Francia
Giornata importante quella di oggi per il Ddl di legge francese contro la pirateria multimediale, che torna nel pomeriggio all’esame dell’Assemblea dopo essere stato respinto dai deputati, a sorpresa, lo scorso 9 aprile.
Il Ministro della Cultura, Christine Albanel, è nuovamente chiamata a difendere il proprio disegno di legge di fronte a un’opposizione agguerrita e a una maggioranza divisa.
Le nuove norme prevedono di sanzionare i colpevoli di downloading illegale con il taglio della linea internet dopo aver ricevuto due avvertimenti per eMail (il c.d. principio dei tre strikes).
Il governo e i deputati dell’UMP che sostengono il Ddl parlano di un testo “pedagogico” che ha il sostegno di molti artisti.
Anche se tanti altri non lo condividono. L’attrice Jeanne Balibar l’ha definita una “legge ridicola ma anche pericolosa“, spiegando che “…l’arte si è sempre poggiata sulle nuove tecnologie”.
Alcuni membri della maggioranza si oppongono al testo definendolo “inapplicabile” per quanto riguarda il principio del taglio della linea internet, proponendo invece una multa per i pirati.
L’opposizione invece parla di testo repressivo che, a suo parere, mette gli uni contro gli altri internauti e artisti senza portare un euro aggiuntivo agli aventi diritto e in aperta contraddizione con la legislazione europea.
La maggioranza dei deputati ha, così, respinto il progetto di legge ‘protezione dei diritti su internet’ uscito dalla Commissione mista paritaria. Il risultato è stato di 21 voti contrari e 15 favorevoli.
Roger Karoutchi, Segretario di Stato responsabile delle Relazioni col Parlamento, ha accusato la sinistra di “atti di pirateria”, con comportamenti che ostacolano la libera discussione dei parlamentari “snaturando il dibattito e il voto” . Ritiene infatti che si siano fatte delle pressioni per evitare che alcuni deputati entrassero in aula per votare.
“Si tratta di un colpo basso alla produzione – ha aggiunto Karoutchi – un colpo basso agli artisti francesi. E un modo di discutere e votare totalmente aberrante e indegno di un Parlamento e di una Repubblica”.
Il voto contrario è dovuto in particolare all’inasprimento del testo da parte della Commissione mista paritaria su pressione del Senato.
La disposizione centrale del progetto di legge, voluta dal presidente Nicolas Sarkozy, prevedeva di sanzionare il download illegale con un taglio dell’accesso a internet tra i due mesi e un anno.
La Commissione aveva, infatti, stabilito che gli utenti colpevoli dovessero continuare a pagare l’abbonamento a internet anche se privati della connessione. L’organo aveva così deciso di non accogliere l’emendamento votato all’unanimità dai deputati, contro il parere del governo, che prevedeva l’esonero dal pagamento dell’abbonamento durante il periodo di sospensione della linea internet, perché questo avrebbe apportato un danno ai service provider.
Se il Ddl dovesse essere approvato, la Francia si troverebbe in una posizione molto delicata, divenendo la prima potenza occidentale a prevedere la sospensione della linea internet, misura controversa e impopolare.
In Asia, il parlamento sudcoreano ha adottato recentemente una legge che prevede la sospensione temporanea dell’abbonamento in caso di pirateria online recidiva.
Una proposta simile è al momento al vaglio delle istituzioni in Taiwan. La Nuova Zelanda , che in un primo momento aveva adottato una proposta simile a quella francese, ha dovuto successivamente fare marcia indietro.
Davanti alla reazione ostile degli utenti, ha preferito sospendere e poi ritirare la legge che prevedeva la sospensione dell’accesso a internet per i pirati.
Negli Stati Uniti, l’industria discografica per anni ha portato avanti nelle aule giudiziarie la propria guerra alla pirateria. Ma da dicembre ha deciso di cambiare strategia, sposando il principio della “risposa graduale”.
La RIAA (Recording Industry Association of America) ha annunciato quattro mesi fa d’aver raggiunto un accordo con importanti service provider su questo tipo di intervento. E vorrebbe arrivare a ottenere il taglio della linea per i recidivi, ma su questo punto non ha ancora trovato l’intesa con gli Isp.
Nel luglio scorso, in Gran Bretagna i provider hanno siglato un accordo con l’industria per ridurre il downloading illegale, inviando delle lettere d’avvertimento agli utenti. Ma non sono previste sanzioni.
Un simile accordo è stato concluso in Irlanda lo scorso gennaio e consentirà agli aventi diritto di ottenere gli indirizzi IP degli internauti colpevoli per comminare le multe prevista dalla legge.
In Svezia i quattro proprietari di The Pirate Bay, il più noto sito di file-sharing del mondo, sono stati condannati a un anno di prigione e a 2,7 milioni di euro per risarcire i danni prodotti e gli interessi.
In Germania, dopo l’entrata in vigore nel 2008 della legge che prevede multe fino a 10 mila euro per ogni file scaricato illegalmente, i tribunali hanno dovuto far fronte a diverse questioni perché il testo s’è rivelato difficilmente applicabile.
E per finire, la legge francese ha trovato una posizione ostile anche nel Parlamento Ue. In seconda lettura, la Commissione Industria dell’Europarlamento ha infatti ripristinato un emendamento in base al quale “nessuna restrizione può essere imposta ai diritti e alle libertà fondamentali degli utenti, senza una previa autorizzazione da parte delle autorità giudiziarie (…) salvo quando è minacciata la sicurezza pubblica”.
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