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Yahoo!: ‘Non siamo immuni dalla crisi’. Annunciati nuovi licenziamenti e la chiusura di GeoCities

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Dopo l’annuncio della soppressione di almeno altri 700 posti di lavoro, pari al 5% dei dipendenti, Yahoo! ha iniziato a delineare meglio il proprio piano di contenimento dei costi, annunciando la chiusura di GeoCities, acquistato nel 1999 per circa 4 miliardi di dollari.

 

Geocities può essere considerato uno dei siti ‘storici’ del web, nato per permettere agli utenti di pubblicare gratuitamente pagine personali su internet.

Un social network ante litteram, dunque, che proprio nel momento di massimo splendore del genere, non accetterà più nuove iscrizioni, pronto a chiudere i battenti nei prossimi mesi.

Entro l’estate, verranno comunicati i dettagli per garantire la tutela dei dati ospitati da Geocities, che quando 10 anni fa venne acquisito da Yahoo!, contava circa 3,5 milioni di utenti, per un totale di 32 milioni di pagine personali pubblicate.

 

La decisione di chiudere GeoCities rientra nella strategia lanciata dal nuovo Ceo Carol Bartz, chiamata alla guida di Yahoo! dopo l’allontanamento di Jerry Yang, costretto a lasciare la guida della società dopo le pressioni subite da azionisti e investitori i quali non avevano condiviso la sua dura opposizione all’Opa da 47,5 miliardi di dollari presentata da Microsoft.

 

Nel primo trimestre di quest’anno, gli utili netti di Yahoo! sono scesi del 78% a di 118 milioni (8 cent ad azione), contro i 537 milioni (37 cent ad azione) del primo trimestre 2008.

Il fatturato è sceso a 1,6 miliardi di dollari (da 1,82 miliardi), ma è superiore alle previsioni del mercato di 1,2 miliardi.

 

La società è già intervenuta due volte con tagli al personale arrivando lo scorso anno a cancellare 2.400 posti di lavoro.

 

“Yahoo non è immune dall’attuale situazione economica”, ha dichiarato la Bartz sottolineando che il gruppo continuerà comunque a operare “con un cash flow positivo grazie a un’attenta gestione dei costi”.

 

Negli Stati Uniti, Google controlla il 63% del mercato della ricerca online, contro il 21% di Yahoo! e l’8,5% di Microsoft.

 

Dopo il fallimento, lo scorso anno, delle trattative con Microsoft, Yahoo! non ha però ancora una strategia per uscire dall’empasse: il gruppo di Sunnyvale arranca dietro lo strapotere di Google nel settore della ricerca online e soffre come tutti della crisi della pubblicità.

Stando ad alcune indiscrezioni, negli ultimi mesi però la Bartz si sarebbe incontrata più volte con il Ceo di Microsoft, Steve Ballmer, per avviare un’eventuale partnership. Ballmer ha comunque ribadito che Microsoft non è più interessata a comprare Yahoo!.

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