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I new media hanno profondamente modificato l’arte del comunicare. E la chiesa di Papa Ratzinger forse lo ha capito. Uscirà probabilmente entro la fine dell’anno il documento del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali sulle nuove sfide del sistema delle comunicazioni.
L’arcivescovo presidente,
Il cammino è complesso e passa attraverso diverse tappe, la prima delle quali ieri, nella sede del Pontificio Consiglio dove sono stati convocati i responsabili delle comunicazioni sociali nelle conferenze di tutto il mondo per un seminario su le “Nuove prospettive per la comunicazione ecclesiale“.
“E’ la prima volta – ha aggiunto l’arcivescovo Celli – che si fa un seminario del genere.
In questi giorni – il seminario si concluderà venerdì 13 marzo – un centinaio tra vescovi e sacerdoti, provenienti da 82 paesi, sono invitati a riflettere da un lato su una più approfondita conoscenza di quanto sta avvenendo nel mondo delle comunicazioni, e dall’altro a cercare di capire cosa la Chiesa può fare per essere presente.
Il seminario prevede tre momenti differenti: il primo sarà quello del “vedere, in cui accademici illustreranno ai vescovi dove conducono i nuovi media”; il secondo sarà quello del “giudicare”, articolato su una “profonda riflessione pastorale su cosa può e deve fare la Chiesa utilizzando le nuove tecnologie“, che “non sono solo strumenti, ma anche creatori della nuova cultura digitale“. Mentre la terza fase sarà quella dell'”agire“, in cui verranno promossi lavori di gruppo riflettendo su come procedere.
“…La Chiesa in sostanza – ha detto Celli – non guarda più alle nuove tecnologie solo come nuovi strumenti da usare, ma guarda ad essi ispiratori di una nuova cultura”. Le indicazioni emerse dal seminario saranno poi esaminate durante la plenaria di ottobre e concorreranno a formare le linee del nuovo documento “che – ha auspicato l’arcivescovo – potrebbe uscire entro la fine dell’anno”.
C’è chi pensa che si possa convocare un Sinodo dei Vescovi proprio sul tema delle comunicazioni sociali.
“Potrebbe essere una buona idea. Non si può mai sapere – ha concluso Celli – vedremo“.
Al seminario parteciperanno tra gli altri padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana,
Fra i temi anche quello della interattività, che, secondo Celli, è possibile realizzare a livello delle chiese locali: “…Stiamo spingendo – ha osservato – perché le Conferenze episcopali abbiano siti interattivi, perché la Chiesa non può solo dare informazioni, ma deve entrare in un dialogo di vita ricco e propositivo con chi vorrebbe la parola più vicina”.
Quanto al continente africano, meta del prossimo viaggio di Benedetto XVI, Celli ha spiegato che, nonostante il divario tecnologico, “…è forte l’impegno da parte del mondo accademico e delle nuove generazioni per accedere ai nuovi media“: ne è prova il caso della Nigeria, dove oggi dai quattro ai sei milioni di persone hanno accesso a internet.
Si apprende intanto che il Vaticano ha preso una posizione forte in merito alla registrazione dei domini web.
Lo ha riferito l’agenzia austriaca cattolica Kathpress che cita il cardinale
L’affollamento dei domini internet, avrebbe detto Polvani, non deve scadere nel sacrilego creando siti web con suffissi .catholic, .islam o .buddha.
Polvani avrebbe inviato una lettera al presidente Paul Towmey, nella quale si afferma che i domini religiosi minaccerebbero la “politica di saggezza e neutralità” dell’istituzione. L’ICANN, riunitosi a Città del Messico, avrebbe rinviato di sei mesi ogni decisione sui ‘Top Level Domain’.