Unione Europea
Windows 7 permetterà agli utenti di disattivare il browser Internet Explorer e una serie di altri programmi integrati.
Così Microsoft ha risposto alla Commissione europea che, in una lettera dello scorso gennaio, aveva sollevato alcune obiezioni relative alla violazione delle regole del Trattato Ue – abuso della posizione dominante – per l’integrazione di Explorer in Windows.
La Commissione ritiene infatti che la vendita collegata di Explorer con il sistema Windows, presente in oltre il 90% dei Pc del mondo, danneggia la concorrenza in materia di fornitura di servizi, per il fatto che l’onnipresenza del browser Microsoft porta i fornitori di contenuti a sviluppare siti web essenzialmente per internet Explorer.
La versione numero 7 del browser più diffuso al mondo consentirà dunque di disabilitare non solo Internet Explorer, ma anche altre componenti Windows quali Windows Media Player, Windows Media Center, Windows DVD Maker, Windows Search, il riconoscimento della scrittura via Tablet PC, i Windows Gadget, Fax e Scan e il visualizzatore di documenti XPS, con il driver di stampa virtuale.
A darne conferma ufficiale, dopo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, è stato Jack Mayo program manager per la documentazione e stampa di Windows 7, sul blog ufficiale Engineering Windows 7.
Spiega Mayo che il nuovo browser, offrendo la possibilità di attivare o disattivare le funzioni presentate, garantirà agli utenti “maggiore controllo e flessibilità e nuove opzioni per gestire le funzionalità che hanno a disposizione”.
La Commissione europea aveva condannato Microsoft per abuso di posizione dominante nel 2004, per aver mantenuto il segreto sui codici necessari ai concorrenti per creare software compatibili con Windows.
A luglio 2005, quindi, la Ue aveva anche nominato un fiduciario – pagato dalla stessa Microsoft – col compito di vigilare sulla corretta fornitura delle informazioni necessarie ai competitor.
Nei giorni scorsi, però, Bruxelles ha deciso di allentare la sorveglianza a ‘tempo pieno’, alla luce dell’atteggiamento collaborativo della società. Una forma di controllo “resta necessaria”, ha spiegato la Commissione, ma può essere esercitata “in maniera più appropriata”, col ricorso a dei consulenti tecnici.