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Non fa sconti a nessuno questa crisi e, se fino alla fine dello scorso anno, sembrava non dovesse toccare – o dovesse solo sfiorare – il mercato della telefonia e delle nuove tecnologie wireless, appare oggi evidente che quanto quelle previsioni fossero mendaci.
L’intero settore, dai produttori di cellulari agli operatori, ai fornitori di tecnologie senza fili hanno annunciato piani di contenimento dei costi, con la previsione di licenziare ancora a causa del perdurare della crisi e della conseguente contrazione delle vendite.
In Italia, Telecom Italia prevede altri 4.300 esuberi, dopo i 5 mila concordati con i sindacati a settembre scorso.
I tagli alla forza lavoro rientrano nelle misure previste dal piano industriale 2009-2011, che prevede la riduzione dei costi per 2 miliardi di euro nel triennio grazie a 7 progetti di trasformazione della società e porterà il numero totale dei dipendenti del gruppo dagli attuali 64 mila a circa 55 mila nel 2011.
L’amministratore delegato Franco Bernabè ha spiegato che “quello che si sta facendo è proprio per rilanciare la crescita del gruppo e salvaguardare l’occupazione”
Nuovi licenziamenti in vista anche per Nokia, che si appresta a tagliare 450 posti di lavoro in tutto il mondo per adeguare l’offerta al forte calo della domanda registrato negli ultimi mesi. Alla fine del 2008, Nokia contava 61,500 dipendenti.
I nuovi tagli rientrano nel piano di contenimento dei costi da 700 milioni di euro annunciato a gennaio, ma già a novembre dello scorso anno aveva annunciato il prossimo licenziamento di 600 persone e la chiusura di uno stabilimento produttivo in Germani che dava lavoro a 2.300 persone.
A marzo di quest’anno, quindi, Nokia aveva annunciato altri 1.700 tagli nella divisione Devices and Markets.
Il mercato dei cellulari dovrebbe subire quest’anno una ulteriore contrazione del 10%.
Non va meglio nel settore dei semiconduttori: la neonata joint venture ST Ericsson – creata a febbraio dal produttore italo-francese STMicroelectronics e dalla svedese Ericsson – si appresta a licenziare 1.200 persone (su un totale di 8 mila dipendenti) a fronte del rallentamento della domanda.
La società ha infatti lanciato, a effetto immediato, un piano di ristrutturazione che verrà portato a termine entro il secondo trimestre 2010 e prevede una riduzione annuale dei costi di 230 milioni di dollari.
Ericsson e STM non hanno passato un buon trimestre: il gruppo svedese ha chiuso i primi tre mesi di quest’anno con utili in calo del 35% a 1,72 miliardi di corone svedesi, a causa degli oneri di ristrutturazione e delle perdite legate alla joint venture Sony Ericsson.
La società ha confermato il suo piano di taglio ai costi per 10 miliardi di corone l’anno entro la metà del 2010.
Il partner italo-francese STMicroelectronics ha invece registrato una perdita netta di 541 milioni di dollari e un fatturato in calo del 33% a 1,66 miliardi di dollari. Il mercato, secondo il ceo Carlo Bozotti comincerebbe a mostrare dei segnali di ripresa, ma è ancora troppo presto per stabilire quanto questi siano sostenibili.
La società – continuerà a concentrarsi sulla riduzione delle sue scorte – aveva annunciato a gennaio la soppressione di 4.500 posto di lavoro nel mondo nel corso del 2009 e ha indicato di aver ridotto il numero degli effettivi di 3.200 unità nel corso del primo trimestre.