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La magistratura iraniana ha dato ordine di ripristinare l’accesso al social network Facebook, il cui blocco lo scorso 23 maggio ha sollevato le proteste dei sostenitori di Mir Hossein Mousavi, il candidato riformista alle presidenziali del prossimo 12 giugno. Questi ultimi, infatti, sospettavano che la decisione fosse stata presa per ostacolare la campagna elettorale di Mousavi. La notizia è riportata dall’agenzia d’informazione Ilna, che ha già espresso il proprio sostegno a Mousavi che, secondo gli ultimi sondaggi, è il più accreditato rivale di Mahmoud Ahmadinejad, l’attuale presidente, che punta al secondo mandato consecutivo.
La decisione di bloccare l’accesso al più famoso social network del mondo, secondo l’Ilna, era stata presa da “un comitato composto da rappresentanti del ministero dell’Interno, dell’intelligence e della magistratura“, che hanno motivato la loro scelta sostenendo che Facebook “è uno strumento moralmente ed eticamente inaccettabile“. In realtà, secondo gli attivisti che appoggiano Mousavi, si sarebbe invece trattato di una manovra di Ahmadinejad, preoccupato dal successo di Mousavi, che usa il sito come strumento di campagna elettorale.
Il gruppo dedicato al candidato riformista ha già superato i cinquemila sostenitori (vai alla pagina di Facebook) e ha distanziato di gran lunga quello dedicato ad Ahmadinejad, fermo a 1.700. Mousavi, infatti, si rivolge a un elettorato prevalentemente composto da giovani, solitamente più inclini ad appoggiare i riformisti e i cui voti saranno decisivi per l’esito delle consultazioni. La maggior parte dei 46 milioni di elettori iraniani ha meno di 30 anni e ha familiarità con internet e le nuove tecnologie.
Sulla vicenda era intervenuto anche Facebook che, attraverso il portavoce Debbie Frost, aveva commentato: “…siamo dispiaciuti per quanto accade in un momento così delicato” per la politica di questo Paese e specie perché agli elettori “viene impedito di rivolgersi a internet per avere informazioni sui candidati e leggere le diverse opinioni”.
“…Siamo convinti – aveva aggiunto – che la gente nel mondo debba avere la possibilità di usare Facebook per comunicare e condividere informazioni con amici, familiari o colleghi”.
“…E’ una vergogna – aveva concluso – quando la preoccupazione culturale o politica di un Paese porta a limitare la condivisione e la diffusione di informazioni fornite dal web”.
Intanto, come avevamo già anticipato nei giorni scorsi, la russa Digital Sky Technologies ha deciso di investire in Facebook, valutando la rete sociale 10 miliardi di dollari. Dts stanzierà 200 milioni dollari per acquistare azioni privilegiate Facebook, arrivando a controllare l’1,96% della società. E’ la prima volta dall’ottobre del 2007, quando Microsoft acquistò l’1,6% della società, che Facebook raccoglie fondi.
Dts punta inoltre ad acquistare 100 milioni di dollari di azioni ordinarie Facebook dagli attuali azionisti, consentendo così ai dipendenti della rete sociale di esercitare le proprie opzioni senza attendere un eventuale sbarco in borsa: i dettagli di questo progetto saranno illustrati nei prossimi mesi ma di sicuro non si tradurranno in un posto nel consiglio di amministrazione di Facebook per la società russa.
La quotazione “…è una cosa che faremo quando saremo pronti. Attualmente non rientra nel nostro orizzonte a breve termine’, ha spiegato l’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg.
“…Riteniamo che le social network modifichino radicalmente il modo in cui le persone interagiscano e comunicano. Sulla base di ciò che abbiamo appreso sul nostro mercato domestico abbiamo deciso di espanderci all’estero“, ha precisato l’amministratore delegato di Dst, Yuri Milner. Il gruppo russo, creato nel 2005, vanta 30 investimenti in Russia e in Europa, incluso Mail.ru, il maggiore portale internet russo. I siti Dst rappresentano il 70% delle pagine in lingua russa online.
Facebook sta crescendo rapidamente e di recente ha raggiunto i 200 milioni di utilizzatori attivi. La maggior parte della sua crescita è concentrata a livello internazionale, dove la società subisce forti pressioni per monetizzare il proprio traffico. Allo stesso tempo i costi di capitale aumentano in quanto la società è costretta a interventi decisi per far fronte alla crescente attività sul suo sito.
“…Facebook ha aumentato gli utilizzatori ma, sfortunatamente, questo si traduce in un aumento dei costi”, hanno spiegato alcuni analisti.
“…Fino a quando crescerà avrà bisogno – hanno aggiunto – di ulteriori capitali per aumentare la sua capacità”.
E Facebook prevede di crescere quest’anno del 70%: secondo alcune stime gli utili 2009 si attesteranno a 500 milioni di dollari.