Italia
Aduc ha formalizzato la scorsa settimana una denuncia per porre all’attenzione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni il prosieguo di una pratica che dovrebbe essere decaduta con la legge 40/07 (meglio conosciuta come legge Bersani): gli operatori telefonici, infatti, continuano a far pagare le penali di recesso agli utenti che decidono di annullare un contratto, nonostante anche le linee guida dell’Agcom indichino chiaramente che “l’utente non deve versare alcuna penale, comunque denominata, a fronte dell’esercizio della facoltà di recesso o di trasferimento delle utenze, poiché gli unici importi ammessi in caso di recesso sono quelli giustificati da costi degli operatori”.
Eppure, le società telefoniche fisse e mobili continuano a richiedere somme che, ha spiegato Aduc, “arrivano a cifre di migliaia di euro e colpiscono non solo gli utenti residenziali”, a essere colpite da queste richieste, infatti, sono infatti le piccole e medie imprese “a cui di frequente vengono addebitate migliaia di euro per disattivare linee telefoniche e opzioni tariffarie”.
Dal monitoraggio dei siti dei principali gestori italiani, Aduc evince ad esempio che per l’annullamento di un contratto relativo ai servizi base (linea telefonica e Adsl), le richieste partono da 40 euro: “Telecom Italia – 48/60 euro; Tiscali – 50; Wind – 40; Vodafone e Tele2 – 60; Fastweb – 49; Alpikom – 60; SiAdsl – 70,80; Ariadsl – 50; Teleunit – 79,9 o 99,9 per l’Adsl; Eutelia 48,48 euro”.
Per gli utenti professionali, equiparati dalla recente normativa agli utenti residenziali, i costi aumentano ulteriormente,.
Aduc porta l’esempio dell’offerta Fastweb e micro imprese.
La società, sottolinea Aduc – “avrà diritto di ottenere dal Cliente, a titolo di corrispettivo del recesso ex art. 1373, 3 comma c.c. un importo pari alla somma degli Importi Mensili che, in base al Contratto stipulato, sarebbero maturati in suo favore sino alla scadenza del termine predetto. In tal caso, resta inteso che la disattivazione dei Servizi da parte di Fastweb avverrà entro 30 giorni, fatti salvi eventuali giustificati ritardi per motivi tecnici”.
Anche nel caso si decida di rescindere anticipatamente il contratto Vodafone MioBusiness Zero, la società impone un corrispettivo una tantum di 100 euro per ogni SIM disattivata.
Il pagamento delle 100 euro, prosegue Aduc, è previsto anche nel caso di disattivazione dell’offerta Vodafone MioBusiness Tutto per iPhone
In caso di disattivazione o di cambio piano, è inoltre previsto “anche un costo aggiuntivo per il telefono di 200 euro una tantum, più le rate residue del telefono”.
L’associazione denuncia quindi che i gestori richiedono il pagamento della penale in ogni caso, anche quando è trascorso il periodo contrattuale, con richiesta di recesso 30 giorni prima della scadenza.
Aduc segnala quindi che le penali “vengono sempre richieste dai gestori, anche nel caso di recesso dovuto alla mancata erogazione del servizio” e sottolinea che – contravvenendo anche in questo caso a quanto prescritto dalla legge – non sempre e’ facile rintracciare le condizioni contrattuali sui siti dei gestori, anche partendo dalla pagina specificamente predisposta dall’Agcom. (a.t.)