Italia
Cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sul rapporto stilato da Francesco Caio per lo sviluppo della banda larga, presentato ieri al sottosegretario Paolo Romani.
Il rapporto ‘Portare l’Italia verso la leadership europea nella banda larga. Considerazioni sulle opzioni di politica industriale’ – un centinaio di cartelle in tutto – non è vincolante, ma propone al Governo un insieme di ipotesi di sviluppo per portare l’Italia a essere leader in Europa o, più semplicemente, per consentire al Paese di recuperare il ritardo fin qui accumulato, per portarsi in linea col resto dell’Europa.
La prima ipotesi – l’unica che permetterebbe al nostro paese di dotarsi in tempo di un’infrastruttura in grado di fronteggiare la crescente domanda di banda larga – prevede la creazione di una società per la rete che porterebbe la copertura al 50% delle case attraverso un mix di fibra ottica e rame. Solo perseguendo questo obiettivo, presumibilmente, si potrebbe parlare di scorporo della rete.
Ipotesi che sembra però definitivamente tramontata, dopo che spesso nei giorni scorsi esponenti delle istituzioni hanno ribadito che nessuna decisione di questo tipo sarebbe stata presa – anche se inclusa nei ‘consigli’ di Caio – senza il pieno consenso della società. E, si sa, Telecom non è mai stata favorevole, avendo realizzato proprio per aprire la rete ai concorrenti, la divisione Open Access , che Bernabè ritiene possa essere un modello da seguire anche in altri Paesi.
La seconda ipotesi inclusa nel rapporto permetterebbe al nostro Paese di recuperare il gap accumulato finora – il digital divide, secondo il rapporto, affligge il 12% della popolazione – e di portarsi in linea con l’Europa, raggiungendo una copertura in fibra ottica pari al 25% delle abitazioni.
Una terza ipotesi, la più ‘conveniente’ economicamente, prevede infine finanziamenti pubblici soltanto per la copertura in fibra ottica delle maggiori città, tramite partnership con privati.
Ora che Caio ha concluso il proprio lavoro e sembra sfumata l’ipotesi dello scorporo forzato della rete – la più temuta da Telecom Italia – la palla, insomma, passa ora al governo.
Il rapporto la prossima settimana sarà consegnato al premier Silvio Berlusconi che dovrà decidere quali obiettivi intende raggiungere, in che modo e attraverso quali tecnologie.
Ieri, intanto, Telecom Italia ha concluso il lancio di un’emissione obbligazionaria per complessivi 1,5 miliardi di euro.
Il successo dell’operazione, realizzata in meno di 24 ore, conferma, secondo la società “il favore degli investitori verso il credito Telecom Italia e la capacità del gruppo di accedere agevolmente al mercato obbligazionario”.
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