Italia
Multe complessive per 460 mila euro sono state comminate dall’Autorità antitrust a Telecom Italia e Vodafone, la prima relativamente alla campagna pubblicitaria dell’offerta “Alice casa senza canone”, la seconda in merito ai comportamenti posti in essere in relazione alle offerte commerciali “Vodafone Casa Internet e Telefono”.
Il filmato promozionale contestato a Telecom Italia, ha spiegato il Garante, attraverso l’affermazione della testimonial: “Abbiamo la nuova Alice Casa. Telefonate nazionali illimitate, Internet, Alice Home TV e Sky. È la prima offerta Telecom senza canone!”, ripresa dalla dicitura ben visibile: “Alice Casa senza canone”, promette enfaticamente al pubblico che, aderendo alla nuova tariffa di Telecom sarà possibile godere di condizioni particolarmente vantaggiose e, in particolare, effettuare telefonate nazionali illimitate, nonché usufruire di Internet, Alice Home TV e Sky, senza il pagamento di alcun canone.
Dalle risultanze istruttorie è emerso invece che i clienti che hanno aderito all’offerta si sono visti costretti a pagare “un costo forfetario mensile per la fruizione dei servizi (telefonate nazionali illimitate verso tutti i telefoni fissi, navigazione internet illimitata ed Alice Home TV, a richiesta del cliente) pari ad almeno 42 euro (per l’adesione al profilo “Alice Casa Maxi”) o di 47 euro (per l’adesione al profilo ‘Alice Casa Power’)” oltre ad eventuali 7 euro aggiuntivi nel caso di adesione all’abbonamento Sky in assenza della linea telefonica tradizionale e, quindi, senza il pagamento del relativo “canone” mensile, pari a 14,57 euro.
Il messaggio, secondo il Garante appare pertanto “idoneo ad indurre in errore i consumatori in ordine alle condizioni economiche del servizio pubblicizzato, potendo indurli a credere, contrariamente al vero, che l’offerta non implichi il pagamento di alcun costo fisso mensile” e la società è stata multata per 200 mila euro.
A Vodafone sono stati invece contestati alcuni messaggi diffusi attraverso uno spot televisivo e tramite le pagine web del sito internet della società, relativi alle offerte commerciali “Vodafone Casa Internet e Telefono”.
Lo spot, in particolare, risulta ingannevole nella misura in cui, ha spiegato il Garante, lascia intendere che una volta acquistata la Vodafone Station, “sia possibile usufruire da subito sia del telefono fisso, sia della connessione internet”, quando, in realtà, “per un periodo iniziale di cui non viene precisata la durata, il traffico voce e dati sono possibili solo tramite la connessione radiomobile UMTS”, e non ADSL, così come promesso nello spot televisivo.
La limitazione viene indicata da una dicitura che però scorre sullo schermo così veloce da risultare illeggibile.
Le medesime omissioni informative, ha aggiunto il Garante, “sono rinvenibili nel messaggio di aggancio rilevato, in data 10 novembre 2008, sulla homepage del sito internet della società che tralascia di indicare che i servizi internet sono da subito disponibili solo tramite connessione radiomobile in modalità UMTS/HSDPA per un periodo dalla durata indeterminata, in attesa dell’attivazione della linea telefonica fissa in modalità ADSL”.
Le informazioni relative alle offerte “Flat” e “Tutto Flat”, tralasciavano inoltre di segnalare l’esistenza di un costo aggiuntivo per l’utente di 49 euro rispetto al canone mensile pubblicizzato come “All inclusive” e di una soglia per le due direttrici di traffico, rispettivamente pari a 1.000 minuti al mese per il traffico verso i cellulari Vodafone e pari a 3.000 minuti al mese per le chiamate verso i numeri fissi nazionali
Il Garante ha indicato altresì di aver ricevuto svariate segnalazioni tra agosto 2008 e aprile 2009 da clienti Vodafone che lamentavano la consegna con molto ritardo – o addirittura la mancata consegna – della Vodafone Station, con la conseguente impossibilità di fruire dei servizi dati e delle promozioni. In altri casi sempre segnalati all’Autorità, Vodafone avrebbe consegnato la Vodafone Station senza l’espressa richiesta dei consumatori, senza tra l’altro comunicare la procedura di restituzione degli apparati consegnati in comodato d’uso, in caso di esercizio della facoltà di recesso. La società quindi, non avrebbe prontamente proceduto alla disattivazione della linea a seguito della richiesta di cambio operatore avanzata dai consumatori e avrebbe emesso fatture nei confronti dei consumatori senza che questi avessero usufruito dei servizi in questione a causa della non avvenuta portabilità.
Comportamenti che, ha aggiunto il Garante, hanno determinato per i consumatori significativi disagi “dovuti all’insufficiente comunicazione sulle caratteristiche e condizioni di un servizio/prodotto tecnologicamente innovativo che avrebbe necessitato, proprio in virtù del requisito di novità, che venissero diffuse il più ampiamente possibile informazioni dettagliate e puntuali”
Considerati tali elementi, il garante ha comminato a Vodafone una multa di 260 mila euro.