Stati Uniti
Il sistema di controllo del traffico aereo americano sarebbe stato più volte violato dai pirati informatici nel corso degli ultimi anni.
Lo rivela un report reso pubblico dal governo americano, che mette in guardia sui pericoli legati all’utilizzo sempre più esteso delle tecnologie internet e di software ai quali chiunque potrebbe avere accesso.
L’ultimo ‘incidente’ in ordine di tempo è stato ad aprile, quando gli hacker sono riusciti a introdursi nel più costoso programma di armamenti del Pentagono, relativo al superbombardiere F-35.
I pirati, secondo quanto riferito da alcuni rappresentanti del governo americano, sarebbero riusciti a mettere le mani su una parte importante del progetto da 300 miliardi di dollari denominato ‘Joint Strike Fighter’‘, inclusi dati sensibili e piani secretati, relativi al progetto nel suo complesso, agli armamenti, alle specifiche tecniche e ai sistemi elettronici operativi nel velivolo.
Tali informazioni, e questo è l’aspetto più inquietante, non erano depositate in database collegati alla rete e gli hacker sono riusciti ad intrufolarsi nel sistema direttamente dai Pc in rete di alcune imprese partecipanti al progetto.
A febbraio 2009, quindi, i pirati si sono introdotti in un computer dell’aviazione civile americana (FAA) ottenendo informazioni personali su 48 mila dipendenti dell’ente.
Nel 2006, un attacco virale propagato via internet ha obbligato la FAA a chiudere diversi dei sistemi di controllo del traffico in Alaska.
Il rapporto spiega che bisogna accrescere l’attenzione verso la protezione delle reti sensibili, soprattutto perché la modernizzazione dei sistemi di controllo aereo è affidata sempre più spesso a software disponibili in commercio e ad applicazioni basate su protocollo IP.
Anche se l’utilizzo di queste tecnologie migliora l’efficienza dei sistemi, esso comporta inevitabilmente “un rischio accresciuto”: i pirati potranno infatti approfittare delle vulnerabilità delle reti per installare codici maligni nei computer.
In particolare, secondo il rapporto, dei test di sicurezza hanno identificato 763 falle in grado di aprire agli hacker l’accesso a un sistema informatico per prenderne, ad esempio, il controllo a distanza.
La FAA, tuttavia, ha rigettato alcune delle conclusioni del rapporto, compresa la spiegazione dell’incidente del 2006 in Alaska.