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Digitale terrestre: approvata Legge Comunitaria sulle frequenze Tv

Italia


La Camera ha concluso le votazioni sugli emendamenti e gli articoli del disegno di legge Comunitaria 2008 ma ora si attende l’esame in terza lettura del Senato. Il provvedimento contiene le misure per chiudere la procedura d’infrazione Ue sulla Legge Gasparri. La norma, introdotta nel corso dell’esame del provvedimento in Commissione, recepisce la delibera dell’Agcom dello scorso aprile relativa al digitale terrestre.

 

Come ha spiegato il viceministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, è il secondo tassello del percorso messo a punto con la Ue e che dovrebbe essere completato dalla gara per i cinque multiplex.

 

Altro provvedimento quello che riguarda la pubblicità televisiva: ci sarà la pubblicità occulta anche nei programmi Tv ma il governo vigilerà sul rispetto delle norme per la tutela dei minori.

 

La Commissione Europea è pronta a “…chiudere la procedura di infrazione” aperta a carico dell’Italia nel 2006, ha assicurato Romani, spiegando che i Commissari Ue alla Concorrenza Neelie Kroes e ai Media Viviane Reding gli hanno scritto una lettera indicando tre condizioni, in via di realizzazione, per chiudere la procedura di infrazione.

La Ue ha quindi chiesto: l’adozione di una delibera sul dividendo digitale che riguarda le nuove reti che si libereranno con il passaggio alla nuova tecnologia, in base ai criteri già individuati dall’Agcom; l’inserimento di tali criteri in una norma primaria di legge; la realizzazione del disciplinare di gara per l’assegnazione delle nuove frequenze come stabilito.

 

Il viceministro ha sottolineato che “la prima condizione è già realizzata, perché l’Autorità ha approvato l’apposita delibera lo scorso aprile; la seconda è in via di confezione, perché con un emendamento abbiamo acquisito la delibera dell’Agcom nella legge comunitaria che è in corso di approvazione alla Camera. Quanto alla terza condizione, c’è l’impegno a realizzare la gara come stabilito dall’Authority”.

Il sottosegretario ha spiegato che sarà previsto un dividendo digitale di cinque multiplex che saranno messi a gara in base ai criteri già definiti: tre saranno riservanti ai nuovi entranti, due saranno destinati a qualsiasi offerente, fermo restando il limite di cinque multiplex per ciascun operatore fino allo switch-off.

Quanto alla gara, “…è prevista entro fine anno – ha concluso Romani – ma pensiamo di farla anche prima”.

 

La procedura d’infrazione, aperta con una lettera di messa in mora all’Italia del luglio 2006, accusava le legge Gasparri di attribuire un “chiaro vantaggio” agli incumbent ovvero gli attuali grandi broadcaster – Rai e Mediaset -, nelle modalità del passaggio al digitale terrestre, e questo a danno dei new entrant sul mercato radiotelevisivo e dei piccoli operatori.

Come Europa7, che già era stata discriminata per non aver ottenuto, pur avendone diritto, le frequenze terrestri necessarie per trasmettere su scala nazionale. Dopo un periodo insolitamente lungo (un anno invece degli usuali due-tre mesi), il 19 luglio 2007 la Commissione era passata al secondo stadio della procedura d’infrazione, inviando a Roma un parere motivato, ultimo avvertimento prima del ricorso in Corte di giustizia Ue. Un ricorso che ora, se l’Italia rispetterà l’accordo, non ci sarà.

 

Le condizioni dell’accordo, a cui ha fatto riferimento ieri Romani, erano già chiaramente indicate nella lettera che la Kroes e la Reding hanno inviato al sottosegretario il 3 aprile scorso. Le misure corrispondono sostanzialmente alle esigenze che i due commissari avevano posto in una precedente lettera del 4 febbraio, minacciando, nel caso che il governo non le avesse accolte, il proseguimento della procedura d’infrazione contro l’Italia.

 

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