eCommerce: nel 2009 crescerà la vendita di prodotti e il numero di shopper, ma diminuirà il peso dei servizi

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Nel 2008 l’e-commerce B2C chiude con un +18% (5,9 miliardi ), mentre nel 2009 dovrebbe restare stazionario. Stando ai dati del primo trimestre cresceranno tutti i comparti relativi ai prodotti e le Assicurazioni. Diminuiranno invece di qualche punto percentuale i Viaggi e servizi vari come il ticketing, il c2c, le ricariche e così via. Si registra un aumento degli ordini in ogni settore (+10%), ma un calo dello scontrino medio che in alcuni casi porta a risultati negativi, nonostante la maggiore domanda da parte dei consumatori.

 

Per la prima volta Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico – ha realizzato un’analisi comparativa del commercio elettronico italiano rispetto a quello dei principali paesi europei che è stata illustrata oggi in apertura da Roberto Liscia, Presidente di NETCOMM. È seguita la presentazione dell’analisi sul consumatore condotta per il secondo anno consecutivo con la collaborazione di GfK Eurisko e, infine, è stata fatto un approfondimento di quella sull’offerta curata dalla School of Management del Politecnico di Milano.

 

Il Ministro Claudio Scajola ha dichiarato: “Il mio plauso per l’attività di promozione del commercio online svolta dal Consorzio Netcomm. Sono fermamente convinto che la rete consente anche alle piccole imprese intelligenti e dinamiche di essere competitive sui mercati internazionali.” 

 

Tre le ricerche presentate oggi nell’ambito dell’eCommerce forum emerge un quadro generale molto positivo, nonostante alcune criticità imputabili alla congiuntura negativa e al forte squilibrio storico del settore che da anni vede prevalere il peso del Turismo sugli altri comparti. È naturale dunque che in un momento di difficoltà, le prime spese ad essere tagliate siano quelle superflue come appunto le vacanze. Il dato estremamente positivo è la forte crescita della vendita di prodotti, segno che le ultime resistenze verso il canale sono decisamente diminuite. Lo dimostra anche l’aumento del numero dei compratori (almeno una volta in assoluto) che nel 2008 sono diventati oltre 5.300.000, crescendo di poco più di 100.000 unità rispetto allo scorso anno. La situazione è destinata ad evolvere se si considera che il 68% degli intervistati ha dichiarato di volere utilizzare la rete per informarsi in futuro prima di acquistare. È cresciuto notevolmente il tempo passato in rete negli ultimi 12 mesi (+527%). (Grafico)

 

Dalle interviste ai consumatori emerge che i principali driver di scelta riguardano in primo luogo la marca, la fama del sito, la presenza di canali tradizionali oltre a quelli online  e anche sempre di più il passaparola, gruppi di discussione, blog e social network.  

 

Secondo i dati elaborati da Netcomm, il valore dell’e-commerce B2C italiano rispetto al resto dell’Europa occidentale rappresenta oggi il 3% (5,914 miliardi di euro su un totale di 130 miliardi di euro). Ma il trend iniziato nel 2007 e proiettato al 2011 con stime fino a 260 miliardi di euro prevede tassi di crescita per l’Italia superiori a tutti gli altri paesi europei e a quello degli Stati Uniti (180 miliardi di euro). Se infatti il valore di Francia, Germania e UK è del 70%, nei prossimi due anni e mezzo l’Italia crescerà del 30%, contro il 25% della Francia, il 20% della Germania e il 10-15% del Regno Unito. Prerogativa al commercio online è ovviamente la connessione internet: in Europa è il Belgio a detenere il primato con il 98% della popolazione in rete (banda larga) e con l’Italia al 52%. A oggi solo Russia e Serbia sono sotto la media europea ma si stima che entro il 2010 oltre il 50% delle famiglie saranno collegate a internet con 15 ore settimanali di connessione per ogni singolo utente. 

 

Oggi gli e-buyer europei sono 150 milioni. In questo conteggio viene considerato e-buyer chiunque abbia effettuato almeno un acquisto on line nell’ultimo anno: in Italia gli e-buyer sono circa l’11% dei web user, molto al di sotto della media europea. Tra il 2004 ed il 2008 in Europa la percentuale di individui che ha acquistato su internet per uso privato è passata dal 22% al 34%. La percentuale di acquisti trasnfrontalieri è invece rimasta stabile negli ultimi due anni, rimanendo invariata intorno al 6-7%. Oggi gli acquirenti cross-border sono circa 30 milioni. Internet è il canale di vendita che ha registrato il maggior tasso di crescita negli ultimi tre anni (dati Euromonito12008).

Nell’analisi, Netcomm per la prima volta ha messo a confronto l’andamento nazionale rispetto ai principali paesi europei. 

 

“Esaminando lo scenario internazionale – ha commentato Liscia – si nota che l’e-commerce ha svolto un ruolo di importante acceleratore per le economie nelle quali ha avuto un maggiore sviluppo, aprendo nuovi sbocchi per l’occupazione e rilanciando settori della produzione e del commercio in mercati prima di allora inaccessibili. È, quindi, necessario, se non addirittura urgente, in considerazione della congiuntura economica negativa che stiamo attraversando, agire abbassare le barriere culturali, causa della sfiducia dei consumatori e delle imprese nei confronti di Internet come canale distributivo; sviluppare le infrastrutture necessarie per la crescita dell’e-commerce e consolidare l’impianto normativo a sostegno di questo settore. È quindi fondamentale sensibilizzare politici, opinion leader e business community a un corretto apprezzamento del mezzo Internet anziché a una sua demonizzazione. Le imprese dal canto loro devono ampliare l’offerta e la visibilità dei prodotti, progettare siti con una customer experience senza uguali, predisporre il sito in più lingue, aumentare gli investimenti pubblicitari negli altri Paesi europei e gestire meglio le opportunità e le interazioni multicanale.” 

 

Il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha inviato un suo messaggio, nel quale ha plaudito all’iniziativa sottolineando la convinzione che “…la rete consente anche alle piccole imprese intelligenti e dinamiche di essere competitive sui mercati internazionali perché permette di saltare molte intermediazioni e di essere in contatto costante con il cliente finale. L’e-commerce può rivelarsi una risposta utile a superare l’attuale crisi della domanda, promuovendo il marchio e la qualità dei prodotti delle imprese. Assicuro l’attenzione prioritaria del Ministero a tutte le attività ed iniziative volte a colmare il digital divide e ad accrescere la competitività delle imprese sui mercati.”  

 

“Un falso mito da sfatare è che In Italia si usi poco l’e-commerce perché non ci si fida dei pagamenti elettronici. In realtà, dicono gli utenti interpellati da Gfk Eurisko, ciò che conta veramente per più della metà dei nostri connazionali navigatori è la mancanza del contatto diretto con l’elemento umano e, anche, con la merce da acquistare. E non è nemmeno vero che chi fa e-commerce incappa spesso in problemi, dato che il 99% degli acquirenti elettronici si dichiara soddisfatto (nel 74% dei casi l’opinione è ottima). Evidenza, questa, che fa del commercio elettronico “il trionfo del servizio efficiente”, come afferma senza mezzi termini Edmondo Lucchi direttore Dipartimento New Media Gfk Eurisko”  

 

“Da quanto emerge dall’analisi dal nostro osservatorio – ha dichiarato Alessandro Perego, Responsabile Scientifico osservatorio B2C della School of Management del Politecnico di Milano – nel 2008 l’e-commerce B2C è cresciuto in Italia complessivamente del 18%, con un +50% per l’abbigliamento, +27 per editoria, musica e audiovisivi, +21% per il turismo, +16% per le assicurazioni e +14% per l’informatica e l’elettronica. In termini percentuali è sempre il turismo ad avere la quota maggiore toccando, da solo, il 55% delle vendite (3.227 milioni di euro) e dove solo la categoria “altro” (ticketing, ricariche, c2c, collezionabili, etc.) sfonda le due cifre con un 21% sul totale e con crescita rispetto al 2007 del 6% (1.246 milioni di euro contro i 544 milioni di euro di informatica ed elettronica, 451 milioni delle assicurazioni, 259 di abbigliamento e 130 di editoria, musica e audiovisivi).Sempre nel 2008 i servizi hanno rappresentato ben il 68% del mercato (turismo, assicurazioni, “altro”) mentre il valore medio degli ordini è restato invariato passando dai 247 euro del 2007 a 248 euro.” (Grafico)

 

“Dalla comparazione del primo trimestre 2008-2009 il quadro cambia decisamente. – ha continuato Perego – Se la variazione dell’e-commerce B2C in termini complessivi di fatturato è pari a zero (1.280 milioni di euro nel 2008 contro 1.281 di quest’anno) calano i servizi (turismo -3% e “altro -4%, stabili le assicurazioni) mentre crescono tutti i comparti relativi ai prodotti (abbigliamento +36%, musica, editoria e audiovisivi +19%, grocery +11%, informatica ed elettronica +4%). (Grafico)

 

Perego ha aggiunto che la novità principale per una previsione a fine 2009 non è data né da un fatturato dell’e-commerce che dovrebbe restare stabile (5.938 milioni di euro, +0,4%), né dal valore dei servizi e del turismo (stabili rispettivamente al 68% e a oltre il 50%), quanto dalla crescita (10%) degli ordini in tutti i settori e dalla diminuzione del valore medio dello scontrino – dovuta soprattutto al calo del settore turistico – da 248 a 224 euro. Mentre nei soli comparti dei prodotti la crescita degli ordini sale dell’11% per un valore di 8,5 milioni di euro nel primo trimestre 2009 e il valore dello scontrino resta invariato (da 129 a 132 euro, +1%), anche nel turismo si registra un aumento dei volumi (11,6 milioni di euro, +7%) ma una netta diminuzione dello scontrino medio (-10%, da 299 a 272 euro). Il 50% del campione intervistato (principali operatori che coprono tra l’80% e il 95% del fatturato di ogni comparto) si aspetta nel 2009 una crescita di fatturato pari ad almeno il 20%, mentre 8 intervistati su 10 prevedono comunque un segno positivo. E sempre del 20% dovrebbe crescere il valore delle vendite all’estero, passando da 847 a 1.008 milioni di euro.

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