Italia
Un decoder per la Tv digitale che funzioni anche come piattaforma di accesso al Web. E’ il progetto che Telecom Italia e Rai hanno avviato con l’obiettivo di colmare il digital divide, sopratutto culturale, che impedisce a una famiglia italiana su due di utilizzare internet. A fare il punto sull’iniziativa Stefano Pileri, direttore generale Technology and Operation di Telecom Italia, in occasione dell’Innovation Day che si è tenuta nelle sede Rai di Viale Mazzini, a Roma.
“Con il Centro di ricerche Rai di Torino stiamo lavorando per sfruttare la straordinaria opportunità del passaggio al digitale terrestre per sviluppare un decoder per la nuova Tv che abbia anche la capacità di navigare a larga banda su internet – ha specificato Pileri -. Si tratta di un progetto che può concretamente abilitare il 100% delle famiglie italiane all’utilizzo di internet insieme con la Tv“. Ma perché il decoder funzioni il Paese deve essere coperto il più possibile dalla banda larga. Per questo Pileri invita le istituzioni “a rilanciare progetti anti-digital divide”.
“…L’Italia – ha ricordato Pileri – ha circa 23 milioni di famiglie, e di queste circa 11 milioni considerano internet molto importante mentre il resto continua a essere fruitore quasi essenzialmente della tv. Nei prossimi tre anni il passaggio al digitale terrestre sarà completato – ha aggiunto – e occorre sfruttare questa grandissima e irripetibile opportunità. Con il Centro ricerche Rai di Torino – ha concluso – stiamo svolgendo una attività di ricerca e sviluppo sullo standard tecnologico del decoder unico aperto a tutte le piattaforme e quindi anche alla larga banda, che produrremo insieme agli altri operatori“.
Al centro della Giornata dedicata all’Innovazione anche Tv in 3D visibile a occhio nudo o con occhiali speciali, schermi a comando vocale che integrano la Tv digitale con il pc e ancora trasmissioni in chiaro, on demand o servizi multimediali ricevibili direttamente su palmari e cellulari. La Rai cala i suoi assi tecnologici, sviluppati con aziende all’avanguardia del settore hi-tech e nelle Tlc.
La più grande azienda culturale del paese ha ribadito il suo ruolo trainante nell’innovazione tecnologica, presentando i progetti sviluppati dalla Direzione Strategie tecnologiche del servizio pubblico nell’ultimo anno, anche in occasione degli 80 anni del Centro Ricerche Rai di Torino. Un centro che si è già distinto a livello mondiale inventando l’algoritmo che ha permesso la compressione digitale del segnale televisivo, dando il via allo sviluppo del digitale terrestre e dando poi vita alle prime trasmissioni in alta definizione, in occasione dei campionati del mondo di calcio del 1990.
A sottolineare che la Rai mantiene e intende mantenere anche in futuro la leadership nello sviluppo tecnologico del Sistema Paese, sono intervenuti all’Innovation i massimi vertici aziendali. Il direttore generale della Rai, Mauro Masi, che ha sottolineato come le nuove tecnologie presentate in quest’occasione confermano che “…la Rai è all’avanguardia“.
Per farlo, però, ha commentato il consigliere di amministrazione Angelo Maria Petroni, l’azienda “ha bisogno di soldi“, innanzi tutto recuperando “l’intollerabile evasione dal canone, che viene stimata attorno al 30% e vale circa 450 milioni di euro l’anno. Per di più a fronte del canone più basso d’Europa”. Per Petroni, che in passato ha avanzato l’ipotesi di legare la riscossione del canone al pagamento della bolletta elettrica, si tratta di “un problema di equità fiscale: risolverlo va nell’interesse di tutto il sistema Paese“.
Masi ha poi letto un messaggio del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta (in visita con il Papa ai terremotati dell’Aquila) in cui si sottolinea che “la sfida digitale è il futuro della comunicazione, un futuro su cui si giocherà l’avvenire non solo della Rai ma dell’Italia”.
L’iniziativa dell’Innovation Day è inserita tra le manifestazione dell’Anno Europeo per la Creatività e l’Innovazione e fa parte degli impegni della Rai come servizio pubblico, come ha sottolineato il presidente Paolo Garimberti: “La Rai ha come sua precipua missione l’innovazione tecnologica. Fa parte del suo core business non solo la ricerca ma anche la diffusione della nuove tecnologie presso i cittadini. Come il servizio pubblico è stato un fattore determinante nell’unificazione linguistica di questo Paese, così può esserlo anche per la diffusione dell’alfabetizzazione digitale”.
A Luigi Rocchi, direttore Strategie tecnologiche Rai, e ai rappresentanti delle diverse aziende – da Alcatel-Lucent a Eutelsat, da Telecom Italia a Vitrociset – il compito di illustrare gli ultimi gioielli della ricerca: tra questi, la Tv ad alta definizione; il progetto Rai 100 – Voice broadband tv, che consente l’accesso ai contenuti della tv e di internet attraverso il telecomando vocale; il Dvb-Sh, cioè la Tv mobile via satellite, che integra reti satellitari e terrestri mettendo a disposizione servizi in chiaro e a pagamento su terminali mobili; la radio digitale; il cosiddetto audio olofonico o multicanale. Centrale sarà il passaggio al digitale terrestre – che quest’anno si avvia a coinvolgere Piemonte occidentale, Lazio e Campania – anche come opportunità per la diffusione di internet.