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Si trovano nel nord Europa i Paesi più avanzati in termini di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), ma i due terzi degli abbonamenti mobili nel mondo – che a fine 2008 hanno superato quota 4 miliardi con un tasso di penetrazione passato dal 12% del 2000 al 61% – si sono registrati nei paesi in via di sviluppo, con il tasso di crescita più elevato in Africa, dove possiede un telefonino un quarto della popolazione.
Lo rivela l’ultimo ICT Development Index (IDI) dell’ITU, secondo cui è la Svezia il paese il Paese più avanzato, seguito da Corea del nord – unico paese non europeo nella top-ten – Danimarca, Olanda, Islanda, Norvegia, Lussemburgo, Svizzera, Finlandia e Regno Unito.
Europa occidentale, settentrionale e nord America sono le regioni che hanno totalizzato il punteggio più alto, e molti Paesi di queste aree compaiono nella top 20.
I Paesi più poveri, in particolare i cosiddetti LDC (least developed countries, detti anche Quarto Mondo) restano nella parte più bassa della classifica, a causa delle ancora limitate possibilità di accesso alle infrastrutture ICT, inclusi telefonia fissa e mobile, accesso a internet e banda larga.
Il Rapporto sottolinea che tutti i Paesi (tranne la Birmania) hanno migliorato i livelli di accesso alle tecnologie ICT negli ultimi 5 anni, ma alcuno lo hanno fatto più di altri. L’Europa dell’est, ad esempio, ha registrato una crescita relativamente alta e può essere considerata la regione più dinamica.
Altre regioni che hanno significativamente migliorato i livelli ICT sono il Lussemburgo, gli Emirati Arabi, l’Irlanda, l’Italia, la Francia e Macao.
A livello globale, sono stati fatti molti progressi in termini di accesso alla telefonia mobile e fissa e a internet, ma non in termini di utilizzo. In particolare, sottolinea l’ITU, la banda larga è ancora inaccessibile in troppi paesi.
Data la stretta relazione tra uso di tecnologie ICT e crescita del PIL, molti dei Paesi più poveri – in particolare in Africa – sono scesi ulteriormente nell’indice di sviluppo, con l’eccezione di Pakistan, Arabia Saudita, Cina e Vietnam dove si è assistito a una forte crescita della penetrazione mobile e nell’uso di internet.
Sia i Paesi sviluppati che quelli in via di sviluppo hanno accresciuto i propri livelli ICT di oltre il 30% in 5 anni, ma questi ultimi sono indietro sia in termini di accesso che di utilizzo.
Il Rapporto presenta anche gli indicatori ICT relativi al quarto trimestre 2008, sottolineando il chiaro spostamento dalla telefonia fissa a quella mobile: alla fine dello scorso gli abbonamenti ai telefoni cellulari erano tre volte superiori a quelli alla linea fissa, che si attestavano a 1,3 miliardi. I due terzi delle nuove linee sono state attivate nei paesi in via di sviluppo, contro meno della metà nel 2002.
In base alle stime ITU, 23 persone su 100 usavano internet alla fine del 2008, ma i livelli di penetrazione nei paesi in via di sviluppo restano bassi: l’Africa, ad esempio, conta una penetrazione del 5%, con percentuali ancora più basse se si parla di banda larga.
Mentre nel 2000 solo un africano su 50 aveva un cellulare, oggi il 28% ne possiede uno: la speranza, in queste regioni, è rappresentata dalla telefonia mobile di terza generazione, che favorirà la connessione a internet per sempre più persone, a velocità maggiori.
Uno dei maggiori obiettivi dell’Indice stilato dall’ITU è quello di misurare la portata e l’evoluzione del digital divide globale.
Partendo dal presupposto che il digital divide è ‘relativo’ – cioè confronta gli sviluppi ICT di un Paese con quelli di un altro Paese – il rapporto dimostra che la portata globale del digital divide è rimasta pressoché invariata tra il 2002 e il 2007, nonostante i progressi nei Paesi in via di sviluppo.
L’ITU divide il mondo in 4 gruppi, in base ai diversi livelli di ICT e nota, nell’ultimo IDI che c’è stato un leggero calo del divario digitale tra i Paesi nel gruppo ‘alto’ e quelli degli altri gruppi. Questo può essere riferito al fatto che molti dei Paesi nei gruppi più bassi hanno registrato un aumento nell’utilizzo della telefonia mobile.
Riguardo infine i costi per navigare in internet o fare telefonate fisse o mobili, i Paesi più ‘convenienti’ sono Singapore, Stati Uniti, Lussemburgo, Danimarca, Hong Kong.
Il rapporto conferma quindi che le economie caratterizzate dai prezzi più accessibili hanno livelli di accesso alle tecnologie più elevati, e viceversa.