Pacchetto telecom: compromesso sulle misure anti-download, ma è polemica per alcuni emendamenti che minaccerebbero la net neutrality

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Network Neutrality

Un compromesso dell’ultimo minuto sulle misure relative alla lotta al download illegale di contenuti protetti da copyright potrebbe spianare la strada all’approvazione del sospirato pacchetto telecom, che andrà a riformare le regole del settore europeo delle comunicazioni e che non sta mancando di provocare polemiche a causa di alcuni emendamenti che limiterebbero fortemente la libertà di espressione e la neutralità della rete.

 

Malcolm Harbour, promotore dei punti più controversi della riforma, ha fatto sapere di essere “abbastanza fiducioso” circa l’approvazione del compromesso, che sarebbe vicino alla linea del Consiglio, ma includerebbe anche la proposta di alcuni parlamentari di rendere l’accesso a internet un diritto fondamentale dell’uomo. Questa dicitura, assicura Harbour, garantirebbe che ogni restrizione imposta all’accesso sia motivata da una seria violazione della legge.  

 

La bagarre sulle procedure messe a punto per imporre restrizioni all’uso di internet a quegli utenti che reiteratamente scaricano o mettono in rete illegalmente materiale protetto da diritti d’autore è esplosa solo nella fase finale delle negoziazioni sul pacchetto telecom, dopo che, in seconda lettura, la Commissione Industria del Parlamento Ue ha ripristinato un emendamento in base al quale “nessuna restrizione può essere imposta ai diritti e alle libertà fondamentali degli utenti, senza una previa autorizzazione da parte delle autorità giudiziarie (…) salvo quando è minacciata la sicurezza pubblica”.

 

La garanzia di questi diritti andrebbe però al di là di quanto gli Stati membri sarebbero disposti a concedere, essendo questi più propensi a un sistema che permetta alle forze dell’ordine o a un’altra Autorità di bloccare l’accesso a internet, concedendo all’utente il diritto di appellarsi alla decisione.

Per i governi della Ue, questo sistema sarebbe più efficace nella lotta alla condivisione di materiali protetti da copyright.

  

Il pacchetto telecom, intanto, sta provocando molte polemiche per una serie di emendamenti che daranno facoltà ai gestori telefonici di filtrare contenuti e applicazioni dando priorità ad alcuni piuttosto che ad altri.

In una lettera inviata al Parlamento europeo, l’associazione “Opennet” sottolinea che le conseguenze “sarebbero catastrofiche per la libertà dei cittadini e un internet basato sull’innovazione”.

 

L’associazione si riferisce anche alla pericolosità di avallare decisioni come quella di T-Mobile, di vietare l’uso del software Skype sui suoi cellulari di ultima generazione. T-Mobile sostiene infatti che l’uso di simili applicazioni è contrario al contratto che gli utenti stipulano al momento dell’acquisto di un iPhone, di cui l’operatore è rivenditore esclusivo su molti mercati europei.

 

Negli Usa – dove i supporter della Net Neutrality hanno brindato all’ingresso del Ceo Google Eric Schmidt e di Craig Mundie di Microsoft nel comitato di advisor di Obama sulla Scienza e la Tecnologia (PCAST) – l’associazione Free Press ha chiesto alla Federal Communications Commission di indagare anche sulla decisione di Apple e AT&T di bloccare l’uso di Skype sulla rete 3G.

 

Gli utenti AT&T, praticamente, possono usare Skype solo attraverso la connessione Wi-Fi (cosa, anche questa, vietata invece da T-Mobile), ma non via 3G, ma questo atteggiamento sarebbe in netta violazione dei principi federali, che vietano ai provider di bloccare l’accesso dei consumatori a servizi legali.

  

Gli emendamenti che avallerebbero simili pratiche, sottolinea l’associazione Opennet nella sua lettera aperta, non solo scoraggerebbero gli investimenti nelle infrastrutture, ostacolando competizione e innovazione, ma minaccerebbero seriamente la libertà di espressione.

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