Francia
La discussione sul Ddl francese contro la pirateria riprenderà lunedì, entrando nel merito degli articoli ed emendamenti, dopo il lungo e agitato confronto che si è concluso in nottata.
L’Ump era inizialmente in minoranza, come è avvenuto lo scorso 9 aprile quanto il testo di legge fu respinto a sorpresa con 21 voti contrari e 15 favorevoli.
Christian Paul (PS) ha, infatti, evidenziato che gli esponenti dell’opposizione presenti in aula erano il doppio di quelli dell’Ump e, se si fosse votato in quella seduta, il Ddl sarebbe stato nuovamente rigettato.
Subito dopo i deputati di maggioranza sono arrivati in massa riempiendo l’emiciclo e dando vita a un serrato dibattito con la sinistra che ha fragorosamente applaudito agli interventi di Nicolas Dupont-Aignan (NI) e Jean Dionis du Séjour (NC), contrari alle nuove norme.
Le controverse disposizioni prevedono di sanzionare i colpevoli di downloading illegale con il taglio della linea internet dopo aver ricevuto due avvertimenti per eMail (il c.d. principio dei tre strikes).
Il governo e i deputati dell’UMP che sostengono il Ddl parlano di un testo “pedagogico” che ha il sostegno di molti artisti.
Anche se tanti altri non lo condividono. L’attrice Jeanne Balibar l’ha definita una “legge ridicola ma anche pericolosa“, spiegando che “…l’arte si è sempre poggiata sulle nuove tecnologie”.
Alcuni membri della maggioranza si oppongono al testo definendolo “inapplicabile” per quanto riguarda il principio del taglio della linea internet, proponendo invece una multa per i pirati.
L’opposizione invece parla di testo repressivo che, a suo parere, mette gli uni contro gli altri internauti e artisti senza portare un euro aggiuntivo agli aventi diritto e in aperta contraddizione con la legislazione europea.
Se il Ddl dovesse essere approvato, la Francia si troverebbe in una posizione molto delicata, divenendo la prima potenza occidentale a prevedere la sospensione della linea internet, misura controversa e impopolare.
La legge francese ha trovato una posizione ostile anche nel Parlamento Ue. In seconda lettura, la Commissione Industria dell’Europarlamento ha infatti ripristinato un emendamento in base al quale “nessuna restrizione può essere imposta ai diritti e alle libertà fondamentali degli utenti, senza una previa autorizzazione da parte delle autorità giudiziarie (…) salvo quando è minacciata la sicurezza pubblica”.
La garanzia di questi diritti andrebbe però al di là di quanto gli Stati membri sarebbero disposti a concedere, essendo questi più propensi a un sistema che permetta alle forze dell’ordine o a un’altra Autorità di bloccare l’accesso a internet, concedendo all’utente il diritto di appellarsi alla decisione.
Per i governi della Ue, questo sistema sarebbe più efficace nella lotta alla condivisione di materiali protetti da copyright.
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