Giappone
Il conglomerato giapponese Toshiba, attivo nella produzione di dispositivi elettrici ed elettronici, abbandonerà il settore della telefonia mobile e affiderà la fabbricazione dei suoi cellulari a una società cinese, con l’obiettivo di rendere questa attività meno onerosa.
La divisione cellulari di Toshiba, prodotti venduti per la gran parte in Giappone, ha subito un pesante tracollo negli ultimi mesi: il gruppo ha già comunicato che lo stabilimento produttivo di Tokio chiuderà i battenti a ottobre prossimo.
Verranno invece mantenute le attività di sviluppo e di produzione di prototipi, che impiegano la maggior parte dei 1.000 dipendenti della divisione.
Coloro che operano nella produzione dei telefonini, ha comunque spiegato la società, verranno reimpiegati in altri stabilimenti del gruppo, che è il settimo produttore mondiale di dispositivi elettrici e elettronici e compare tra i 20 più grandi produttori mondiali di chip.
La decisione di abbandonare la produzione di cellulari è una conseguenza del crollo delle vendite nell’arcipelago nipponico, dove nel corso degli ultimi 12 mesi sono stati venduti poco più di 35 milioni di telefonini, contro i 50 milioni dell’anno precedente.
Toshiba, che controlla il 7,3% del mercato mobile giapponese e, tra aprile 2008 e marzo 2009 ha venduto 2,6 milioni di dispositivi, si piazza al sesto posto tra i maggiori produttori nipponici (Sharp, Panasonic, NEC, etc.).
Al di fuori del mercato domestico, la sua quota è quasi inesistente, con un livello di vendite pari a qualche centinaia di migliaia di unità.
Nel corso dell’esercizio fiscale chiuso a marzo, la divisione mobile del gruppo ha visto dimezzare il proprio fatturato, crollato a 140 miliardi di yen (poco più di 1 miliardo di euro).
Al pari di molti colossi giapponesi duramente colpiti dalla recessione internazionale, il gruppo è alla ricerca di una strategia di risparmio, dopo la pubblicazione di una perdita annuale consolidata di 343 miliardi di yen (2,6 miliardi di euro).