Italia
Il direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli, ha rifiutato l’offerta, arrivatagli da Pdl e Pd, di presiedere
“…Ringrazio Dario Franceschini e Gianni Letta per l’offerta di presiedere la Rai, azienda patrimonio del Paese”, ha detto de Bortoli nella nota, spiegando che sarebbe stato “…un incarico di grande prestigio, per il quale mi ero reso disponibile. Dopo attenta riflessione – ha aggiunto – ho però deciso di restare dove sono: a fare solo il giornalista”.
Letta e Franceschini si sono visti ancora una volta, stamattina per una ventina di minuti, presso la sede del Pd a Sant’Andrea delle Fratte. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e il leader del Pd non hanno potuto che prendere atto della decisione de Bortoli. Il “no, grazie” del direttore del Sole 24 Ore rimette in gioco l’intera partita del vertice Rai, ma dal colloquio tra Letta e Franceschini, a quanto si è appreso, sarebbe emersa la comune volontà di stringere i tempi per rispettare la data di domani dell’assemblea degli azionisti Rai che dovrebbe indicare sia il nome dell’ottavo componente del Cda sia quello del candidato presidente da sottoporre al voto della commissione parlamentare di Vigilanza.
E’ molto probabile, pertanto, che Letta e Franceschini torneranno a vedersi durante la giornata.
Ha fatto bene de Bortoli?
Forse sì, se pensiamo che avrebbe corso il rischio di restare vittima dei giochi politici, visto che l’Italia è il Paese dell’inciucio per eccellenza, ma ci resta lo sconforto, ahimè, di non poter vedere una persona di cotanto spessore al vertice della Tv pubblica.
Speriamo che le nuove proposte vadano nella stessa direzione e non ci venga propinata qualche salma, messa in naftalina, della vecchia politica.
Il nome del direttore del Sole 24 Ore, autorevole esponente della carta stampata con una carriera tutta nel nome dell’economia, in gran parte vissuta al Corriere della Sera – quotidiano che de Bortoli ha anche guidato – era stato fatto dal segretario del Pd a Gianni Letta: una indicazione, a quanto pare, apprezzata anche dal centrodestra.
Domani è fissata l’assemblea degli azionisti Rai e, in quell’occasione, il Ministero del Tesoro avrebbe dovuto ufficializzare la nomina di de Bortoli, a questo punto saltata, e fornire l’indicazione dell’ottavo consigliere per il quale si parla della conferma di Angelo Maria Petroni.
Sempre martedì, la commissione di Vigilanza presieduta da Sergio Zavoli sarebbe stata pronta a votare il suo gradimento: secondo
Con il voto di martedì si dovrebbe concludere una delle più complesse fasi di rinnovo del vertice di viale Mazzini: il Cda è infatti scaduto nel giugno scorso concludendo i suoi tre anni di mandato ma da allora non è stato possibile trovare un accordo per il rinnovo. In primo luogo, a causa del forte ritardo dell’elezione del presidente della commissione di Vigilanza dopo l’ultima tornata elettorale: la commissione è infatti diventata terra di scontro tra i due poli che ha portato prima alla elezione, unilaterale, di Riccardo Villari, senatore del Pd votato dal centrodestra senza l’intesa con l’opposizione: una decisione che ha portato a una lunga fase di stallo superata dopo sei mesi con lo scioglimento della Vigilanza e la sua ricomposizione conclusasi con la nomina di Sergio Zavoli alla guida.
Forse sulla scelta di de Bortoli ha pesato il sentore di un possibile scioglimento all’ultimo momento dell’accordo tra Pd e Pdl, come tante volte è già avvenuto a spese di prestigiosi professionisti.
A seguito delle indiscrezioni sul nome del possibile presidente Rai, Maurizio Gasparri aveva infatti già commentato: “…Non mi risulta che ci siano accordi e, quando e se ci saranno, se ne parlerà in Commissione di Vigilanza“. “…Per il momento – aveva ribadito – non ci sono accordi da commentare. Dopodiché vedremo che cosa accadrà, de Bortoli è un’ottima persona ma non mi pare che sia alcuna decisione presa”.
Una prima risposta prova a darla Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21, che ha commentato: “…Non conosciamo le ragioni che hanno portato Ferruccio De Bortoli, uomo serio, rigoroso e amante dei valori racchiusi nell’art.21 della Costituzione, a rinunciare all’incarico di Presidente Rai. Ci permettiamo solo di ricordare che una situazione analoga si verificò con Paolo Mieli che, valutate tutte le circostanze, preferì rinunciare. Non vorremmo che de Bortoli fosse stato disturbato dagli organigrammi che qualcuno aveva già preparato a sua insaputa…”.
“…A questo punto, tuttavia, è più che mai necessario che la discussione sia pubblica e che si arrivi a una soluzione che abbia gli stessi requisiti e le stesse caratteristiche, anche perché una parte della destra non fa mistero che dal futuro gruppo dirigente si attende l’espulsioni dei soggetti e dei temi sgraditi. Non riusciamo invece a comprendere – ha concluso Giulietti – quali siano le ragioni per le quali l’attuale presidente Claudio Petruccioli, a suo tempo votato all’unanimità (e fummo tra i pochissimi a esprimere dubbi sul metodo seguito) sia oggi considerata persona sgradita da un gruppo influentissimo di soliti noti, che continua a voler imporre, spesso in modo occulto, la sua volontà nel settore dei media”.