Italia
Dopo il blocco delle numerazioni a sovrapprezzo (144, 166, 482, 483, 484 e 899 892, ecc.) le associazioni dei consumatori denunciano l’aumento delle segnalazioni di truffe legate ai numeri 894 e 895, che non sono rientrati nella delibera Agcom che tentava di porre fine agli innumerevoli abusi a danno degli utenti.
Queste numerazioni sono riservate a “servizi di chiamate di massa” (894) e a “servizi di assistenza e consulenza tecnico-professionale” (895) e, spiega Aduc, tutti gli operatori stanno pubblicizzando in maniera sempre più massiccia la loro disponibilità presso le aziende fornitrici di servizi di varia natura.
“Si va dall’annuncio sobrio di Telecom Italia, a quello più spinto di Goldline899, fino all’esplicito ‘Sono partite oggi le nuove Numerazioni 895. Affrettatevi a richiederle se non lo avete ancora fatto’, del gestore Karupa, che in una comunicazione di qualche settimana fa scriveva: ‘Entro metà febbraio saranno aperte le nuove numerazioni 895 NON DISABILITATE da rete fissa’”, spiega l’associazione.
Karupa, denuncia ancora Aduc, utilizza spesso la dicitura ‘numerazioni NON DISABILITATE’ per attrarre potenziali clienti, che – va detto – non sempre hanno intenti truffaldini: queste numerazioni vengono infatti utilizzate anche per scopi del tutto legittimi come i servizi di pubblica utilità a carattere sociale-informativo (le informazioni abbonati o i servizi di meteorologia, ad esempio), quelli di assistenza e consulenza tecnica-professionale (come i servizi di assistenza clienti), i servizi di chiamata di massa (il famoso televoto, i sondaggi di opinione o le raccolte fondi non potranno superare il costo di 1 euro), la vendita di prodotti e servizi trasmessi direttamente ed esclusivamente attraverso la rete di comunicazione elettronica (suonerie, loghi).
L’assegnazione di queste numerazioni è gestita dal ministero delle Comunicazioni (oggi assorbito dal ministero dello Sviluppo economico, con specifica competenza sui numeri a sovrapprezzo) e sono in tutto una trentina gli operatori che le gestiscono, inclusi tutti i principali gestori e una miriade di altre società meno note.
Queste società, una volta ottenuta la numerazione la rivendono ad operatori intermediari che a loro volta cedono i numeri ad aziende che dovrebbero utilizzarli per fornire servizi a ‘valore aggiunto’.
Succede però che spesso, dietro la proposta di servizi a valore aggiunto, si nascondano vere e proprie insidie, che di aggiunto hanno solo gli zeri nella bolletta.
“In effetti – spiega ancora Aduc – da sempre i numeri a sovrapprezzo sono utilizzati da soggetti che, con il benestare interessato dei principali gestori, ne hanno fatto un uso distorto, anche grazie alla manifesta impotenza di Agcom e ministero delle Comunicazioni”
L’associazione ha già sottolineato, ad esempio, che dopo il blocco dei numeri a sovraprezzo da rete fissa, le incognite maggiori si celano dietro quelli mobili, che iniziano per ‘4’ e fanno riferimento alla vendita di loghi e suonerie.
Anche in questo caso, l’Agcom ha introdotto una soglia di prezzo massimo e la possibilità di bloccarne l’utilizzo, come avviene per la telefonia fissa, ma la disattivazione per i cellulari non è automatica come si potrebbe pensare, ma scatta solo dietro esplicita richiesta al proprio gestore telefonico.
Una doppia truffa, dal momento che in questo caso vittime delle truffe sono per lo più ragazzini che scaricano l’ultima suoneria di grido o un wallpaper per personalizzare il cellulare e che – dietro provvida compiacenza degli operatori – possono acquisire i contenuti anche a debito: se il credito è finito, in sostanza, il costo del contenuto acquistato verrà scalato alla ricarica successiva.
“Pertanto – conclude Aduc – non ci stupiremmo se un numero 895 o 894 fosse utilizzato non da studi legali o di ingegneri, ma da società che in modo truffaldino installassero sul pc dialer o inducessero gli utenti ad utilizzare queste numerazioni (tramite quiz tv fasulli o sms che invitano a telefonare alla propria inesistente segreteria telefonica)”.
Il blocco delle chiamate verso le numerazioni a sovrapprezzo è stato tra l’altro invalidato da una sentenza del TAR Lazio che, accogliendo i ricorsi presentati dalle società fornitrici dei servizi (Greentel, Marketcall Italia e Deram) ha stabilito che “la potestà regolatoria sui servizi telefonici a sovrapprezzo spetta al Ministero delle Comunicazioni e non all’Agcom”.