Pacchetto telecom: nel dettaglio la posizione espressa dalla Commissione mercato interno del Parlamento

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Unione Europea


Telecomunicazioni

La Commissione Mercato Interno (IMCO) del Parlamento Ue ha approvato ieri in seconda lettura dieci compromessi sui punti principali del pacchetto che andrà a riformare le regole alla base del mercato europeo delle telecomunicazioni.

Approvati con un voto quasi unanime (con 2 voti contrari e un’astensione) dai membri della commissione IMCO, i 10 punti rappresentano la posizione di negoziato per la prosecuzione delle trattative col Consiglio.

“Questo voto ci permette di confermare la nostra posizione nell’ambito dei negoziati col Consiglio. Siamo determinati a trovare un accordo  prima delle elezioni europee”, ha commentato il relatore Malcolm  Harbour.

 

Ecco nel dettaglio la posizione della Commissione relativamente all’accesso alle reti di comunicazione, ai diritti degli utenti e alla protezione dei dati personali.

 

Accesso alle reti di telecomunicazione

 

Il testo adottato rafforza e garantisce il diritto a una connessione fissa a una rete di comunicazione pubblica, via cavo o senza fili, a un prezzo accessibile.

Gli stati membri, inoltre, saranno tenuti a garantire accesso alla telefonia pubblica, non solo attraverso una rete di cabine pubbliche come è avvenuto finora, ma con più moderni “punti di accesso alla telefonia vocale”.

L’accesso dei disabili ai servizi e alle infrastrutture e ai prodotti dovrà quindi essere garantito a un livello “equivalente” a quello degli altri utenti.

 

Ogni persona connessa a una rete telefonica dovrà poter inserire il proprio numero negli elenchi telefonici e nei registri di informazione accessibili al pubblico. Questo diritto dovrebbe essere non-discriminatorio. I numeri telefonici così inventariati dovrebbero essere anche consultabili via VoIP e sms.  

 

Semplificare la vita degli utenti

 

Sancito anche dalla Commissione IMCO il diritto di cambiare operatore mantenendo il proprio numero telefonico in un giorno, mentre gli utenti dovrebbero anche essere protetti dal cambiamento forzato di operatore senza il loro consenso.

Chiunque stia per stipulare un contratto per usufruire di un qualunque servizio di comunicazione – telefonia fissa, mobile, internet – dovrà ricevere una serie di informazioni, soprattutto per quel che riguarda le tariffe o eventuali limitazioni all’accesso (per esempio riguardo la facoltà di accedere a internet mobile dal cellulare).

 

La durata massima dei contratti dovrà essere armonizzata e in ogni caso non superiore ai 24 mesi, mentre dovrà essere garantita la possibilità di recedere dopo 12 mesi.

 

Quanto alla qualità del servizio offerto – dicono ancora i deputati – dovrà essere “soddisfacente”. Le misure di gestione del traffico prese dagli Stati membri per garantire la qualità delle connessioni non dovranno nuocere alla realizzazione del mercato interno e alla competitività.

“Se necessario, la Commissione europea potrà prendere misure tecniche perché questa condizione sia soddisfatta”, spiegano.

 

Confidenzialità dei dati e sicurezza di internet

 

Il progetto approvato dai deputati mira anche ad armonizzare le disposizioni legali degli Stati membri sui diritti fondamentali, in particolare quelli legati alla vita privata e alla confidenzialità delle informazioni degli utenti: solo persone autorizzate per legge potranno avere accesso ai dati personali.

Il compromesso include in particolare il trattamento dei dati relativi al traffico (necessario per esempio per la fatturazione), la protezione contro lo spam e la violazione della sicurezza dei dati.

 

Il voto della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori prepara il campo per l’adozione della direttiva in plenaria, anche se i negoziati col Consiglio proseguono. La procedura dovrebbe essere chiusa in seconda lettura, ma otto tornate di negoziati sull’insieme del pacchetto (che include anche la gestione delle frequenze radio e la realizzazione di un’Authority Ue per le tlc) non sono bastate per mettere fine a tutte le dispute tra il Parlamento e gli Stati membri.

 

Le questioni ancora in sospeso vertono essenzialmente sulla differenza tra l’approccio opt-in – in cui lo Stato membro è obbligato ad applicare le misure – preferito dai deputati e l’approccio opt-out (lo Stato membro è libero di rispettare la disposizione comune o no) preferita dal Consiglio.

In sospeso anche gli aspetti relativi alla localizzazione della chiamata (per individuare una persona che si è rivolta a un numero di emergenza), l’accesso al numero 116 (quello riservato ai bambini scomparsi) e al numero unico di emergenza europeo (112).

 

I negoziati proseguono anche sulle questioni relative alla protezione dei dati personali conservati sui Pc o trasferiti sul web, alla notifica delle violazioni alla sicurezza della rete e allo spam.

Nella maggioranza di questi casi, i deputati sono rimasti saldi sulle posizioni di prima lettura.

 

La commissione si riunirà di nuovo domani e se le trattative andranno a buon fine, il Parlamento potrà ratificare il nuovo pacchetto telecom al massimo entro maggio.

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