Pirateria online: Coordinamento Videoteche denuncia danni per 40 mln di euro. Necessari immediati provvedimenti

di Raffaella Natale |

Davide Rossi (Univideo): 'Amareggia osservare che siamo obbligati a protestare semplicemente per avere una legge che ci protegga da chi ruba'.

Italia


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Emergenza pirateria anche per il settore del videonoleggio. Nel 2008 hanno chiuso 500 videonoleggi e i pronostici per il 2009 sono ancora peggiori. In seguito a queste chiusure sono andati persi 40 milioni di euro di investimenti – 75 mila euro per ogni esercizio commerciale – e i fatturati delle videoteche hanno subito una perdita del 50% in 3 anni. Lo rileva il Coordinamento Nazionale delle Videoteche Associate incontrando esponenti politici della maggioranza e dell’opposizione per illustrare le conseguenze di questo fenomeno che si sta allargando a macchia d’olio e necessità di rapidi provvedimenti.

 

“In queste condizioni non è auspicabile pensare a una durata del nostro settore che vada oltre i 2 anni di tempo. Ciò causerà la disoccupazione di 6000 persone“, ha dichiarato Davide Caviglia, titolare di un punto di videonoleggio, in rappresentanza della categoria delle videoteche d’Italia. Con lui sono arrivati ieri a Roma centinaia di esercenti provenienti da tutta Italia, per invocare sostegno al settore e un tempestivo intervento legislativo diretto a bloccare la pirateria in rete e regolare l’accesso ai contenuti protetti da copyright su internet.

   

Davide Rossi, presidente di Univideo (Confindustria), ha dichiarato a Key4biz che è necessario “combattere non solo la pirateria ma anche il ‘piratismo’, e i suoi ispiratori”.

Il 21 Aprile, ha detto Rossi, è stata una giornata storica non solo per il videonoleggio ma anche per tutta l’editoria audiovisiva italiana.

“Amareggia osservare – ha sottolineato il presidente di Univideo – che siamo obbligati a protestare semplicemente per avere una legge che ci protegga da chi ruba. Generalmente le manifestazioni sono fatte per chiedere sostegni o finanziamenti, oppure per protestare contro scelte – magari controverse ma certamente legittime – dello Stato o di imprenditori privati. Noi invece abbiamo aderito alla manifestazione dei videonoleggiatori solo per chiedere il ritorno alla legalità, per poterci confrontare con il mercato senza essere schiacciati dalla pirateria”.

 

“E’ assurdo ma è così: ci tocca lottare per poter semplicemente avere la possibilità di lavorare”, ha commentato Rossi, aggiungendo si assiste “impotenti a una guerra non ‘tra i poveri’, ma ‘contro i poveri'”.

Ricordando che in questa lotta “i forti sono i ‘siti paravento’ come Pirate Bay, le telecom e i pirati, mentre i deboli sono i lavoratori del settore e i videonoleggiatori. Non è per bisogno ma per furberia, o forse anche per spregio e vandalismo, che si pratica la pirateria. Qualche ideologo ne fa una battaglia culturale, invece si tratta solo di malcostume”.

 

Davide Rossi ha concluso sostenendo che “Rincuora, però, vedere che una breccia si sta aprendo – accogliamo con grandi aspettative la proposta di legge dell’on. Carlucci – e sono convinto che non saremo più soli a combattere questa battaglia”.

 

Durante il convegno, inoltre, sono stati ricordati i dati raccolti dalla Fapav in collaborazione con Ipsos presentati la settimana scorsa (leggi articolo), che hanno reso chiaro, tra le altre cose, come circa 250 mila persone, la cui occupazione ruota intorno al mondo del cinema, rischiano di perdere il lavoro.

Nel nostro Paese i dati parlano chiaro: la criminalità multimediale ha registrato un fatturato nel 2008 pari a 332 milioni di euro. Cifre enormi che non lasciano spazio a dubbi o ad analisi superficiali, soprattutto se si riflette che il rischio non è solo di natura economica, con la sottrazione all’industria cinematografica di ben 530 milioni di euro, perché investe direttamente il mondo dell’occupazione.

 

In tutta Europa, ma in modo particolare in Italia, il download illegale è una consuetudine condivisa e accettata dalla maggioranza degli utenti della rete. Il 32% del campione intervistato ha fruito di copie pirata durante l’ultimo anno e per ogni individuo si contano 21 titoli consumati in modo illecito, per un totale di 355 milioni di visioni. Ovviamente a tale risultato hanno contribuito diversi fattori, tra cui una legislazione evidentemente troppo debole, una maggiore disponibilità di dispostivi elettronici multimediali, la diffusione progressiva della banda larga e delle piattaforme P2P. Questi sono solo alcuni dei fattori che hanno incentivato comportamenti illeciti soprattutto tra i ragazzi e gli adulti (fasce di età comprese tra i 15-24 e 25-35 anni) e sui quali si chiede un intervento concreto da parte delle Istituzioni a tutela dell’intera industria dell’audiovisivo.

  

I video noleggiatori hanno chiesto che anche in Italia siano messe in atto reali politiche risolutive nei confronti del grave problema rappresentato dalla pirateria. Sono stati ricordati il caso della Francia, con la “linea Sarkozy” dei tre strikes a chi scarica illegalmente online prima di procedere all’interruzione della connessione internet, nonché la Svezia, dove sono appena stati condannati i quattro responsabili del sito Pirate Bay, la Nuova Zelanda e il Giappone, Paese in cui i quattro gestori di connettività hanno stretto un accordo con l’industria del copyright che promette una dura lotta contro chi scarica illegalmente in rete.

  

La pirateria digitale in Italia

Rielaborazione dati a cura di Fimi

 

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