Italia
Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom, prevede un futuro tranquillo per la televisione nazionale. A Mf ha dichiarato che le nuove gare per le frequenze del digitale terrestre aumenteranno il pluralismo evitando contenziosi decennali come quello di Europa 7.
“Abbiamo previsto 21 reti nazionali e definito procedure pubbliche obiettive trasparenti e non discriminatorie per la messa a gara del dividendo digitale (pari a cinque reti nazionali)”.
“Inoltre è stato introdotto un tetto massimo di cinque al numero di reti che un singolo operatore può avere all’esito della gara”, ha affermato Calabrò.
Anche grazie a misure volte a garantire condizioni asimmetriche a favore dei new entrant (riduzione delle reti in possesso degli operatori maggiori, esclusione di questi ultimi dalle gare per il lotto più consistente), Calabrò ritiene che “Si tratta di una svolta storica che assicura all’Italia di prendere la via di un uso più omogeneo a quello degli altri paesi europei e improntato a criteri di efficienza, concorrenzialità e pluralismo“.
Il presidente è inoltre convinto del fatto che tali misure saranno in grado di far cadere la procedura di infrazione europea.
Calabrò ha poi sostenuto che la gara sarà “in linea con quanto avviene in tutta Europa, la procedura pubblica sarà del tipo beauty contest” e che la data dello switch-off del segnale analogico sarà rispettata.
Alcuni giorni fa, il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, ha dichiarato che la gara per l’assegnazione delle frequenze televisive che si libereranno con il passaggio definitivo al digitale terrestre verrà indetta “sicuramente entro l’anno“.
“Aspettiamo che si chiuda la procedura europea contro l’Italia“, ha aggiunto Romani, riferendosi al dossier di infrazione aperto dalla Commissione europea a carico del nostro Paese per alcune norme della legge Gasparri.
La scorsa settimana, l’Agcom ha approvato la delibera che avvia il percorso per il definitivo spegnimento delle reti analogiche e la conversione delle reti digitali esistenti.
“…Il risultato raggiunto avvia un percorso di definitiva sistemazione delle radiofrequenze televisive in Italia”, ha affermato nell’occasione Calabrò, commentando l’approvazione della disposizione che fissa i criteri per il passaggio alla Tv digitale.
“…In questi anni è sempre stata auspicata una definizione di regole che garantissero la certezza del diritto e il rispetto dei principi costituzionali e comunitari nell’interesse del pluralismo e della concorrenza“, ha proseguito il presidente dell’Autorità, spiegando che “…il percorso avviato va in questa direzione. I successivi atti che adotteremo serviranno a completare quella che mi auguro sia la cornice giuridica di riferimento per il futuro sistema televisivo italiano con una regolamentazione ben diversa dalla connotazione incerta che essa aveva assunto in passato”.
La delibera stabilisce che le 21 reti nazionali in tecnica DVB-T saranno così suddivise: a) 8 reti saranno destinate alla conversione delle attuali reti analogiche. Gli operatori nazionali esistenti avranno assegnata capacità trasmissiva sufficiente per la trasmissione dei programmi a definizione standard ed ad alta definizione. Sarà comunque garantito almeno un multiplex per operatore; b) 8 reti digitali saranno dedicate alla conversione in tecnica singola frequenza delle attuali reti digitali esistenti che oggi utilizzano il sistema meno efficiente della multifrequenza. Ciascun operatore avrà diritto alla conversione delle reti digitali attualmente operanti; c) all’esito della conversione dell’attuale sistema televisivo nazionale risulterà disponibile un dividendo nazionale di 5 reti, che verrà “messo a gara” con criteri di “massima apertura alla concorrenza”.
In particolare, i cinque lotti, cioè le 5 reti messe a gara, saranno divise in due parti: una, pari a tre lotti, sarà “riservata a nuovi entranti” e dunque saranno esclusi i soggetti come Rai e Mediaset che hanno più di due reti nazionali in tecnica analogica; la seconda, pari a due lotti, sarà aperta “a qualsiasi offerente”, ma ci sarà un limite di cinque multiplex per ciascun operatore.
Romani ha espresso la propria soddisfazione dopo l’emanazione di questa delibera che “…rappresenta il primo passo formale di un percorso intrapreso in piena sintonia con la Commissione europea dopo mesi di intenso e costruttivo confronto”.
Nell’immediato, questo provvedimento dovrebbe consentire alla Commissione europea di sospendere ogni ulteriore passo formale nell’ambito della procedura d’infrazione, anche se non ne consentirà da subito l’archiviazione.
“Sulla base di quanto – ha precisato – mi è stato comunicato nella loro lettera dalle Commissarie Kroes e Reding, posso dire che la completa attuazione della nuova delibera potrebbe rappresentare un passo decisivo per la definitiva chiusura del procedimento”.
A questo fine – ha detto ancora Romani – il Governo italiano resta naturalmente impegnato a proseguire strettamente nei prossimi mesi il dialogo con la Commissione europea. Sono molto soddisfatto di questo risultato che contribuisce alla definizione delle regole per un rapido passaggio alla tecnologia digitale, in piena coerenza con il diritto comunitario. Il percorso così delineato rappresenta un ulteriore stimolo all’azione lineare, coerente e costruttiva intrapresa da questo Governo per lo sviluppo della comunicazione nel nostro Paese, avviato con la progressiva digitalizzazione del comparto radiotelevisivo e con le misure favorevoli allo sviluppo della banda larga”.