Italia
Prima giornata nazionale contro la pedofilia “Parla con noi“, promossa dalla Fondazione Luca Barbareschi, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema tanto grave quanto sottovalutato e si propone di portare ai soggetti partecipanti – famiglie, genitori, docenti e, soprattutto, bambini – la testimonianza di istituzioni e associazioni in merito al lavoro che quotidianamente viene svolto sia nel campo della prevenzione che in quello della cura e del trattamento dei bambini abusati.
Nel corso dell’evento, che vanta l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, hanno trovato spazio, sul palco del Teatro Sala Umberto di Roma, momenti di approfondimento sul tema della pedofilia, alla presenza dei numerosi politici invitati a portare il loro contributo, ma anche l’esperienza e l’approfondimento da parte di chi lavora ogni giorno per la difesa dell’infanzia. Non sono mancati momenti più ludici con la partecipazione di artisti di primo piano nell’ambito dello spettacolo e dello sport, che hanno contribuito “con leggerezza” a veicolare agli ospiti più giovani alcuni messaggi a loro destinati.
Si è trattato di messaggi concordati con il prof. Francesco Montecchi, neuropsichiatra e psicanalista junghiano infantile, già primario dell’Ospedale Bambin Gesù.
La giornata nazionale contro la pedofilia ha l’ambizioso obiettivo di far arrivare ai bambini il messaggio di vicinanza da parte degli adulti: così come per gli adulti è difficile cogliere i segnali del disagio e della sofferenza dei più piccoli, spesso il silenzio diventa l’ostacolo più difficile da superare per chi ha subito una violenza.
Per sconfiggere la piaga orribile della pedofilia l’approccio è quello della prevenzione attraverso atteggiamenti di apertura e dialogo tra bambini ed adulti, attraverso le parole, il gioco, il confronto e l’ascolto.
“…La legislazione italiana è fra le più avanzate: non siamo all’anno zero. Ma occorre continuare a tenere alta la guardia”, ha commentato il presidente della Camera Gianfranco Fini, definendo pedopornografia “prima ancora che un reato, anzitutto un attentato contro la dignità e la personalità umana”.
Fini ha parlato di “…lotta moralmente doverosa contro ogni abuso e ogni forma di sfruttamento e di violenza, perché costituisce una trincea avanzata per mostrare il grado di civiltà del nostro Paese e del mondo occidentale”.
Il presidente della Camera ha sottolineato la necessità di “…difendere il diritto dei minori a crescere in modo sano, privo di condizionamenti psicologici, per garantire che la società di domani sia migliore di quella di oggi”. In tal senso, ha osservato, “…il ruolo degli educatori, sia dei genitori che degli insegnanti, è essenziale. E iniziative come quella odierna sono utili per far comprendere che le istituzioni hanno il dovere di porre sempre più avanti il senso di questa sfida”.
Fini ha ricordato che “…le nuove tecnologie, sempre più avanzate, determinano anche nuovi rischi e nuovi pericoli: occorre continuare a denunciare tutti gli episodi, a tenere alta la coscienza e il livello di reazione della nostra società, nei confronti di comportamenti come quelli legati alla pedopornografia che definire turpi e immorali è dir poco. Facciamo fronte comune – è l’appello del presidente della Camera – perché in questo caso non è soltanto uno slogan che l’unione faccia davvero
Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, nel messaggio inviato stamani alla Fondazione Barbareschi ha parlato di elaborazione di un piano nazionale per contrastare il fenomeno della pedopornografia, sia su internet che nel contesto famigliare, in collaborazione con le associazioni dei genitori e con i principali motori della rete web.
Il ministro ha fornito una serie di cifre. “I dati parlano chiaro: 5.000 segnalazioni a Telefono Arcobaleno solo nell’ultimo anno; centinaia e centinaia di casi di bambini vittime di abusi e di molestie sessuali; un aumento della pedopornografia del 131% negli ultimi cinque anni. Sono dati sui quali non si può non intervenire e che presenteremo assieme all’elaborazione del piano nazionale di contrasto”.
La Gelmini ha sottolineato che “…nel mondo della scuola molto è stato fatto, anche con le associazioni dei genitori, con informative per i ragazzi e per le famiglie; ma purtroppo non è sufficiente per fermare questo mostruoso fenomeno. La scuola può e deve promuovere un uso del web che sia sano e responsabile con un monitoraggio nazionale per prevenire e la pedofilia, una piaga – ha concluso il ministro dell’Istruzione – che va contrastata con tutte le forze: la scuola italiana saprà fare la sua parte”.
Ha invece parlato di “ronde virtuali” il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, spiegando che il suo riferimento non è “…per una realtà organizzata come quella che tante associazioni svolgono meritoriamente sul territorio, ma di una realtà molto più spontanea che può fare la differenza”.
Ha infatti ricordato il Ministro: “…può capitare spesso di incappare sulla rete in questo genere di reati e di non denunciarli per paura, per ignoranza, per il timore di finire in qualche maniera coinvolti o per semplice distrazione. Un discorso che riguarda la pedopornografia come anche il contrabbando di organi. Su questa ipotesi – ha informato – abbiamo avuto un rapporto epistolare con la Polizia postale, su come utilizzare la grande energia rappresentata dai giovani italiani che navigano in internet, responsabilizzandoli rispetto alla possibilità di incontrare reati e di denunciarli”.
Per il ministro, “…serve una grande campagna di sensibilizzazione e di responsabilizzazione dei giovani italiani, creando una sorta di rete non organizzata ma spontanea, semplificando il messaggio sul come si fa a denunciare questi reati e sul fatto che non si corrano rischi a farlo. C’è chi incappa in certi messaggi e filmati magari scaricando un’immagine o una musica e non li denuncia perché in qualche maniera ha commesso anche lui un reato. Ma c’è un livello ben diverso di gravità del reato – ha sottolineato Meloni – per cui si deve trovare una formula per fare in modo che le persone comunque abbiano la libertà di denunciare un reato di una gravità tale come la pedopornografia”.
Attenzione a scaricare musica o video da internet, talvolta dietro siti come e-Mule si nascondono pedofili, ha avvertito Domenico Vulpiani, direttore del Servizio della Polizia Postale.
“…La guida spensierata in internet è bella – ha detto Vulpiani, rivolgendosi a un’affollata platea di ragazzini delle scuole medie nel teatro Sala Umberto – ma spesso chi incontrate non è così bello. Sappiate riconoscerlo”. Vulpiani ha esortato i ragazzi a segnalare alla polizia postale i “cattivi incontri” che si celano in rete, e a non aver paura delle conseguenze: “…Meglio pagare qualche euro di multa per aver scaricato illegalmente piuttosto che essere accusati di aver condiviso file pedopornografici”.
Vulpiani ha anche messo in guardia i giovani dai messaggini che ricevono sul cellulare da sconosciuti, spesso con richieste di incontri o con offerte di regali. E, rivolgendosi ai ragazzi, ha esortato: “Segnalateceli”.
Roma deve essere una città più sicura e divertente. Lo ha commentato il sindaco, Gianni Alemanno. “Dobbiamo lavorare – ha spiegato – su due aspetti: la vivibilità sociale dei nostri quartieri e il contrasto della violenza attraverso le forze di polizia e
“Roma – ha spiegato il sindaco rivolgendosi ai ragazzi – deve essere una città più divertente. Con voi – ha aggiunto – prendo un impegno: in ogni quartiere ci sarà un luogo per giocare, che potrete sentire vostro. Ci vogliono più posti dove sentirsi liberi, dove non si avvicinino presenze inopportune“.
Introdurre i reati di adescamento di minori e di pedofilia culturale nell’ordinamento italiano, creare un albo di professionisti per la raccolta della testimonianza del bambino, utilizzare le intercettazioni per il turismo sessuale, ridurre i tempi dei processi per pedofilia, avviare un’attività di prevenzione e di formazione: sono le azioni proposte dal Telefono Azzurro per il contrasto dei reati sui minori, esposte stamani a Roma.
L’associazione ha rilevato alcuni dati per comprendere meglio il fenomeno e per far fronte in modo adeguato all’emergenza: i più coinvolti sono i bambini da zero a dieci anni (62,6%); il 22,6% riguarda la fascia d’età 11-14 anni e il 14,8% gli adolescenti dai 15 ai 18 anni. Nel caso degli abusi sessuali spicca la responsabilità del padre (32%) rispetto a quella dei nonni (7%), di altri parenti (7%), di amici e conoscenti (7%) e di persone estranee (12,8%).
Dall’esperienza internazionale di Telefono Azzurro è emerso inoltre che in Italia l’anonimato riguarda l’81,8% delle segnalazioni, rendendo così difficoltoso il rilevamento dei dati e la diffusione di coscienza sul problema e aumentando il fenomeno del “sommerso”.
“…Non può bastare una nuova legge che renda più severe le pene – ha affermato il presidente Ernesto Caffo – bisogna aumentare le azioni d’intervento e affidare le misure di contrasto a chi possiede competenze ed è formato adeguatamente sul problema’.
Fra gli abusi è certamente il più mostruoso e ignobile, perché ha per vittime i bambini, hanno spiegato gli organizzatori della giornata.
Recenti stime europee dicono che tra il 10 e il 20% degli adulti ha subito abusi e violenze sessuali durante l’infanzia.
La gravità del fenomeno ha spinto all’istituzione di questa Giornata nazionale contro
Promotore della legge istitutiva è il deputato Pdl, Luca Barbareschi, che è anche presidente della Fondazione ‘Dalla parte dei bambini onlus’.
Sono in programma diverse iniziative. Tutte volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli abusi ai minori ma anche a far arrivare ai bambini un “forte messaggio” – hanno precisato i promotori – per spezzare il silenzio nel quale spesso rifuggono le stesse vittime.
“…Lo considero un importante passo avanti nella direzione della sensibilizzazione delle coscienze nei confronti di una piaga che intendiamo contrastare con tutte le forze e con ogni mezzo. Per questo ringrazio quanti, a vario titolo e in maniera disinteressata e trasversale, hanno collaborato alla riuscita di questo progetto”, ha commentato Barbareschi.
“…L’istituzione di una “giornata” dedicata a questa vera e propria tragedia è importante per quanti, come me, intendono offrire la massima collaborazione ai soggetti coinvolti, famiglie, genitori, docenti e soprattutto bambini, testimoniando la presenza e la sensibilità delle istituzioni e delle associazioni e impegnando tutti ad attuare politiche di prevenzione, prima che di cura e trattamento dei bambini abusati’.
“…E’ il nostro contributo al futuro dei nostri figli e del nostro Paese”, ha concluso Barbareschi.
Il fenomeno in Italia è fortemente in aumento, soprattutto su internet. Resta comunque in gran parte sommerso. Ciò che emerge è una sottostima: dal 2001 al 2008, sono state arrestate 201 persone; oltre 4 mila le denunce, 3.949 le perquisizioni, 273.334 i siti monitorati. Nel corso di questo periodo, sono stati chiusi 177 siti e 10.907 sono stati segnalati ad organismi stranieri, 60 le operazioni di rilievo internazionale. Più di un ragazzo su 10 – secondo la polizia – dichiara di avere avuto contatti ritenuti pericolosi sul web e più della metà dei minori italiani tramite la rete ha accesso al mondo della pornografia. Telefono Arcobaleno afferma che sono quasi 4 mila i siti pedopornografici segnalati ogni mese. In Italia poi sono in aumento i casi di pedofilia al femminile: negli ultimi cinque anni – secondo Telefono Azzurro – sono saliti del 25-30% i casi di abuso sessuale in famiglia commessi da donne. Ogni giorno, l’associazione di tutela dei minori, riceve circa 5 mila denunce; di queste, il 20% ha a che vedere con la violenza sessuale.