Italia
Il Coordinatore del Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale, Mauro Masi, ha informato che lunedì 16 marzo a Palazzo Chigi, a partire dalle ore 15.00, si terrà la seconda serie delle audizioni, secondo l’ordine già riportato sul sito: – Confindustria Servizi Innovativi – riunisce AIIP (Providers), Assinform (imprese ICT), ASSTEL (le telecom), FEDOWEB (operatori web) – ASSOPROVIDER; – BSA (Business Software Alliance) – riunisce le società produttrici di software (Microsoft, Apple, ecc.); IAB (Interactive Advertising Bureau) – che include Google, MySpace, Matrix/Virgilio, Yahoo!, ecc. – Intesa Consumatori e Beuc (Bureau Europeen des Consommateurs).
Ogni audizione durerà sino a 20 minuti. Per ogni soggetto coinvolto potranno partecipare un rappresentante e un esperto. E’ gradita la consegna di documentazione da presentare in formato idoneo alla pubblicazione sul sito. Si segnala infatti che di tutte le audizioni sarà data contezza sul Forum Antipirateria.
Ogni associazione dovrà comunicare i nominativi dei partecipanti all’audizione alla Segreteria del Comitato.
Nella scorsa audizione, il Presidente di FIMI, Enzo Mazza, ha tenuto una dettagliata relazione sul problema della pirateria.
Secondo Mazza , la miglior risposta alla diffusa illegalità su Internet è data da un bilanciamento tra una più attenta applicazione delle norme – che quando attuate hanno portato risultati – e una forte spinta sull’offerta legale che consente ai consumatori di accedere a sempre maggiori contenuti leciti, a basso costo e senza DRM.
Il presidente di FIMI ha illustrato i dati di crescita della diffusione di musica in rete in Italia, oggi il 10% del mercato ma anche l’enorme grado di penetrazione della contraffazione digitale, con un danno di oltre 300 milioni l’anno, che supera l’intero mercato legale di cd e file musicali originali
Nel corso dell’audizione, Mazza ha anche evidenziato l’assoluta necessità di trovare la collaborazione dei service provider nella lotta al fenomeno illecito e ha proposto l’adozione di un provvedimento amministrativo simile a quanto previsto per i teppisti allo stadio (DaSPO) che consentirebbe di sospendere temporaneamente la connessione Internet per qualche mese agli autori di violazioni delle leggi sul copyright, tramite un provvedimento del questore. Si tratta di una soluzione che avrebbe un sicuro effetto deterrente. Mazza ha anche ricordato in merito, i recenti dati Istat che mostrano come lo scambio di file musicali in rete (p2p) sia tutt’altro che un fenomeno di ragazzini ma che, ad esempio, più del 50 % sono utilizzatori che hanno tra i 20 e i 34 anni.
E’ stata anche ascoltata l’AESVI (Associazione Editori Software Videoludico Italiana), come pure le principali associazioni (Anica, Frt, Fimi, Afi e Fapav) di categoria e antipirateria dei produttori di contenuti, che hanno rilevato come negli ultimi anni la lotta alla pirateria, soprattutto su Internet, sia stata fortemente ostacolata in Italia da una serie di criticità a livello legislativo, di interpretazione della normativa vigente e di percezione dell’illegalità delle violazioni online.
Si è intanto registrata la protesta di Adiconsum contro il presidente del Comitato Antipirateria Mauro Masi, per il metodo utilizzato nella scelta dei rappresentanti dei consumatori convocati per le audizioni a partire dal 5 marzo a Palazzo Chigi
Paolo Landi, Adiconsum, ha ribadito: “È inaccettabile che una Commissione governativa ignori le metodiche volute dallo Stato per il dialogo tra consumatori e istituzioni. E’ la seconda volta che siamo obbligati a scrivere alla Commissione per poter dare il nostro contributo allo sviluppo di un mercato digitale che sia in equilibrio tra le esigenze di autori ed editori, ma non sia penalizzante per il consumatore, soprattutto quello onesto”.
Nei giorni scorsi, l’on. Luca Barbareschi ha presentato una nuova proposta di legge che presto passerà all’esame delle commissioni. Si tratta di pirateria multimediale: il testo regolamenta la diffusione telematica delle opere dell’ingegno. La novità più rilevante riguarda la delega al governo sulle piattaforme telematiche: lo Stato dovrà incentivare la realizzazione di provider per l’immissione e l’utilizzo legittimi e gratuiti di opere dell’ingegno.