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Il Papa e internet: il caso dei vescovi lefebvriani insegna a ‘prestare più attenzione alle notizie raggiungibili sul web’

Italia


“Mi è stato detto che seguire con attenzione le notizie raggiungibili mediante l’internet avrebbe dato la possibilità di venir tempestivamente a conoscenza del problema. Ne traggo la lezione che in futuro nella Santa Sede dovremo prestar più attenzione a quella fonte di notizie”.

Lo ha dichiarato Papa Benedetto XVI nella lettera ai vescovi in merito alla remissione della scomunica ai 4 vescovi consacrati dall’Arcivescovo Lefebvre senza mandato della Santa Sede.

 

La decisione – considerata dal Pontefice niente più che un atto di “discreta misericordia” – ha infatti scatenato feroci polemiche all’interno e fuori del mondo cattolico.

Una discussione di tale veemenza, “da molto tempo non si era più sperimentata” scrive infatti Papa Benedetto XVI, rammaricandosi poi per la “disavventura imprevedebile” rappresentata dalle improvvide dichiarazioni del reverendo Williamson, che si sono sovrapposte “alla remissione della scomunica” a hanno finito per trasformare il gesto verso i 4 vescovi in qualcosa di totalmente diverso da quello che voleva essere.

 

“Un invito alla riconciliazione con un gruppo ecclesiale implicato in un processo di separazione si trasformò così nel suo contrario: un apparente ritorno indietro rispetto a tutti i passi di riconciliazione tra cristiani ed ebrei fatti a partire dal Concilio – passi la cui condivisione e promozione fin dall’inizio era stato un obiettivo del mio personale lavoro teologico”, scrive il Pontefice ai vescovi.

 

Benedetto XVI ha quindi lamentato di essere stato rattristato dal fatto che gli attacchi più duri siano arrivati proprio dal mondo cattolico che ha mostrato nei suoi riguardi “un’ostilità pronta all’attacco”.

 

Più attenzione a internet dunque: anche il Vaticano ha scoperto sulla propria pelle quanto potente sia questo mezzo di comunicazione, tanto da spingere il Pontefice a realizzare un documento – che uscirà entro la fine dell’anno – che introduca la comunicazione della Chiesa nel mondo digitale.

Fino al 13 marzo, inoltre, un seminario illuminerà vescovi e sacerdoti sulle “nuove prospettive per la comunicazione ecclesiale”.

 

Come molte altre illustri personalità, del resto, anche Benedetto XVI ha anche un proprio canale su YouTube che offre brevi videonews quotidianamente aggiornate sull’attività del Papa e l’attualità vaticana, con audio e testo in inglese, spagnolo, tedesco e italiano, ma ha anche compreso che internet può essere croce e delizia, per la sua valenza di grande amplificatore del dissenso soprattutto nei confronti di episodi non proprio felici come quello del reverendo Williamson.

 

 

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