Internet governance: la Ue chiede maggiore trasparenza dopo la scadenza del mandato ICANN a settembre 2009

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Vivianne Reding

A partire da ottobre di quest’anno, dopo che sarà concluso l’accordo tra l’ICANN e il governo Usa, la governance di internet dovrà essere caratterizzata da maggiore trasparenza e responsabilità. E’ quanto ha chiesto il Commissario Ue Viviane Reding, ribadendo che le decisioni chiave legate alla gestione di elementi chiave della rete dovrebbero essere presa in maniera più democratica e multilaterale, attraverso un Forum indipendente.

 

L’ICANN è l’ente non profit che ha la responsabilità di assegnare gli indirizzi IP (Internet Protocol) e di gestire il sistema dei nomi a dominio, nonché i sistemi di root server alla base del funzionamento di internet e dipende dal Dipartimento del Commercio del governo USA, che esercita la funzione di supervisore in base a un Memorandum of Understanding siglato alla nascita dell’ente, nel 1998.

 

Il Memorandum avrebbe dovuto essere valido per soli due anni, sino al raggiungimento di prefissati obbiettivi. Uno di questi, era quello di aprire il DNS al mercato.

Ma l’ingerenza del governo americano è proseguita per molto più a lungo, tanto da scatenare un lungo braccio di ferro tra gli Usa e tantissimi governi, che chiedevano una maggiore apertura dell’ICANN per renderlo un ente internazionale, essendo internet uno strumento di portata troppo globale per essere gestito da un solo governo.

Il MoU è stato infine sostituito a ottobre del 2006 da un accordo più leggero – battezzato “Joint Project Agreement” – che dovrebbe scadere definitivamente a settembre nel 2009 e, secondo le intenzioni manifestate dall’amministrazione Usa, non dovrebbe più essere prolungato.

 

A gennaio del 2008, quindi, l’ICANN aveva inviato un documento al Dipartimento del Commercio, in cui si sosteneva che l’ente fosse ormai abbastanza maturo e stabile per affrancarsi definitivamente dal controllo degli Stati Uniti.

 

L’indipendenza dell’ICANN, spiegava nel documento il presidente Peter Dengate Thrush, “garantirà stabilità e sicurezza a un modello che funziona”, e “fornirà a tutti i partecipanti la sicurezza che l’investimento di tempo, intelligenza ed energia fatto in questi anni ha creato un ente per il coordinamento di internet che sarà sempre controllato da tutti e non gestito o supervisionato da una qualsiasi entità”.

 

Dopo il 30 settembre, il modello di governance auspicato dalla Reding dovrebbe includere un Icann “privato e responsabile”, accompagnato da un organo indipendente, una sorta di “G12 per la governance di Internet“: un Forum multilaterale per consentire ai governi di discutere dei temi centrali per la gestione e la sicurezza della rete.

Per garantire l’equilibrio ‘geografico’, il Forum dovrebbe includere due rappresentanti ciascuno per Nord America, Sud America, Europa e Africa, tre rappresentanti di Asia e Australia, nonché il presidente di ICANN come membro senza diritto di voto. A organizzazioni internazionali con competenze in questo settore potrebbe quindi essere dato lo status di osservatore.

 

“Sono sicura che il Presidente Obama avrà il coraggio, la saggezza e il rispetto verso la natura globale della rete per aprire la strada a una forma di governance nuova, più responsabile, trasparente, democratica e multilaterale”, ha affermato Viviane Reding in un messaggio video.

“Il tempo di agire è adesso. E l’Europa sarà pronta a sostenere il Presidente Obama nei suoi sforzi” ha detto ancora la Reding.

 

La Ue, che non ha mai negato l’eccellente lavoro svolto negli Stati Uniti per assicurare un’amministrazione della rete equa ed efficiente, sta lavorando da anni alla creazione di un sistema di gestione di internet affidato interamente al settore privato, senza alcuna interferenza dei governi, ponendosi a metà tra l’unilateralismo degli Usa e il multilateralismo espresso da molti Paesi, che hanno messo in discussione il ruolo di supervisore dell’ICANN adducendo la motivazione che non può essere un singolo governo a gestire una parte così importante di internet.

 

La Reding ha più volte ribadito che la Ue “crede nell’ICANN, nella sua esperienza e nel modello multi-stakeholder che esso rappresenta, ma “seguirà da vicino la sua transizione verso la piena indipendenza, per assicurarsi che avvenga in piena trasparenza e rifletta gli interessi dell’industria e della società civile”.

 

Il momento della verità sta dunque arrivando: per non farsi cogliere impreparata, la Ue ospiterà una prima audizione pubblica a Bruxelles il 6 maggio, in modo da dare alla comunità internet europea la possibilità di esprimere le proprie aspettative per il futuro della governance di Internet.

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