Unione Europea
Il 6 e 7 giugno 2009, milioni di cittadini da 27 diversi paesi voteranno per scegliere i loro rappresentanti al Parlamento Europeo, l’unica istituzione parlamentare dell’Unione europea eletta direttamente da quello che è il secondo elettorato democratico al mondo per grandezza (dopo l’India), con più di 490 milioni di persone.
I 736 deputati che vinceranno le elezioni resteranno in carica fino al 2014 e prenderanno decisioni che impatteranno sulla vita di tutti i cittadini, relative a temi cruciali quali la crisi economica, i cambiamenti climatici, l’immigrazione, la sicurezza, i diritti dei consumatori.
Dal momento che queste questioni riguardano la vita di tutti i cittadini della Ue, il Parlamento ha deciso di avviare una campagna su tutti i social media – da Facebook a Twitter, passando per Flickr e MySpace – sperando di attrarre gli elettori più giovani e di sciogliere le ampie sacche di ‘euroindifferenza’ che ancora attraversano l’Europa (secondo un sondaggio di Eurobarometro, ad esempio, 7 elettori su dieci ignorano la data del voto).
Eppure sono molte le battaglie portate avanti dall’Unione europea, e in particolare dal Parlamento, soprattutto in fatto di tutela dei consumatori: nel campo delle telecomunicazioni, ad esempio, è stato grazie alla determinazione degli europarlamentari che si è stabilito di mettere un tetto alle tariffe del roaming – quelle che si pagano per utilizzare il cellulare in un paese diverso dal proprio – considerate un vero e proprio latrocinio nei confronti dei cittadini Ue.
Grazie al regolamento sul roaming approvato dal Parlamento il prezzo massimo per chiamare dall’estero scenderà gradualmente a partire da luglio, fino a 0,35 centesimi al minuto nel 2011, contro gli attuali 0,49. E sugli SMS, taglio netto sulle tariffe già da quest’estate: massimo 0,11 centesimi per un messaggio all’estero, contro 0,29 oggi.
Il Parlamento ha anche insistito sulla necessità di tariffe più trasparenti per collegarsi a internet dall’estero, dopo che molti cittadini si sono visti addebitare bollette da svariate migliaia di euro per il semplice fatto di aver magari scaricato una canzone mentre si trovavano all’estero.
Molte, quindi, le iniziative per tutelare i minori che, sempre più numerosi, navigano su internet: ultima in ordine di tempo, la battaglia contro il “grooming” (ossia l’adescamento online dei minori a scopo sessuale) e i gestori di forum pedofili, ma anche quella per pretendere dai produttori di videogiochi l’utilizzo di un sistema di etichettatura tale da permettere l’immediata identificazione di un gioco non adatto ai bambini.
Il Parlamento si è battuto inoltre per sostenere la tutela dei consumatori che fanno shopping su internet, sollecitando governi e industrie a garantire norme chiare e informazioni trasparenti, nonché ad assicurare che chi sceglie il web – soprattutto in un momento di crisi come quello attuale – possa poi godere degli stessi diritti di un normale acquisto in particolare per quanto riguarda la consegna, il trasferimento del rischio, la conformità contrattuale e le garanzie commerciali.
Pur mantenendo salda la necessità di lottare con determinazione contro i crimini commessi su e tramite Internet, il Parlamento si è però battuto per la tutela della privacy e la libertà di espressione dei consumatori online.
Maggiori garanzie sono state inoltre richieste da Parlamento per quanto riguarda l’esposizione dei cittadini alle onde elettromagnetiche potenzialmente rischiose per la salute, specie per i giovani. Il Parlamento ha sollecitato la revisione dei limiti dell’esposizione della popolazione e la pubblicazione di una guida sulle opzioni che la riducono, chiedendo inoltre di allontanare ripetitori e tralicci da scuole e ospedali, pubblicare mappe sull’esposizione, condividere antenne e trasmettitori tra gli operatori, avviare campagne di sensibilizzazione e rafforzare la ricerca.
E ancora: il Parlamento ha adottato nuove regole per proteggere i passeggeri di tutti i mezzi di trasporto e ha avuto un ruolo cruciale nella realizzazione di una legge che stabilisce regole chiare ed eque che permettono a tutte le imprese di servizi europee di operare liberamente in un altro paese UE, senza danno per i lavoratori locali.
Gli europarlamentari hanno inoltre mantenuto alti gli obiettivi della lotta ai cambiamenti climatici, e così è passato il pacchetto che prevede una riduzione del 20% delle emissioni di CO2, un miglioramento del 20% in termini di efficienza energetica e un 20% di energia rinnovabile entro il 2020.
Determinante è stato inoltre il voto dell’europarlamento in materia di pubblicità durante i programmi per ragazzi, di etichette d’origine (per sapere con esattezza da dove vengono il latte, il cioccolato, lo zucchero, ma anche per bloccare le etichette ingannevoli tipo “dimagrante” o “snellente” quando le proprietà nutrizionali non sono dimostrate) e di sicurezza dei giocattoli (fissati standard di qualità, per assicurare che le sostanze contenute negli imballaggi e nei prodotti non presentino rischi per la salute).
Il voto europeo, dunque, si rivela determinante: attraverso l’esercizio del nostro diritto-dovere potremo infatti mandare al Parlamento europeo i deputati che riteniamo meglio potranno difendere i nostri diritti.