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E’ intervenuto il Garante della Privacy in merito alla grave vicenda riguardante l’Azienda ospedaliera di Udine. L’Autorità ha avviato immediati accertamenti, chiedendo in via preliminare alla direzione dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia ogni elemento utile ad una piena valutazione del caso.
In risposta all’intervento del Garante, il direttore generale dell’Azienda ha comunicato – sulla base di quanto dichiarato dalla stessa interessata – che l’infermiera responsabile di aver messo su Facebook le foto dei pazienti non ha utilizzato attrezzature informatiche dell’Azienda, e che l’immissione delle foto è avvenuta dalla propria abitazione.
L’Azienda ha inoltre comunicato al Garante di aver interessato la Polizia Postale di Udine. L’interessata ha peraltro dichiarato che avrebbe già provveduto a cancellare dalla propria abitazione le foto nelle quali comparivano i pazienti.
L’infermiera in questione ha pubblicato sul noto sito di social networking immagini scattate durante le ore di lavoro. E in corsia, tra le foto coi colleghi ne è scappata qualcuna ai pazienti intubati e incoscienti in terapia intensiva.
A segnalare il caso, un lettore del Corriere.it che ha scritto: “Nulla di male che medici e infermieri si fotografino tra loro. Quello che è sconcertante è che in alcune di queste fotografie appaiano anche dei pazienti. Dov’è il rispetto della privacy di queste persone?”. Un errore probabilmente commesso in buona fede, ma anche un esempio dell’uso disinvolto che si fa spesso della Rete.
Il Garante da parte sua proseguirà l’attività di accertamento sul rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali, anche ai fini di un’eventuale applicazione di sanzioni nei confronti di chi sarà ritenuto responsabile della violazione dei diritti dei ricoverati e delle altre persone coinvolte.
Nel frattempo, la direzione generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Udine ha deciso di avviare accertamenti, vietando l’utilizzo di Facebook ai propri dipendenti. Carlo Favaretti, direttore dell’ospedale Santa Maria della Misericordia, ha definito la vicenda “di una gravità assoluta”.
Poche settimane fa, era stato proprio il Garante della Privacy, Francesco Pizzetti, a lanciare un avvertimento: “Estendendo l’uso della Rete e dei social network come Facebook, attraverso i quali la gente mette sul Web informazioni sui propri comportamenti, cresce il rischio che utilizzando un semplice motore di ricerca in qualunque momento chiunque può venire a conoscere queste informazioni. Internet è una grande opportunità, ma si deve sapere che ciò che viene messo in Rete vivrà di una vita propria sfuggendo al nostro controllo”.
Finché si tratta di dati e immagini personali, ognuno rischia per sé. Davanti alla salute delle persone, sarebbe meglio tenere chiusa la porta del Web.