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Innovazione tecnologica: l’Emilia-Romagna investe in IT quasi 2 mld di euro l’anno

Italia


Più di 1,8 miliardi di euro. A tanto ammonta la spesa complessiva di amministrazioni pubbliche, imprese e privati per l’Information Technology in Emilia-Romagna a fine 2008 (nel 2006 era di 1,7 miliardi): circa il 9% della spesa nazionale per il settore. Il contesto è quello di una regione come l’Emilia-Romagna, con 13 filiere industriali specializzate, più di 430.000 imprese in totale, dove i fornitori IT (circa 10.000 imprese) danno lavoro a 38.000 persone. E dove l’amministrazione pubblica, in particolare la Regione, sta sostenendo e incentivando l’innovazione e l’adozione di IT da parte delle imprese. Imprese che, a loro volta, mostrano attenzione per la diffusione di un primo livello di utilizzo di IT ma che registrano, in particolare nell’industria, un livello di investimenti e soluzioni ICT avanzate ancora insufficienti.

 

É, in sintesi, quanto emerge da un’indagine svolta da Microsoft (a partire dal più ampio progetto Destinazione Impres@), con la collaborazione di NetConsulting e il patrocinio della Regione, su un campione di 140 realtà aziendali del territorio. L’indagine si è concentrata su aziende di media dimensione, rappresentative di tutti i settori, con una prevalenza dell’industria (41,5%), seguita dal settore servizi (25,8%), amministrazioni pubbliche e azienda sanitarie (19,2%), finanziario (3,5%) e distributivo (10%). Più del 20% delle aziende dichiara un budget annuale per l’Information Technology inferiore a 100mila euro e poco meno del 40% ha una disponibilità compresa tra i 100 e i 300mila euro, a fronte di un 17% circa di aziende che dispone invece di un budget superiore ai 600mila euro. Il settore finanziario è quello che più degli altri ha a disposizione budget consistenti (in media 2,2 milioni di euro per il 2008), seguito dal pubblico (circa 750mila euro). Distribuzione e industria rappresentano il settore a minor volume di spesa per l’Information Technology: in entrambi i casi l’incidenza della spesa per questo settore sul fatturato è vicina allo 0,4%. Per quanto riguarda il 2009, le previsioni indicate dai responsabili dei sistemi informativi delle piccole e medie aziende vedono un generale contenimento dei budget, soprattutto per quanto riguarda l’investimento. Se nel 2008, infatti, nel budget IT un 79,9% era per la spesa corrente e il 20,1% per investimenti in nuovi progetti, nel 2009 la previsione è di un 85,4% per la spesa corrente e un 14,7% per gli investimenti.

 

“Sappiamo che lo scenario attuale – ha spiegato Pietro Scott Jovane, Amministratore Delegato di Microsoft Italia – spinge più che mai le imprese  ad avere come obiettivo primario la riduzione delle inefficienze attraverso un drastico taglio dei costi. Tuttavia il mio auspicio è che le nostre imprese sappiano guardare oltre la situazione congiunturale e rispondere alle sfide di oggi attraverso investimenti in innovazione. L’esempio dell’Emilia Romagna ci conferma come una collaborazione tra il settore pubblico e privato possa aiutare le aziende ad innovare e ad aumentare così la propria competitività”.

 

“C’è grande attenzione alla nostra regione da parte di Microsoft – ha detto Duccio Campagnoli, assessore regionale alle Attività produttive dell’Emilia-Romagna –  grazie alla rete di partner che realizzano software. In questo modo si pratica una sorta di open source effettiva. Le nostre imprese ICT sono circa 10mila e occupano 38mila persone. Sono tante e crescono, ma sono ancora piccole e dovrebbero aumentare di dimensione, a beneficio per tutto il settore. La ricerca conferma anche che l’investimento da parte delle aziende regionali in ICT dovrebbe essere maggiore, tanto più ora, quando l’innovazione di prodotto e organizzativa rappresentano una delle ricette concrete e possibili per uscire della crisi rilanciando la competitività”.

 

La Regione Emilia-Romagna considera gli investimenti in ICT come priorità nell’ambito dei suoi programmi di agevolazione al credito per investimenti delle imprese e, recentemente, con il programma a sostegno dell’innovazione, in particolare per le piccole imprese al di sotto dei 50 dipendenti, con l’introduzione di temporary manager rivolto a facilitare soprattutto l’utilizzazione di ICT.

 

“ La regione Emilia Romagna ha avviato dal 2002 una politica industriale – ha aggiunto Patrizio Bianchi, Rettore dell’Università degli Studi di Ferrara – rivolta all’innovazione produttiva che ha sostenuto la crescita dei settori più avanzati generando piattaforme tecnologiche che costituiscono la base di rilancio del sistema produttivo regionale e nazionale. Oggi la ricerca Microsoft , rivolta alle piccole e medie imprese regionali, dimostra come proprio nei momenti di crisi i sistemi produttivi più dinamici si stanno riposizionando  per la fase di rilancio”.

 

Dall’indagine emerge come il 41% delle aziende intervistate non investe in IT in modo opportunistico e occasionale, ma sulla base di piani a medio termine. Ostacoli e i vincoli all’innovazione, tuttavia, sono ancora forti. La voce “costo troppo elevato” è stata citata dal 78,6% delle aziende come principale fattore di ostacolo alla realizzazione di progetti IT; un ostacolo che emerge, in particolare, nella pubblica amministrazione (segnalato da oltre il 92% degli enti intervistati). Una seconda tematica emersa dall’indagine è relativa al budget che le gestioni finanziarie delle aziende riservano a IT, considerato dagli stessi tecnici ICT delle aziende non adeguato alle reali necessità (64,3%). Quindi la ricerca indica come una barriera all’innovazione sia rappresentata dalla scarsa percezione del valore dell’Information Technology e della scarsa cultura in materia del management che guida le aziende. Per il 43,6% delle aziende, poi, i partner IT che dovrebbero supportare i loro clienti a ottenere i benefici derivanti dall’ottimizzazione, non contribuiscono in modo corretto allo sviluppo dell’innovazione. Una problematica, questa, che aumenta al crescere della dimensione aziendale.

 

I benefici che derivano dall’impiego dell’IT, per la maggior parte delle aziende riguardano la riduzione del tempo necessario per svolgere un’attività (91,4%). Altri benefici “strategici” sono legati al miglioramento del decision making (75,7%), ovvero delle soluzioni analitiche che permettono, a tutti i livelli, di poter prendere decisioni in conformità con le strategie aziendali.

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