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Phone center: smantellato gruppo hacker legato al fondamentalismo islamico. Rubati codici telefonici per finanziare terrorismo

Italia


6 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 cittadini pachistani, tutti da tempo residenti in Italia, e di un hacker operante nelle Filippine sono stati emessi questa mattina dalla Polizia di Stato che, in collaborazione con l’FBI ha smantellato una rete criminale con presunti legami col fondamentalismo islamico del Sudest asiatico.

 

La banda, secondo quanto reso noto dagli inquirenti, si introduceva illegalmente nei sistemi informatici di alcune compagnie telefoniche statunitensi carpiva i codici di accesso che abilitavano alle chiamate internazionali e li rivendeva.

 

L’inchiesta era partita due anni fa su segnalazione dell’intelligence Usa, che aveva segnalato alle autorità la presenza nel nostro paese di un gruppo di hacker filippini, con a capo il giordano Nusier Mahmoud, dedito al furto e al commercio di codici telefonici internazionali.

La denuncia era stata presentata dall’operatore Usa AT&T, secondo cui la truffa ha provocato dal 2003 mancati incassi per 56 milioni di dollari.

 

Dalle indagini condotte a Brescia, è emerso che i principale acquirente di questi codici per il mercato italiano e spagnolo era il gestore di un phone center pakistano, Zamir Mohammad, che ne utilizzava una parte nell’ambito della propria attività e ne rivendeva il restante.

 

I proventi di questa attività criminosa, secondo la Polizia, venivano usati per finanziare cellule di matrice integralista islamica nel sud-est asiatico.

 

L’operazione – ribattezzata ‘Pbx Hacker’ – è stata coordinata dal Servizio Centrale Antiterrorismo dell’UCIGOS e ha portato anche al sequestro di 10 phone center a Brescia, Reggio Emilia, Ancona, Ascoli Piceno e Macerata e a 16 perquisizioni domiciliari nei confronti di extracomunitari di origine pakistana e marocchina legati alla struttura smantellata.

Il GIP di Brescia ha ipotizzato i reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode informatica mediante accesso abusivo a sistemi informatici o telematici e detenzione e diffusione di codici di accesso ai sistemi stessi.

 

Operazioni simili sono in corso anche in altri paesi europei tra cui Spagna, Germania e Svizzera dove il gruppo criminale avrebbe esteso i suoi affari nel corso di questi anni.

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