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Una possibile decisione da parte di Mediaset se restare o lasciare il bouquet di Sky Italia avverrà “dopo l’estate“. Ad affermarlo, a margine della firma del codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive, è il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri. “E la Rai che ci sta riflettendo in questo momento, a noi non ci riguarda” ha aggiunto Confalonieri.
Il 14 maggio scorso il Cda della Rai ha dato mandato al direttore generale, Mauro Masi, di avviare le trattative con Sky per poi prendere una decisione sulla permanenza o meno sulla piattaforma satellitare.
La Rai ha un obbligo di presenza su “ogni” piattaforma, ma non su “tutte“: per quel che riguarda il satellite, “spetta all’azienda scegliere quale sia la piattaforma più indicata”, ha affermato il viceministro delle comunicazioni, Paolo Romani, interpellato sulla trattativa. Insomma, nessun obbligo per la Rai di rimanere sulla piattaforma Sky. Tuttavia, ha spiegato il sottosegretario, “sono problemi interni dell’azienda e sarebbe improprio che io parlassi ora“. Così come “improprio” sarebbe commentare l’ipotesi che la Rai pretendesse da Mediaset garanzie per un’uscita contemporanea da Sky.
Masi inizierà in tempi brevi la negoziazione, che al momento appare però estremamente difficile: alle attuali condizioni, infatti, l’offerta ricevuta viene ritenuta impraticabile. La nostra proposta è “congrua“, ha replicato Sky, che tuttavia si è detta pronta alla trattativa. Il Dg lavorerà quindi su costi e benefici, ovviamente non solo economici, della complessa operazione che tocca molti punti sensibili. Ad esempio, per il presidente Paolo Garimberti ci sarebbero tre questioni da chiarire per la Rai prima di decidere se prendere o lasciare. Per prima cosa, a suo avviso, serve chiarezza sul punto della “neutralità tecnologica“. Ovvero bisogna avere chiaro – per Garimberti – se la Rai debba o meno essere presente su tutte le piattaforme tecnologiche oppure no.
Su questo infatti c’è una lettura del Contratto di servizio che va approfondita, secondo la quale la Rai avrebbe l’obbligo di essere presente su tutte le piattaforme per garantire nel modo più ampio possibile il proprio ruolo, per il quale i cittadini pagano poi il canone.
La seconda è quella della discesa contestuale o meno di Mediaset dalla piattaforma di Sky per passare esclusivamente a quella di Tivù, come sceglierebbe di fare
Per il presidente servirebbe “l’assoluta certezza che Mediaset scenda esattamente nello stesso istante in cui lo fa la Rai“.
Terzo punto richiesto infine dal presidente è che “deve essere certo che nel passaggio al digitale la Rai sia, a prescindere dalla scelta fatta, sempre visibile, sia sul digitale terrestre sia sul satellite per il suo ruolo di servizio pubblico”.
La discussione è partita dal documento di circa 60 pagine che era stato consegnato ai consiglieri di Viale Mazzini e, dopo la decisione del Cda, ora si aspettano le comunicazioni del Dg. Qualora poi si decidesse di proseguire sulla strada dell’accordo con Sky, si sottolinea ancora in ambienti Rai, servirebbero “molti più soldi”.
A Sky “l’avvio della trattativa con la Rai viene visto positivamente“: d’altronde, si è sottolineato, era stata proprio la Tv satellitare ad “avanzare un’offerta, non avendo ricevuto alcuna proposta di rinnovo del contratto da parte della Rai“.
Si tratta di 350 milioni – cioè 50 milioni l’anno per sette anni – per i canali di Rai Sat (Extra, Premium, Cinema, Smash Girls, Yo Yo, mentre il precedente contratto prevedeva anche Gambero Rosso); più circa 75 milioni per le produzioni di Rai Cinema. In più, si stimano in 7-8 milioni l’anno i proventi pubblicitari raccolti dalla Sipra attraverso il satellite. Tale offerta, si è spiegato ancora da Sky, viene ritenuta “frutto di un ragionamento molto ponderato“, quindi “congrua” e “in linea con gli standard del mercato. In ogni caso – si è precisato – come accade in tutte le trattative, siamo pronti a discutere“. Dalla Tv di Murdoch – che aveva chiesto alla Rai una risposta entro il 21 maggio – si fa però presente “con fermezza” il problema dei tempi: “Il contratto scade il 31 luglio, ma per rispetto degli abbonati, qualora l’accordo per i canali di Rai Sat non fosse rinnovato, bisognerebbe predisporre un’offerta alternativa”.