa, al lancio dell’iPhone, si è scatenata la polemica riguardo l’esclusività degli accordi tra Apple e gli operatori, innestata innanzitutto da Vodafone, che ha portato la concorrente tedesca T-Mobile in Tribunale contestando il fatto che per avere un iPhone, gli utenti avrebbero dovuto per forza sottoscrivere un contratto di due anni con l’operatore: un modello contrario alle regole del mercato.

Il tribunale di Amburgo prima ha dato ragione a Vodafone – imponendo il blocco delle vendite fino a quando non fossero stati modificati i termini contrattuali vincolanti per i consumatori (le leggi tedesche impediscono infatti questo tipo di tattiche commerciali) – ma poi ha ribaltato la sentenza, permettendo a T-Mobile di vendere l’iPhone con tanto di sim lock, cioè il sistema che impedisce ai cellulari di un determinato operatore di poter funzionare con le schede di altri operatori.

 

Secondo il parere del Commissario Ue per la protezione dei consumatori, Meglena Kuneva, la pratica commerciale di Apple, che consiste nel rendere disponibile il telefonino iPhone solo ai clienti di un determinato operatore telefonico, potrebbe essere considerata illecita e, di conseguenza, non essere vincolante per i consumatori. 

 

Conformemente alle normative europee, infatti, una disposizione contrattuale che ha per oggetto o per effetto quello di limitare la libertà di scelta dei consumatori puoi, in alcuni casi, essere considerata illecita da un tribunale nazionale e, di conseguenza, non applicabile ai consumatori.

In Francia e in Germania, in base alle leggi nazionali, Apple ha dovuto offrire ai consumatori la possibilità di acquistare un iPhone ‘nudo’, messo però in vendita a un costo ben superiore di quello ‘bloccato’ (che si attestava, per i primi modelli, a 999 euro in Germania e 799 euro in Francia, invece che 399 euro).

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