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Digitale terrestre: la Rai si prepara allo switch-off delle prossime regioni e per i problemi di ricezione da giugno sarà attiva Tivùsat  

Italia


La Rai si prepara al digitale terrestre e lancia una forte campagna pubblicitaria. In più, in questi giorni, sono in arrivo le lettere informative che alcuni abbonati, soprattutto quelli residenti in zone già interessate al passaggio alla nuova tecnologia di trasmissione radioTv, hanno già ricevuto.

Paolo Garimberti, presidente della Rai, durante la presentazione della campagna di informazione sul passaggio alla DTT, che si intensificherà nei prossimi giorni in vista dello switch-over (la transizione anticipata di Raidue e Retequattro) in calendario il 20 maggio nel Piemonte occidentale e dal 16 giugno a Roma, ha detto che “…Il digitale è un passaggio molto importante” e “…l’impegno che posso prendermi in nome della Rai è che nessuno sarà lasciato indietro”.

 

Un incontro quello di ieri per fare il punto della situazione sulle iniziative del servizio pubblico per informare utenti e cittadini sui prossimi switch-over e switch-off in calendario per il 2009.

 

“…Tutti potranno continuare a vedere la Rai al meglio, è un impegno che prendiamo come azienda”.

“…Dobbiamo abituarci a pensare digitale – ha commentato Garimberti nel corso della conferenza -. Quello che ci aspetta non è solo un passaggio di tecnologia ma qualcosa di più e di molto più complesso perché darà una scelta più ampia e la possibilità di poter decidere cosa vedere”. Nonostante la crisi, il presidente non ha perso l’ottimismo: “Credo che anche in questa occasione la Rai manterrà il ruolo di locomotiva anche se siamo in un momento di crisi”.

 

La Rai prevede di investire una cifra di “700-750 milioni” da qui al 2012 per il digitale terrestre, ha informato il direttore generale di Viale Mazzini Mauro Masi.

“L’investimento aziendale sulla rete – ha aggiunto – si può calcolare in 290 milioni da qui al 2012, salvo integrazioni. C’è poi uno zoccolo minino di investimento sul prodotto tra 90 e 100 milioni l’anno. Già oggi, quindi, sono impegnati, al livello di budget da qui al 2012, non meno di 700-750 milioni. E’ una cifra che dovrà essere aumentata, stiamo parlando di investimenti minimi”. Il Dg ha anche sottolineato che per gli investimenti sul digitale si deve “fare i conti con bilanci problematici, ma la problematicità non deve essere calata in questo settore, che è sicuramente strategico per l’azienda”.

 

Oltre a una migliore qualità di immagine e alla possibilità di programmi interattivi, il passaggio al digitale comporterà la possibilità di introdurre nuovi canali visto che su una sola frequenza si possono trasportare circa cinque canali.

“E’ un passaggio importante – ha precisato Masi – perché la moltiplicazione dei canali disponibili ampli l’offerta ed il pluralismo, inoltre apre spazi autentici all’interattività, vero futuro della televisione e delle comunicazioni“.

 

Garantito per ancora una volta dal viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani il contributo economico per il decoder a quelle fasce di reddito sotto i 10mila euro o per gli over 65 anni.

 

Romani ha poi ricordato che, nell’ottica di anticipare i tempi del passaggio al digitale (previsto dalla Ue entro 2012), “…abbiamo definito in accordo con tutte le Regioni italiane un switch-off su base regionale“.

“…Il prossimo anno il 70% del Paese sarà coperto dal digitale terrestre. Sarebbe stato complicato spiegarlo a tutti gli italiani contemporaneamente, meglio farlo un po’ alla volta”.

 

E la Tv pubblica ha pensato bene di informare al meglio i telespettatori. “Gentile abbonato, da tempo si parla della nuova Tv, quella che usa la tecnologia digitale terrestre: ora sta per arrivare“, inizia così la lettera che la Rai sta spedendo in queste settimane a tutti gli abbonati per spiegare modalità tecniche e opportunità della nuova tecnologia.

Dopo l’avvio di una campagna di spot di tipo generalista (circa 400 sulle tre reti, che hanno raggiunto 40 milioni di persone) e poi di un’altra ad hoc per il Piemonte (oltre 200 spot, con un ascolto netto di 35 milioni di persone), si moltiplicheranno ora filmati più specifici, relativi ai singoli aspetti del digitale terrestre (come ricevere il nuovo segnale, quale decoder acquistare, come fare con le antenne) e tutte le star di Viale Mazzini, sia in day time che in prima serata, parleranno al pubblico della rivoluzione in arrivo.

 

Munirsi di decoder certificato, cioè quelli con bollino blu DGTVi, e far controllare da un antennista lo stato e la ricezione della propria antenna (ad esempio deve essere VHF e UHF, che sono le bande su cui la Rai trasmette), sono due dei principali consigli suggeriti dagli esperti del servizio pubblico, che sta per mandare in onda su radio e tv spot promozionali e informativi sul passaggio al sistema del DTT.

 

Prenderà inoltre il via entro l’estate la piattaforma satellitare Tivùsat, costituita da Rai, Mediaset e Telecom Italia Media per garantire a chi avrà problemi di ricezione dei canali, dopo il passaggio al digitale terrestre della televisione italiana, la visione dell’offerta televisiva tramite satellite.

“Non esiste un problema di diminuzione di copertura nel passaggio dall’analogico al digitale, ma aree che non sono coperte dal segnale analogico. Per queste, sarà necessario rivolgersi alla copertura satellitare. Se c’è un problema di ricezione infatti, oggi, c’è per quelle aree che hanno già problemi con l’analogico”, ha detto Luca Balestrieri, direttore del Digitale terrestre Rai.

 

Tivùsat – ha aggiunto Balestrieri – comincerà a essere operativa nell’arco di tempo dello switch-over (il trasloco di Raidue e Retequattro sul digitale, il 20 maggio nel Piemonte occidentale e il 16 giugno nel Lazio), garantendo la continuità dell’offerta“. Per ricevere le trasmissioni di Tivùsat, l’utente avrà bisogno di un nuovo decoder e una card (in vendita nella stessa scatola dei decoder) o di una ‘cam’ (un componente aggiuntivo) da adattare all’apparecchio, ma non al decoder di Sky perché è ‘chiuso’.

Balestrieri ha spiegato che per il decoder “c’è già l’impegno di tre importanti produttori di averne un numero significativo entro l’estate”.

 

Dopo Valle d’Aosta, Trento e Bolzano, le prossime date riguardano lo switch-over di Torino e Cuneo (20 maggio), Lazio (16 giungo) e Campania (10 settembre). Lettere agli abbonati, un numero verde (880 111 555) e un sito sono alcuni degli strumenti messi a disposizione dalla Rai per informare gli italiani sulla rivoluzione della DTT.

 

Lo spegnimento della televisione analogica in Valle d’Aosta, previsto tra il 14 e il 23 settembre, avverrà con modalità simili a quelle già adottate in Sardegna.

Lo ha confermato Severino Zampaglione, responsabile per la Valle d’Aosta di Rai Way, la società proprietaria della rete di trasmissione e diffusione del segnale Rai. Zampaglione ha spiegato che lo switch-off non avverrà in un’unica giornata, ma verrà eseguito dividendo la regione per zone, con tempistiche differenti nell’arco dei dieci giorni a disposizione.

“…Già da alcune settimane – ha continuato Zampaglione – sono in corso i lavori negli impianti di trasmissione per sostituire le trasmittenti analogiche con quelle digitali”.

In Valle d’Aosta sono complessivamente 73 i ripetitori televisivi dislocati sul territorio, 43 dei quali di proprietà di Rai Way e i restanti 30 delle comunità montane.

“…Sono in corso colloqui – ha aggiunto Zampaglione – perché le competenze di Rai Way possano essere messe a disposizione anche di questi ultimi’.

In Valle d’Aosta il passaggio alla Tv digitale ha già avuto una tappa nell’aprile 2007, quando è stato eseguito lo switch-over di Raidue e Retequattro nella zona di Aosta e dei comuni limitrofi. Al febbraio 2009 il ministero delle comunicazioni contava 26.290 decoder acquistati dai valdostani grazie ai contributi statali.

 

“…La rivoluzione – ha commentato Giacomo Sado, caporedattore del Tgr Valle d’Aosta – non sarà solo tecnica. Noi ci muoviamo anche sul fronte dei contenuti, in una visione che mette insieme il globale con il locale. Siamo pronti – ha annunciato – a lanciare due format sui temi della salute e del benessere. Il primo sarà un servizio di pubblica utilità mirato per l’utenza valdostana. Il secondo proporrà invece un programma divulgativo pensato per un audience più ampia”.

 

Sarà poi la volta della Campania. A settembre infatti, Rai Due e Quattro passeranno alle frequenze digitali, mentre lo switch-off è previsto a dicembre.

“…Faremo incontri già nelle prossime settimane per informare gli utenti”, ha detto Francesco Pinto, direttore del Centro Rai di Napoli, in occasione del collegamento con altri centri Rai d’Italia, Roma e Milano, per il passaggio al digitale.

Saranno previsti contributi anche in Campania, come per esempio è per il Piemonte?

 

“…E’ una trattativa che Rai sta facendo con l’Ente regionale e io mi auguro che si vada in questa direzione – ha risposto – ma sia chiaro che i contributi sono espressamente legati al pagamento del canone annuo”.

 

Il contributo in questione, attivo al momento in Piemonte, è di 50 euro per coloro che hanno un reddito annuo di 10 mila euro oppure e per gli ultra sessantacinquenni.

Eppure non tutto il territorio sia regionale sia napoletano non sempre è coperto dall’analogico, cosa fare allora? Il consiglio, come ha precisato Pinto, è “…controllare il l’impianto di antenna sia personale sia condominiale”.

“…Questo è il punto fondamentale su cui ragionare – ha spiegato – In ogni caso chi oggi riceve bene Rai Due non avrà alcun problema”.

“Ci sono aree, non solo in Campania – ha concluso – che hanno problemi specifici legati a particolari situazioni oleografiche, ma sono aree molto piccole. Il problema di Napoli è sostanzialmente un problema di antenna”.

 

Dal 13 novembre toccherà all’Alto Adige. Le novità sono state presentate dal direttore della Rai Carlo Corazzola, dal capo-redattore Maurizio Ferrandi e dal coordinatore Markus Perwanger. Anche in questo caso, agli abbonati Rai sarà inviata nei prossimi giorni unaletetra e per chi avesse dubbi c’è il sito web della Rai oppure un apposito numero verde, l’800 022 000.

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