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Rai: deficit di 120 mln nel 2009. Entro maggio rimodulazione del budget aziendale per ridurre gli impatti della crisi

Italia


Il Consiglio di amministrazione della Rai ha discusso dell’andamento del bilancio previsionale del 2009 e della contrattualistica aziendale sulla base delle comunicazioni del presidente e del direttore generale. Sull’andamento del bilancio previsionale 2009, Mauro Masi. ha svolto un’ampia e approfondita analisi, sottolineando sulla base dei dati negativi dei primi mesi relativi a introiti pubblicitari e agli altri ricavi (in primis il canone) che “il deficit tendenziale per il 2009 si attesterebbe ora sui 120 milioni di euro”.

 

A tal proposito, il direttore generale entro maggio presenterà al Consiglio una rimodulazione del budget aziendale, per ridurre gli impatti della crisi sui conti, con una puntuale individuazione di obiettivi e indirizzi, anche strategici, per tutte le aree di attività e per le società del Gruppo. In questo quadro sarà predisposta anche la revisione dei piani di produzione di reti, fiction, cinema e sport, coerenti con le linee guida dei prossimi palinsesti estivi e della ripresa autunnale.

Inizia, quindi, la stagione dei tagli e dei risparmi e qualcuno, come il consigliere Alessio Gorla si è raccomandato di tutelare il prodotto.

 

Nella sua relazione, il Dg ha fatto una ricostruzione della vicenda delle ultime due puntate di “Annozero”. In particolare ha sottolineato la necessità di un approfondimento della contrattualistica aziendale nell’ottica del rispetto delle linee editoriali dell’azienda e delle responsabilità connesse. Il Cda ha condiviso le valutazioni del direttore e ha chiesto un documento di sintesi su questi temi. Inoltre lo ha invitato a prendere contatti diretti con Michele Santoro per illustrargli le valutazioni emerse in Consiglio.

L’incontro, a quanto si apprende, ci sarà nei prossimi giorni ma già dalla puntata di stasera il conduttore di “Annozero” potrà, se vorrà, ospitare Vauro e le sue vignette. Vauro insomma alla fine incassa la sospensione di una sola puntata ma Santoro è chiamato a vigilare sul rispetto delle linee contrattuali sue e del suo vignettista.

 

E’ intervenuto anche il presidente Paolo Garimberti, dicendo che “la libertà di espressione va sempre tutelata, ma anche l’azienda e i telespettatori dall’abuso di tale libertà”.

Da questo ne deriva il punto fondamentale della responsabilità, che va ben oltre dunque il caso Santoro, e che è stato poi il nodo della discussione. Una discussione a tratti anche contrastata e nella quale Garimberti avrebbe avuto il ruolo di “pompiere”, con il consigliere Antonio Verro tra i più convinti sostenitori della linea dura, che però avrebbe trovato alla fine una sua sintesi condivisa nell’intervento del consigliere Giorgio van Straten, fautore appunto del rigore contrattualistico.

 

Con il voto unanime di tutti e 9 i componenti, il Cda ha nominato i responsabili degli staff dei nuovi vertici. Andrea Sassano assume l’incarico di vicedirettore dello staff di Mauro Masi, il quale tiene la guida ad interim dello staff dell’intera direzione generale.

Invece è affidata a Nicola Claudio la direzione del team del nuovo presidente Rai, oltre che mantenere la direzione della segreteria del Cda, assunta qualche mese fa.

Lorenzo Ottolenghi è stato nominato assistente di Garimberti, con compito di responsabile dei rapporti del presidente con i media e gli organi di informazione. Ottolenghi, caporedattore Rai, nel periodo di gestione dell’azienda affidato al precedente vertice di viale Mazzini aveva svolto compiti di portavoce dell’allora direttore generale Claudio Cappon.

 

Il Cda dovrebbe invece provvedere, nella riunione di mercoledì, alle vicedirezioni generali che potrebbero arrivare a quattro, mentre per le direzioni di reti e testate bisognerà ancora attendere.

 A proposito, in Cda nota polemica del consigliere Nino Rizzo Nervo che avrebbe sollevato il problema delle indiscrezioni sul vertice a Palazzo Grazioli. Il consigliere avrebbe detto che si sarebbe aspettato un comunicato con una presa di posizione aziendale che ribadiva che le nomine si fanno all’interno del Cda.

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