Italia
Paolo Zocchi è venuto meno all’affetto dei suoi cari e delle persone che l’hanno conosciuto e apprezzato, per le sue qualità personali e per la sua competenza.
Pubblichiamo di seguito un ricordo di Flavia Marzano.
Alla famiglia le condoglianze della redazione di Key4biz.
I funerali si terranno a Roma, giovedì 4 giugno alle ore 15:00 presso la Parrocchia di San Giovanni Cristonomo, Via Emilio De Marchi (Nomentano).
Discutevamo tra il serio e il faceto, ci azzuffavamo in privato e in pubblico senza ritegno, come due fratelli… ma, come e meglio di due fratelli, non portavamo rancore e finivamo col trovare un accordo e l’equilibrio… sì, finivamo sempre con un sorriso.
Ci siamo conosciuti nel 2000, Paolo all’epoca lavora per una ditta romana d’informatica.
Paolo va a parlare con un assessore della Provincia di Pisa, dove avevo vinto una gara per una consulenza strategica.
L’assessore dopo un primo colloquio lo manda da me per verificare tecnicamente di che cosa si trattasse… abbiamo parlato di lavoro per un’ora, siamo poi andati a pranzo insieme e al caffè avevamo già deciso di fondare UnaRete, associazione per la Democrazia digitale, nata puntualmente qualche mese dopo. Non “contro” ma “per”… su questo ci siamo trovati immediatamente d’accordo. E subito dopo abbiamo co-fondato l’associazione “Il Secolo della Rete, for a free knowledge society”.
Da lì in poi non ci siamo più persi di vista, abbiamo discusso, condiviso, litigato come fratelli, combattuto insieme per un Paese più innovativo.
Ci siamo trovati ancora insieme in Provincia di Roma a lavorare per Vincenzo Vita (allora assessore, oggi senatore), scrivendo con Patrizio Fausti il “Piano di Innovazione Digitale della Provincia”. Abbiamo discusso a lungo, abbiamo pianificato l’innovazione della Provincia, ci siamo confrontati con chiunque avesse voglia e tempo di dirci la sua… un bel lavoro… e ci siamo anche divertiti.
Ci siamo trovati a lavorare insieme al primo progetto di eDemocracy della Provincia di Roma, PRODEAS – Provincia Digitale e Accesso Sociale; anche il nome era suo, così come l’acronimo. Poi lui è andato a lavorare per il Ministro per gli Affari Regionali, Linda Lanzillotta. Era entusiasta di poter finalmente fare qualcosa di concreto, produrre risultati su cui aveva lavorato per tanti anni.
Nel 2003 abbiamo scritto un libro insieme “Digital Divide, La nuova frontiera dello sviluppo globale” edito da Franco Angeli. Poi mi ha invitato a scrivere un articolo nel primo libro bianco della Margherita sull’Innovazione… ero titubante (mai stata della Margherita e quel partito non mi assomigliava un gran che a dire il vero)… mi ha lasciato dire quello che pensavo, anche agli incontri interni del suo partito in cui si discuteva di come fare il libro bianco, che cosa dire, in che direzione portare l’innovazione del Paese… mi ha lasciato scrivere quello che pensavo, senza correggere una virgola.
L’ho fatto per tre anni di fila, ho scritto d’innovazione nella PA sul libro bianco della Margherita… poi il PD e la sua storia, da me non condivisa in pieno, e i suoi tentativi di coinvolgermi… non c’è mai riuscito se non per farmi scrivere alcuni documenti, aiutare candidati a definire la parte tecnologica dei programmi elettorali, partecipare a eventi… L’ultimo a Firenze, “La politica dell’Innovazione, l’Innovazione della politica” in cui, grazie all’intervento di Paolo sono riuscita a parlare (vi sembrerà strano ma non è così ovvio, siamo in democrazia, ma con le sue “regole”… rigide anziché no).
E lì, come al solito, ho fatto Mafalda, ho detto la mia senza troppi peli sulla lingua… ho bacchettato i politici che parlano e se ne vanno, i politici che vivono nel 2009 e si comportano come se le tecnologie non esistessero o peggio le utilizzano come utilizzerebbero la carta, i politici che non rispondono alla posta elettronica, i politici che fanno un sito in campagna elettorale e lo lasciano morire il giorno dopo le elezioni. Ho proposto una scuola d’innovazione per i politici.
Dopo, a cena, gli ho chiesto se ero stata troppo scortese o dura: “…No – mi ha detto – se pensavi quello che hai detto, hai fatto bene e a dirlo…” e ha colto immediatamente la mia proposta di scuola per i politici… ci stava lavorando su, mi ha detto qualche giorno fa, spero che si faccia ancora, anzi con maggiore convinzione, anche per Paolo!
Siamo rientrati a Roma in auto, con Nello Iacono, Leonardo Bertini e Giovanni Aliverti, era molto tardi, prima avevamo cenato tutti insieme parlando di come fare la scuola di innovazione per i politici. Tra un po’ di stanchezza e tanto sonno siamo comunque riusciti a continuare a parlare di futuro, di progetti, d’idee per come uscire dall’impasse di un Paese che non innova ma teme il proprio futuro.
Un’altra bella esperienza è stata ELISA. Quando Paolo era consigliere del Ministro agli Affari Regionali abbiamo dato il via al Programma ELISA, una delle poche cose che il Governo Prodi abbia fatto, se pur con i suoi limiti, per Innovare questo Paese. ELISA, che ancora funziona, che ancora produce progetti e condivisione di competenze, ELISA che anche questo Governo sta portando avanti, con grande soddisfazione e orgoglio per Paolo: era una sua “creatura”!
Per trovare il nome “ELISA” ci siamo scambiati decine di SMS e eMail fino a che abbiamo trovato quello che ci piaceva e di cui l’acronimo avesse un significato vero e condivisibile… ci divertivamo anche così.
Coordinatore del PORE, Paolo ha messo in piedi diversi tavoli di concertazione e discussione sui temi a lui cari: infomobilità, sicurezza, beni culturali, open source,… Su quest’ultimo abbiamo progettato, condiviso e discusso le linee guida, scritte anche con Roberto Galoppini, esperto di “commercial open source”.
Ci siamo fermati su ogni singola parola per trovare l’equilibrio e la chiarezza, per trovare i contenuti che fossero condivisi dalla maggior parte delle persone, per trovare significati e per offrire uno strumento davvero utilizzabile da tutti.
Ci venivano mille idee a minuto e dovevamo fermarci a vicenda per non ficcarci in un mare di attività che non saremmo mai stati in grado di portare avanti: dalla prima, fondare UnaRete, all’ultima organizzare un convegno dal titolo un po’ speciale (anche su questo abbiamo discusso a lungo): “Occasione perduta? La società dell’informazione e della conoscenza in un paese anormale”.
A partire dal titolo abbiamo raccolto critiche, giudizi duri e improperi, adesioni e dinieghi (gentili alcuni, durissimi altri) ma siamo andati avanti, è stato un bellissimo “non-convegno”, un incontro di teste, di cuori e di passioni. Un fine settimana intero (dal venerdì alla domenica) che i partecipanti hanno rinunciato a fare in famiglia per venire a discutere tutti insieme, per provare a capire dove andare e quale futuro potevamo progettare, insieme!
Abbiamo coinvolto giovani e giovanissimi, persone con grandi passioni e competenze…
La storia non finisce qui, ma finisce qui… con le motivazioni con cui stiamo chiedendo al Partito Democratico di intitolare una Sala della sede romana a Paolo.
Per aderire alla proposta abbiamo costituito un gruppo su Facebook: “Con il suo lavoro, la sua passione, la sua capacità e la sua tenacia ha contribuito a far nascere il confronto sull’Innovazione nel Paese. Il suo contributo nella Margherita prima e nel PD poi ha permesso lo sviluppo di un dibattito profondo e il coinvolgimento di molte persone intorno al centro-sinistra. Il suo impegno è un esempio per le molte persone con cui ha discusso e dibattuto ma sopratutto costruito un terreno di confronto umano che ha permesso l’instaurarsi di una relazione franca, seria e profonda. L’osservatorio ICT della Margherita, che ha fondato, è stato un luogo di confronto per molte anime del centro-sinistra, un luogo di lavoro aperto e che ha visto il coinvolgimento di vasti settori del mondo ICT e di persone anche non obbligatoriamente del suo partito. L’osservatorio ha contribuito in modo decisivo a far nascere in Italia la consapevolezza che il settore ICT fosse nevralgico per lo sviluppo del Paese. Da quella esperienza sono usciti contributi importanti. Anche chi non era d’accordo con Paolo politicamente riconosceva e riconosce la sua umanità e la sua energia coinvolgente. Questo prezioso contributo merita un riconoscimento da parte del PD intitolando a lui un’aula riunioni presso la sede nazionale del PD dove per anni l’osservatorio ICT si è riunito.”
Non è l’ultimo saluto, non è nemmeno un saluto, è solo una storia, la nostra storia, una storia che non finirà oggi, continuerò la sua strada, continueremo la sua strada, la strada che l’amico Paolo ha segnato per noi e con noi con tanto entusiasmo, passione e competenza.
La continueremo per noi, per lui, per la sua famiglia: le persone che amava più di ogni altra cosa al mondo. Gli brillavano gli occhi quando parlava dei suoi figli!
I mille pensieri, messaggi, sms che mi sono arrivati in questi giorni mi hanno fatto venire la voglia di condividerli: ho raccolto alcuni pensieri di suoi amici e conoscenti, li ho pubblicati per far capire a tutti che persona è Paolo: una persona meravigliosa, generosa, insostituibile, nessuno è come lui, mi mancherà come l’acqua e l’aria…
Non ci sono conclusioni, finisco con una sua frase, una delle tante per cui vale la pena averlo conosciuto: “Voglio essere orgoglioso di vivere in un paese che può tornare a sognare”.