Italia
Entro dicembre 2009 tutti i Paesi dell’Unione Europea dovranno recepire la nuova direttiva 2007/65/CE, che riguarda sia i servizi audiovisivi trasmessi dalla televisione tradizionale che quelli on demand.
In vista della delega che la legge Comunitaria 2008 conferirà al governo per il recepimento del testo europeo, sarà insediato al ministero dello Sviluppo Economico, dipartimento Comunicazioni, un gruppo di lavoro ad hoc. Lo rende noto il ministero.
“…L’obiettivo – ha spiegato il sottosegretario Paolo Romani – è monitorare i possibili effetti del recepimento sull’industria, nella direzione di una rafforzata competitività del settore, stimolando un proficuo dibattito tra i diversi protagonisti, istituzionali ed imprenditoriali, in grado di implementare i margini che la direttiva europea lascia all’azione degli stati membri, in linea con i noti principi di self- e co-regolamentazione”.
Il gruppo di lavoro, conclude la nota, sarà coordinato da Gabriella Cims, che ha seguito da Bruxelles il lungo processo di revisione della direttiva.
La Cims ha dichiarato a Key4biz, che “…E’ stato molto difficile, negli anni scorsi, cercare di importare in Italia un dibattito simile a quello che si è sviluppato negli altri paesi europei sulla revisione delle norme che regolano il mercato audiovisivo”.
In tutta Europa, ha spiegato la neocoordinatrice, il processo di revisione, avviato fin dalla conferenza di Liverpool del 2005, ha coinvolto l’intera filiera industriale.
“Broadcaster, produttori, carriers telefonici, concessionarie pubblicitarie per anni si sono incontrati con le autorità per scrivere nuove regole capaci di andare incontro alla rivoluzione tecnologica che ha profondamente modificato gli assetti del comparto industriale. Ma solo gli addetti ai lavori più attenti in Italia si sono accorti del lavoro fatto e bisogna dare atto al Sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani, che oggi si pone il problema di come applicare questa direttiva”.
Gabriella Cims ha evidenziato che nella nota, con cui dà avvio a questo gruppo di lavoro, Romani indica chiaramente l’obiettivo di una rafforzata competitività come faro che dovrà guidare le decisioni che porteranno al recepimento del testo europeo nel nostro Paese. “Bisognerà capire come cogliere al meglio le possibilità di sviluppo che la normativa offre in relazione alle nuove tecnologie come il digitale terrestre, satellitare, l’Iptv, la diffusione di contenuti sui portatili o attraverso il web”.
“Bisogna sempre – ha ribadito Gabriella Cims a Key4biz – aver presente che lo sforzo dell’Europa è stato da un lato quello di “garantire i cittadini europei attraverso un minimo comun denominatore di regole comuni che i fornitori e i distributori devono rispettare inderogabilmente” e, dall’altro, però la sfida è costruire un “mercato europeo dei contenuti audiovisivi, forte e competitivo”. In un momento in cui l’opinione pubblica si interroga sulla grave crisi economica e molti dubbi si pongono anche sul ruolo che l’Unione Europea e l’allargamento hanno sull’occupazione, le nostre imprese di questo settore potrebbero raccogliere l’assist offerto da questa sfida e provare a ragionare in termini di un recupero di competitività sul mercato globale, riuscendo poi ad esportare quel valore aggiunto che l’Europa stessa, ma l’Italia in particolar modo, può giocarsi sul terreno della creatività e della produzione dei contenuti destinati alle diverse piattaforme tecnologiche”.
“Questa – ha concluso la Cims – è la sfida che abbiamo di fronte ed è anche la direttrice su cui proveremo a ragionare attraverso l’Osservatorio di largo Brazzà.”