Italia
Il mercato degli sms vale 2 miliardi di euro e, se si aggiungono anche gli mms e internet mobile, le entrate degli operatori salgono a 4 miliardi di euro l’anno.
Cifre da capogiro, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo: i consumatori, infatti, non rinunciano a inviare messaggini e cominciano ad apprezzare i servizi internet dal cellulare, ma continuano a essere sottoposti a regimi tariffari poco trasparenti e sfavorevoli.
È quanto risulta da un’indagine congiunta condotta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) e dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), secondo cui permane nel nostro paese uno squilibrio tale che per la maggior parte degli italiani, inviare un sms entro i confini nazionali, costa di più che inviarlo in un altro paese Ue, soprattutto in seguito alle sforbiciate alle tariffe del roaming apportate dalla Commissione europea.
Gli operatori, spiegano le due Autorità, non farebbero abbastanza per informare i consumatori sul vantaggio di alcune offerte rispetto ad altre, continuerebbero a praticare tariffe eccessive per navigare su internet dal telefonino e a ostacolare l’ingresso degli operatori virtuali, mantenendo su livelli troppo elevati i prezzi all’ingrosso.
Tra gli utenti mobili, risulta avvantaggiato, in sostanza, chi opta per piani o opzioni tariffarie ‘speciali’, come i pacchetti di benvenuto, che prevedono l’invio gratuito di alcune centinaia di messaggi: questi clienti sono una minoranza, ma inviano la stragrande maggioranza degli sms.
Se infatti il 75% degli sms inviati viene a costare in media 1 euro, rendono noto le Autorità, “il restante 25% costa alla maggioranza degli utenti (il 62%) 15 cent, a fronte degli 11 cent fissati per gli Sms internazionali a livello europeo”.
Nel 2008, i messaggini inviati sono stati circa 60 miliardi, ma si tratta di un segmento che non conosce crisi e con ampi margini di crescita: solo 48 utenti mobili su 100, infatti utilizzano il servizio, rispetto a oltre 80 su 100 in Gran Bretagna, Germania e in Francia.
Anche se siamo il Paese europeo leader in termini di penetrazione della telefonia mobile nella popolazione (152,9 linee mobili su 100 abitanti), il quadro tratteggiato dalle due autorità – come del resto denunciato costantemente anche dalle associazioni consumatori – parla ancora di “scarsa trasparenza, condizioni sfavorevoli per i consumatori e tariffe all’ingrosso che disincentivano l’ingresso degli operatori virtuali”.
Riguardo, in particolare, quest’ultimo punto, in base alle rilevazioni delle Autorità, il prezzo praticato all’ingrosso per terminare un messaggio sulle reti altrui è pari in media a 5,25 centesimi di euro: superiore sia al ricavo medio per sms che si attesta a 3,5 centesimi di euro, sia al corrispondente prezzo di un sms in roaming, fissato dalla Ue a 4 centesimi di euro.
“Tale situazione – spiegano Agcom e Agcm – rende difficile una reale competizione nei mercati a valle, impedendo di fatto la possibilità per gli operatori virtuali di proporre offerte concorrenziali”.
Una giungla, infine, quella delle tariffe per navigare in internet dal cellulare: risulta arduo, infatti, orientarsi tra le offerte disponibili, ottenere informazioni attendibili sul prezzo, sulla velocità e sulla qualità della connessione, ma anche difendersi dalle ‘bollette pazze’, sulle quali è intervenuta anche la commissione europea, al fine di stabilire regole chiare ed evitare bollette vertiginose magari per aver scaricato una canzone.
I servizi internet mobile sono utilizzati da 3 milioni di italiani, per una mercato valutato nel 2008 pari a 748 milioni di euro, corrispondenti al 38% del totale del mercato dei servizi dati in mobilità.
Il margine di crescita, dunque, è molto alto e le due Autorità vogliono vigilare affinché questa crescita avvenga “nel rispetto dei clienti finali”, così come si spera ci sia più rispetto verso gli utenti – in particolare quelli più giovani – che usufruiscono dei servizi di personalizzazione del cellulare (loghi, suonerie e quant’altro).
Spesso, infatti, vengono utilizzate tecniche che definire scorrette è un eufemismo, giocando proprio sulla giovane età degli utenti che utilizzano i servizi.
Le due Autorità, pur ritenendo inammissibile che il prezzo di un Sms tra due città europee risulti inferiore al prezzo di un Sms tra due città italiane e deprecando che il prezzo all’ingrosso, quando si tratta dei pacchetti speciali, sia superiore a quello al dettaglio, hanno tuttavia deciso di non comminare alcuna sanzione: sperano infatti che basti la moral suasion, senza dover fare ricorso “a interventi ex ante di natura regolamentare o ex post per garantire condizioni di equilibrio competitivo”.