Italia
Sempre più italiani – sarebbero oltre 10 mila – soffrono di dermatiti scatenate dal nichel o da altri parti metalliche del cellulare.
Le parti colpite sono ovviamente il viso e le orecchie, che presentano i segni classici della dermatite da contatto: arrossamento, prurito, vescicole.
I telefonini contengono al loro interno metalli molto dannosi (piombo, litio e nichel-cadmio) che possono causare, oltre a irritazioni quali la dermatite, anche patologie molto serie quali l’asma.
Anche se le normative europee pongono dei limiti all’uso di metalli come il nichel nella bigiotteria, non esiste al momento alcuna norma che ne regoli l’utilizzo nei cellulari, che pure sono oggetti enormemente diffusi e utilizzati, soprattutto tra i giovanissimi, che sono poi i soggetti più colpiti dalle dermatiti.
“Purtroppo – ha spiegato Annarosa Virgili, direttrice della Clinica Dermatologica dell’Ospedale Universitario Sant’Anna di Ferrara – è molto difficile, quando si acquista un telefonino, sapere se contiene nichel o cromo”.
In extremis, se si possiede già un cellulare e questo presenta parti esterne che si teme possano scatenare qualche allergia, è consigliabile utilizzare gli auricolari o ricoprire il telefonino con un rivestimento protettivo in plastica o tessuto.
A novembre del 2008,
“Contatti ripetuti e prolungati con apparecchi che contengono nichel rendono più probabile l’insorgenza di una reazione cutanea in coloro che vi sono allergici”, ha spiegato Graham Lowe, dalla British association of dermatologists, sottolineando che molti dottori ignorano del tutto la possibilità che a scatenare questo tipo di reazioni possa essere il cellulare.
In attesa di una normativa europea più stringente, delle dermatologie legate all’uso del cellulare si discuterà all’84esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), che si terrà a Firenze giovedì 11 giugno.