Europa
Il mercato internazionale della Tv, appuntamento che da vari decenni due volte l’anno a Cannes, a ottobre e ad aprile, concentra compratori e acquirenti da produzioni e broadcaster di tutto il mondo, non è mai stato così globale come quello che si è aperto ieri e andrà avanti fino al 3 aprile.
La 46esima edizione del Miptv fotografa e anticipa la realtà del mondo dei contenuti e delle tecnologie. Quest’anno grande spazio alla convergenza tra web e piccolo schermo.
A qualche giorno dall’apertura, erano già iscritti 12.000 partecipanti. Quasi 3.800 società e 3.900 buyer di Tv, web, pubblicità, telecom, videogiochi arriveranno alla Croisette.
Laurine Garaude, responsabile del comparto Tv del Reed Midem, organizzatore del Miptv, ha dichiarato: “…nonostante la crisi, il numero dei partecipanti sarà quasi uguale a quello dello scorso anno”.
Saranno cento i Paesi rappresentati con la Cina come ospite d’onore. Per la prima volta ci sarà una delegazione ufficiale di questo Paese, col viceministro Tian Jin, a capo dell’State Administration of Radio, Film, and Television (SARFT).
La Cina, il più vasto mercato audiovisivo del mondo, desidera aprirsi al mondo, attraverso scambi di programmi e accordi di coproduzione, come quello con la major Fremantle.
Tian Jin ha spiegato alla stampa che, a dispetto della congiuntura economica, “l’economia cinese resta molto dinamica“.
Ieri gli sguardi sono stati tutti concentrati sul Medio Oriente, rappresentato dalle sei Tv pubbliche del Gulf cooperation council (Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait…) che ha costituito un fondo di produzione. Due conferenze per analizzare il panorama audiovisivo di queste regioni del mondo dove il mercato digitale è ancora nascente ma registra già una rapida crescita.
La Francia occupa il secondo posto per numero di espositori, dietro alla Gran Bretagna e davanti agli Stati Uniti: saranno presenti Orange, Canal+, TF1, Arte, France Télévisions, AB Groupe.
I responsabili di M6 Web, Tf1 e Orange interverranno alle conferenze sulla Tv cross-mediale.
Argomenti centrali di quest’anno saranno i legami tra Tv e internet e il finanziamento delle reti e la pubblicità.
Patrick Barry di Yahoo! spiegherà domain come la tecnologia e i contenuti lavorino insieme per spingere il web verso la Tv.
Due altri grandi fronti sono quelli del mobile e di internet. Ericsson e Nokia, con i loro stand giganteschi si vanno ad aggiungere alle altre company già presenti perché l’esperienza della Tv individuale rappresenta oggi il trend con consumatori che si aspettano personalizzazione e interattività e la possibilità di generare autonomamente contenuti sempre. Stesso dicasi per internet dove non c’è più solo riproposizione di film, animazioni e programmi da altri mezzi, ma realizzazioni ad hoc, come il progetto cinema di Paramount digital entertainment in coproduzione con Gaumont, My Space e Endemol: il thriller Section 8, il cui annuncio è previsto in questi giorni. Sulla stessa linea l’ingresso dei social network e anche delle ultime nate social entertainment company, come l’inglese Eqal, che ha prodotto serie condivise dal pubblico via internet molto popolari come Loneygirl15 e Kate Modern e si appresta al grande salto con il network Cbs per Harper’s globe e Harper’s Island, due nuove attese produzioni multi-piattaforma.
Accanto a tutto questo movimento, che gira a 360 gradi di tutte le tlc ma al centro ha sempre inevitabilmente i contenuti, resistono produzioni più tradizionali.
Martin Sorrell, grande guru della pubblicità, patron della società britannica WPP (numero due al mondo nella pubblicità) è tra i più attesi. Proprio oggi parteciperà alla conferenza “Quali schermi guarderemo e quali contenuti?”.
Domani, invece, il direttore di Zillion Tv, Mitch Berman, promuoverà a livello mondiale il proprio servizio di video on demand.
Come? Dando la possibilità ai telespettatori di costruire il proprio palinsesto scegliendo tra diversi programmi del mondo, indicando anche la pubblicità che vorrà guardare, con un sistema che ovviamente coinvolgerà gli inserzionisti.
La diffusione di questo tipo di Tv potrebbe minacciare le grandi reti generaliste.