Gran Bretagna
Le tariffe di terminazione praticate dagli operatori mobili britannici subiranno una riduzione tra l’8,4% e il 21% nei prossimi due anni, a seguito di un nuovo intervento dell’Authority per le telecomunicazioni (Ofcom) per calmierare i costi delle comunicazioni mobili.
Le tariffe di terminazione sono i prezzi che gli operatori si praticano l’un l’altro all’ingrosso per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti. I costi di questo servizio – che consente a un operatore di ‘consegnare’ una chiamata a un cliente quando questa arriva dalla rete di un altro gestore, fisso o mobile che sia – si ripercuotono ovviamente sui prezzi praticati ai consumatori e rappresentano una grossa fetta dei guadagni dell’industria (tra il 15% e il 20% delle entrate degli operatori più grandi).
In base a quanto stabilito dall’Ofcom, Vodafone e O2 dovranno praticare tariffe wholesale di 4,71 pence al minuto, un taglio dell’8,4% rispetto ai livelli di due anni fa. Quelle di Orange e T-Mobile saranno invece di 4,84 pence al minuto, in calo dell’11,1%.
Per H3G, l’unico operatore solo di terza generazione, le tariffe dovranno scendere a 5,83 pence al minuto, con un taglio del 20,9%.
L’Authority britannica era già intervenuta sulle tariffe di terminazione mobili due anni fa, quando i limiti vennero tra l’altro applicati per la prima volta anche a 3 UK, unico provider fino ad allora escluso dalla regolamentazione in quanto non in possesso di una rete 2G.
L’Ofcom conta di arrivare a un livellamento delle tariffe entro il 2011, mentre l’Italia conta di arrivare a una piena simmetria – 4,5 centesimi di euro al minuto per tutti gli operatori – entro il 2012.
Attualmente, le tariffe di terminazione di Telecom Italia e Vodafone sono pari a 8,85 centesimi di euro al minuto e quelle di Wind a 9,51 centesimi. Quella di 3 Italia è invece di 13 centesimi di euro al minuto.
Secondo lo schema previsto dall’Agcom, dal 1° luglio 2011, il valore finale avrebbe dovuto essere per tutti e tre di 5,9 centesimi al minuto e di 7 centesimi di euro di euro al minuto per 3 Italia.
La Ue è però intervenuta per fare sapere che anche dopo l’applicazione di questo schema, le tariffe di terminazione mobile sarebbero rimaste ancora su livelli troppo elevati, e comunque non allineati alle best practice europee.
Bruxelles contestava quindi il fatto che venissero fissate tariffe più alte per H3G, decisione non giustificabile dal fatto che l’operatore fosse l’ultimo arrivato nel mercato mobile italiano.
Così, l’Autorità presieduta da Corrado Calabrò, ha apportato un ulteriore ‘ritocco’ così da soddisfare le richieste della Commissione.
L’intervento produrrà, secondo l’Autorità, ulteriori vantaggi ai consumatori italiani, su un mercato che – come ha sottolineato anche Ofcom nel suo rapporto annuale 2008 – presenta già prezzi finali più bassi di quelli praticati nei principali mercati mondiali (Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti).
La Commissione sta attualmente battendosi per eliminare la disomogeneità dei prezzi medi della terminazione, che dovrebbero essere ora basati sui costi reali sostenuti dagli operatori e non essere più considerati sussidi come agli albori dell’industria mobile: le tariffe di terminazione mobile sono state fissate a livelli elevati per contribuire al finanziamento delle reti mobili e al contenimento dei costi dei servizi. Ma essendo le reti in gran parte ammortizzate, esse dovrebbero ora essere allineate ai livelli di quelle praticate per le reti fisse.
Al momento, in Europa, le tariffe di terminazione mobile sono comprese tra i 2 centesimi di Cipro e i 18 centesimi della Bulgaria e risultano di parecchio più alte di quelle praticate nella telefonia fissa (0,0057 euro al minuto in media per una chiamata urbana). L’Italia si trova nella fascia ‘alta’ insieme a Slovacchia, Estonia, Portogallo, Repubblica ceca e Polonia, ma il Commissario Viviane Reding ha di recente consigliato all’Authority tedesca di seguire l’esempio dell’Autorità italiana, che ha adottato tempestivamente “i provvedimenti regolamentari necessari per ridurre le tariffe di terminazione a livelli più competitivi, in risposta alle preoccupazioni espresse dalla Commissione”.
Nella bozza di raccomandazione elaborata dalla Commissione europea, emerge dunque la necessità di un intervento regolamentare che garantisca una maggiore coerenza e una migliore coordinazione tra gli Stati membri per far scendere le tariffe di almeno il 70% rispetto ai livelli attuali, ossia fra 1 e 3 centesimi di euro al minuto.
Ma la maggior parte degli Stati membri, riuniti nel Comitato Comunicazioni, ha bocciato il piano del Commissario Viviane Reding: solo Italia, Francia, Svezia, Portogallo e Slovenia hanno infatti sostenuto il progetto di raccomandazione elaborato dalla Commissione. Secco No da parte di 12 Paesi (Regno Unito, Germania, Spagna, Finlandia, Repubblica Ceca, Estonia, Cipro, Lettonia, Ungheria, Polonia, Malta, Danimarca). Astenuti tutti gli altri.
Il parere del Comitato non è vincolante, ma la dice lunga sull’umore degli Stati membri nei confronti del progetto che, a detta anche degli operatori mobili europei, rappresenterebbe un nuovo duro colpo per l’industria mobile, considerata il fiore all’occhiello dell’economia europea.
Il Commissario Reding, tuttavia, è determinato ad andare avanti per la sua strada, nella convinzione che i tagli andranno a vantaggio dei consumatori. Le rimostranze, insomma sembrano dettate più dall’attaccamento dell’industria a privilegi ormai fuori luogo, dato che in ogni caso i tagli si concretizzeranno tra tre anni.
La Reding si dichiara dunque fiduciosa che la raccomandazione sul taglio delle tariffe di terminazione sarà adottata dalla Commissione al massimo entro maggio, con l’approvazione del nuovo pacchetto di regole per il mercato delle telecomunicazioni.