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Crisi della pubblicità: in movimento il mercato Tv spagnolo. Dopo Telecinco anche Antena 3 pensa a fusione per superare la fase critica

Spagna


La crisi economica colpisce anche il mercato televisivo spagnolo. Silvio Gonzalez, direttore generale di Antena 3 – la Tv privata di proprietà dell’italiana DeAgostini e della spagnola Planeta -, ha annunciato che la società è aperta a una possibile fusione, in un momento molto movimentato del settore televisivo iberico dopo la decisione di ridurre la pubblicità sulle Tv pubbliche annunciata dal governo Zapatero e quella di aprire canali a pagamento nel digitale terrestre.

 

La notizia è stata riferita dal quotidiano economico Expansion. “Noi non siamo chiusi a relazioni, ma dobbiamo analizzare tutte le opzioni che si aprono” ha detto Gonzalez, precisando che “la decisione finale si prenderà se si crea valore”.

Sia Antena 3 che Telecinco, controllata da Mediaset, hanno aumentato il loro valore in borsa rispettivamente del 57% e del 49% dallo scorso 20 febbraio, quando il governo Zapatero ha approvato un decreto legge anticrisi che consente le fusioni fra le imprese del settore colpite dal forte calo delle entrate pubblicitarie, che interessa tutti i media. Una ipotesi che anche altre Tv private come La Sexta e Telecinco hanno detto di esaminare.

 

Il 26 marzo scorso, il capo di La Sexta, José Miguel Contreras, s’è detto “aperto” a una fusione, così come ha fatto il 1° aprile Alejandro Echevarria, presidente di Telecinco.

 

Telecinco considererà questa possibilità, ha spiegato Echevarria, se la Spagna varerà una nuova legislazione che permetta fusioni nell’industria.

“Le studieremo tutte a fondo – ha commentato – terremo colloqui con altri canali e prenderemo le decisioni che considereremo più convenienti”.

 

In Spagna ci sono quattro canali privati nazionali: Antena 3, Cuatro, detenuto dal gruppo spagnolo di media Prisa, Telecinco e La Sexta dell’iberica Mediapro.

La Sexta e Cuatro, vicini alle posizioni della sinistra di governo, sono nati in questi ultimi anni in seguito al boom economico. Presenti poi le due reti pubbliche Tve1 e Tve2.

 

L’annuncio, martedì, da parte di José Luis Zapatero, di una “drastica riduzione”, senza per ora ulteriori dettagli, della pubblicità sulla Tv pubblica è stata accolta con soddisfazione dalle emittenti private. L’associazione delle Tv private ha subito invitato il governo ad abolire già quest’anno la pubblicità in ‘prime time’ sulle Tv pubbliche e completamente dall’anno prossimo.

 

Attualmente le Tv pubbliche spagnole possono trasmettere 10 minuti di pubblicità ogni ora. Una precedente disposizione aveva previsto una riduzione a 9 minuti per il 2010.

 

Gonzalez ha dichiarato ieri che spera in un completo e veloce oscuramento della pubblicità dalla Tv di Stato. Ha anche denunciato il doppio finanziamento delle reti pubbliche che prendono soldi dagli inserzionisti e dallo Stato, visto che in Spagna non è previsto il canone per i telespettatori. Sistema che, secondo Gonzalez, crea una concorrenza sleale sul mercato televisivo.

In un periodo di forte recessione, come quello che stiamo vivendo, “…ci sono troppe emittenti Tv che si dividono la torta delle entrate pubblicitarie“, ha commentato il Dg di Antena 3.

 

Nel 2008, Telecinco ha anche registrato una riduzione del 9,2% delle entrate pubblicitarie, con un’evoluzione negativa cominciata nel maggio scorso che è continuata per tutto il resto dell’anno.

Secondo quanto spiegato dall’amministratore delegato Giuseppe Tringali, nel corso della recente assemblea, il mercato pubblicitario è più debole del previsto e il calo registrato nel quarto trimestre dello scorso anno è proseguito anche nel primo trimestre.

 

Queste aspettative hanno inciso sull’andamento della Borsa di Madrid dove, martedì e mercoledì, si è registrato un rialzo dei titoli delle Tv private, con un sensibile calo però di ieri.

Telecinco si attestava al 7,11% a 7,32 euro, mentre l’indice Ibex cresceva dello 0,92%, mentre Antena 3, non quotata sull’Ibex-35, perdeva il 9,66% a 4,30 euro in un mercato in rialzo dello 0,72% e Prisa aumentava del 6,99% a 1,99 euro.

 

“Telecinco potrebbe avere un ruolo da protagonista in questo processo, sia La Sexta che Cuatro sarebbero soci complementari”, ha sottolineato l’analista di Espirito Santo, Sandra Sous, secondo cui Telecinco avrebbe anche la forza finanziaria necessaria.

Altri hanno però sottolineato che eventuali merger potrebbero essere ostacolati della stretta del credito e dalla recessione in corso.

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